Buone feste
Avremmo potuto parlare di Renzi il Salvatore o di Francesco l’uomo dell’anno, ma dato che lo hanno già fatto tutti noi non lo faremo. Potevamo parlarvi pure del micro notabile ennese che tutto può e tutti ha ma la cosa a forza di ripetersi ci ha avvelenato pure quel poco di sangue che ancora non ci hanno tirato via con le tasse, morte e poi risorte e allora abbiamo pensato di regalarvi un sorriso sano, dando la parola ai bimbi e ai loro pensieri non corrotti dalle convenzioni e dalle brutture patinate.
Con l’augurio che siano giorni sereni e pieni di gioia per tutti.
Caro Gesù Bambino, i miei compagni di scuola scrivono tutti a Babbo Natale, ma io non mi fido di quello. Preferisco te.
Sara
Caro Gesù, sei davvero invisibile o è solo un trucco?
Giovanni
Caro Gesù, don Mario è un tuo amico oppure lo conosci solo per lavoro?
Antonio
Caro Gesù, mi piace tanto il padrenostro. Ti è venuta subito o l’hai dovuta fare tante volte? Io quello che scrivo lo devo rifare un sacco di volte.
Andrea
Caro Gesù, come mai non hai inventato nessun nuovo animale negli ultimi tempi? Abbiamo sempre i soliti.
Laura
Caro Gesù, per favore metti un altro po’ di vacanza fra Natale e Pasqua. In mezzo adesso non c’è niente.
Marco
Caro Gesù Bambino, per piacere mandami un cucciolo. Non ho mai chiesto niente prima, puoi controllare.
Bruno
Caro Gesù, forse Caino e Abele non si ammazzavano tanto se avessero avuto una stanza per uno. Con mio fratello funziona.
Lorenzo
Caro Gesù, a carnevale mi travestirò da diavolo, ciai niente in contrario?
Michela
Caro Gesù, tu che vedi tutto mi dici chi mi ha nascosto l’astuccio?
Marco
Caro Gesù, mi chiamo Andrea e il mio fisico è basso, magrino, ma non debole. Mio fratello dice che ho una faccia orrenda, ma sono contento perché così non avrò quelle mogli che stanno sempre tra i piedi a fare pettegolezzi.
Andrea
Caro Gesù, abbiamo studiato che Tommaso Edison ha inventato la luce. Ma al catechismo dicono che sei stato tu. Per me lui ti ha rubato l’idea.
Daria
Caro Gesù Bambino, grazie per il fratellino. Ma io veramente avevo pregato per un cane.
Gianluca
Caro Gesù, non credo che ci possa essere un Dio meglio di te. Bè, volevo solo fartelo sapere ma non è che te lo dico perché sei Dio.
Valerio
Caro Gesù, i cattivi ridevano di Noè, stupidino, ti sei fatto un’arca sulla terra asciutta. Ma lui è stato furbo a mettersi con tuo padre, anche io farei così.
Edoardo
Caro Gesù, lo sai che mi piace proprio come hai fatto la mia fidanzata Simonetta?
Matteo
Caro Gesù, invece di far morire le persone e di farne di nuove, perché non tieni quelle che hai già?
Marcello
Caro Gesù, la storia che mi piace di più è quella dove cammini sulle acque. Te ne sei inventate di belle. La mia seconda preferita è quella dei pani e dei pesci.
Antonella
Caro Gesù, se te non facevi stinguere i dinosauri noi non ci avevamo il posto, hai fatto proprio bene.
Maurizio
Caro Gesù Bambino, non comprare i regali nel negozio sotto casa, la mamma dice che sono dei ladri. Molto meglio l’iper.
Lucia
Gabriella Grasso a nome di tutta la Redazione
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Viviamo momenti drammatici, a tutti i livelli, in tutti i settori: economia mondiale ed ancor più nazionale in crisi profonda, politici corrotti, asserviti a centri di potere intoccabili o incapaci ed imbelli, cittadini sconfortati se non addirittura disperati, rapporti umani ridotti a conflitti, solidarietà e valori umani trasformati in valori solo teorici, irreali, incompatibili con il clima conflittuale che impone di sopravvivere anziché godere della vita.
Abbiamo praticato per anni un’esistenza pseudo-valori quali ricchezza, lusso, fama e notorietà, abbiamo fatto le cicale relegando le virtù come la laboriosità, la solidarietà, la carità e l’amore a momenti marginali nei quali, quasi come passatempo, ci dedicavamo per qualche istante a “fare i buoni”.
Abbiamo svergognato un precetto cristiano, la speranza, trasformandolo in un auspicio di fortunato momento in cui ci saremmo arricchiti o saremmo saliti sul rosso tappeto della notorietà e della fama.
La speranza cristiana non apre ad una vita terrena fatta di sogni o vagheggiamenti di un mondo migliore perseguiti secondo concetti umani come il possesso o la competizione, tipici delle nostre grasse società. Nessuno si è accorto che questi concetti conducono al benessere terreno di alcuni a scapito di molti.
Non è questo che il cristianesimo predica, bensì una speranza fonte di energia e vigore che ci spinge, ci invita a vivere i valori dell’amore: la speranza di veder germogliare e crescere quei semi che Dio ha sparso sulla terra attraverso vita, morte e resurrezione di Cristo.
La SPERANZA è una delle tre Virtù Teologali, parola greca che significa “Parola di Dio” (θεός=Dio e λόγος=parola), ed è perciò un vero e proprio “Comandamento” cui siamo tenuti, i qualità di Cristiani, ad attenerci: è nostro dovere sperare! Ma Dio non ci chiede una speranza passiva, fatalista, rassegnata al realizzarsi di una promessa divina: Dio disse ad Abramo “Vattene dal tuo paese e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò” (Genesi 12,1). Abramo è chiamato a fare della sua vita un pellegrinaggio, a vivere un nuovo inizio, una nuova esistenza, per entrare nella promessa di Dio. Sperare è scoprire nella profondità, dietro ai drammi della quotidianità, una vita che va oltre. Nel mondo, nella nostra controversa civiltà vi sono già i semi di un mondo rinnovato, quei semi sparsi, come abbiamo già detto, da Dio, che sapranno crescere e porteranno il loro frutto. Saranno superate le divisioni per vivere da fratelli e sorelle, senza egoismi e soprusi, in un’unica e grande famiglia in Dio. Questa è la grande speranza che può accendere il fuoco dell’amore sulla terra.
E poiché la speranza non deve essere passiva attesa, ecco un’altra Virtù Teologale, tanto cara al nostro Papa Francesco: la Carità. Carità, ci dice il Santo Padre, che trova la sua massima realizzazione nell’impegno politico del cristiano; impegno che significa partecipazione attiva nella società, nel rapporto con i propri fratelli, impegno che corrisponde a quella sfida che Abramo ebbe il coraggio di affrontare verso una terra Promessa. Per noi la terra promessa è quella che sapremo costruire con il nostro impegno sociale, facendo tesoro di quanto le Scritture ci ammoniscono a fare, in particolare chi ha l’onere di ricoprire incarichi di governo (Libro della Sapienza):
6,1 Ascoltate, o re, e cercate di comprendere;
imparate, governanti di tutta la terra.
2 Porgete l’orecchio, voi che dominate le moltitudini
e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli.
6 L’inferiore è meritevole di pietà,
ma i potenti saranno esaminati con rigore.
Ecco quindi che si configura la necessità, il duro compito di operare per il bene comune, tentare di correggere gli errori e le storture, contribuire al bene di tutti i fratelli, in un percorso che configura la ricerca del bene comune e la lotta all’ingiustizia.
Sperare e porre la tua fiducia in Dio non significa credere che la vita sia una “passeggiata per il parco”. Piuttosto significa che sei disposto a fidarti di Dio anche nelle ore più buie, anche quando tutto “gira storto”, significa che occorre porre tutto il proprio impegno di amore e carità per costruire la “terra promessa”, nella certezza però di non essere mai lasciati soli nel nostro impegno: “Non temere, io ti ho chiamato per nome e ti ho liberato: tu sei mio! Se tu attraverserai fiumi profondi, io sarò con te: le acque non ti sommergeranno. Se passerai attraverso il fuoco, tu non brucerai: le fiamme non ti consumeranno”. (Isaia 43,1-2)
Sono parole che sarebbe bene che scrivessimo sulla porta della nostra casa e nei nostri cuoi: “Non temere!”.
Auguro a tutti voi buon avvento e in modo particolare Buon Natale e Anno Nuovo.
Don Salvatore Minuto