E’ giunto il momento di fermarsi un poco, è giunto il momento di fare una pausa di riflessione per meglio capire la disperazione di quei nostri concittadini, siano essi lavoratori, piccoli imprenditori, disoccupati o pensionati che si ammazzano perchè inascoltati da chi di dovere: noi tutti, cioè. Lo Stato, indifferente alle problematiche della gente e molto spesso causa principale del degrado si limita a registrarne le morti, avvenute per cause sociali. Il nostro è il Paese dei paradossi in cui una signora di 74 anni sorpresa in un supermercato a rubare scatolette per mangiare ha un malore, tanta è la vergogna, ma è pure il Paese di chi della vergogna ha fatto vanto. Concedetemi di ritenere tutto questo ridicolo, assurdo, surreale. In un’Italia dove il malaffare è il costume, dove gli usurai la fanno franca, i politici rubano e non ne pagano mai le conseguenze, un’anziana signora invece si prende la sua bella denuncia per furto e un padre di famiglia si da fuoco perché non gli riconoscono il diritto alla casa. Lo Stato, per aver ridotto così i suoi cittadini, per averli dimenticati e oscurati dovrebbe chiedere scusa perché questo è un crimine. Un crimine contro il Popolo. Abbandonare la propria gente è un crimine. Permettere e costringere i cittadini al suicidio è un crimine. Difendere le lobby, i padroni, i banchieri e i grossi industriali permettendo loro di giocare con le vite delle persone è un crimine e finché nessuno lo capirà, avremo ben poche speranze di salvezza.
Gabriella Grasso