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Prelievo fiscale e sprechi pubblici

Prelievo fiscale e sprechi pubbliciChe il fisco non sia proprio un “amico” lo sappiamo bene….ed anche da molto tempo.

Il prelievo fiscale per imposte e tasse negli ultimi anni ha raggiunto, infatti, dimensioni tali da apparire oltre che eccessivamente pesante, soprattutto fortemente iniquo e penalizzante.

L’iniquità non scaturisce, però, dal “pagare tanto”, ma da “come” le risorse sottratte alla disponibilità dei singoli ritornino, poi, ai cittadini sotto forma di servizi.

Sprechi, inefficienze, ritardi, rimborsi indebiti (vedi, per ultimo, l’uso illecito da parte di moltissimi consigli regionali dei fondi destinati all’attività politica) disperdono, infatti, ogni giorno parte considerevole delle risorse destinate al finanziamento dei servizi pubblici e riducono, non poco, la possibilità di soddisfare in modo adeguato i bisogni della collettività.

Se a ciò si aggiungono, poi, i maggiori costi che indebitamente fanno carico alla comunità per le “collusioni”, le “speculazioni” e la “corruzione” in atto quali la cronaca di tutti i giorni, con crudezza di cifre e di riscontri, sottolinea con sempre maggiore frequenza tanto da non far più quasi notizia, il quadro che ne deriva non è per niente accattivante e l’iniquità del sistema appare in tutta la sua drammatica attualità prorompendo con forza dal modo stesso con cui si amministra il pubblico denaro.

Mancanza di etica, dispregio delle regole che impongono il saggio uso delle risorse disponibili per il migliore “ricavo” possibile di utilità per tutti e difesa, spesso ad oltranza, di specifici interessi di parte a discapito, il più delle volte, di quelli generali, sono gli elementi di un sistema che, per le distorsioni che lo caratterizzano, da un lato “favoriscono” una continua e incontrollata crescita della spesa pubblica e dall’altro “impone” prelievi sempre più onerosi senza che, di contro, il maggiore esborso si traduca in benefici ulteriori e durevoli per la collettività.

Il mancato rispetto degli interessi dei singoli e di taluni dei diritti fondamentali del cittadino porta, di conseguenza, ad avvilimenti e al un degrado tali da imporsi, prepotentemente ed in modo non più dilazionabile, l’adozione di correttivi, anche drastici, in grado di ridare credibilità al sistema e consentire, in sede di gestione della “cosa” pubblica, quella moralità e quella trasparenza che, pur indispensabili per il perseguimento degli obiettivi di crescita e di miglioramento generale propri di ogni civile convivenza, tuttavia, sono oggi largamente offuscati da comportamenti non sempre chiari, equi o rispondenti alle attese della comunità amministrata.

A fronte di tutto questo cresce e si fa ogni giorno sempre più intenso e partecipato il bisogno di certezze, di chiarezza e di linearità.

Non soddisfare adeguatamente tale bisogno o abbandonarsi al facile moralismo senza che lo stesso attivi impegni realmente volti a riscoprire i valori “perduti” non è certamente il modo migliore per affrontare l’emergenza in atto che, per i contenuti che la contraddistinguono, necessita, invece, non tanto di sottolineature verbali quanto di soluzioni rapide e drastiche in grado di ristabilire veramente l’ordine violato e di “rifondare” il tutto al’insegna della trasparenza e della migliore efficienza possibile.

Solo così il fisco potrà un giorno apparire meno iniquo e la collettività potrà, in concreto, beneficiare di interventi più adeguati e meglio rispondenti alle necessità rappresentate.

Dr. Fernando Sacco

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