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In libreria “Il sogno di Chiara”, l’ultimo romanzo di Lorenzo Marotta di Aidone

Lorenzo Marotta  (2)Arriva in libreria la terza fatica letteraria di Lorenzo Marotta; con “Il Sogno di Chiara” (1914, ed. Vertigo, collana Approdi) lo scrittore torna sul luogo del delitto, in Aidone, il suo paese, il luogo dell’anima e delle memorie, il natio borgo selvaggio dal quale sembra che, quanto più ci si allontani, tanto più si venga in qualche modo risucchiati.

L’autore, uomo di cultura, impegnato fino a qualche anno fa attivamente nella scuola come docente e poi preside, ha iniziato la sua attività di romanziere con “Le ali del vento ” (1912 – ed. Vertigo, collana Approdi ) e poi le “Le Ombre del Male” (1913 – editrice Zona di Arezzo). Qualche tempo fa Marotta in un’intervista così definiva la motivazione profonda della sua scrittura: “Scrivere prima di essere un’idea è un bisogno. Un bisogno di comunicare, di dare forma a immagini, a dubbi, a paure, a sogni che sono dentro e premono per uscire, per essere rappresentate” e solo attraverso l’arte questa urgenza (3 libri in tre anni!) può essere incanalata per segnare strade, attraverso cui qualunque lettore si può ritrovare e lasciarsi coinvolgere in un viaggio catartico.

Il viaggio, come nel primo romanzo, è ancora una volta protagonista; chi vive nel profondo del più profondo sud è abituato a cercare nella grande città, anche se molto lontana, la possibilità di esprimere se stesso, coltivare le proprie ambizioni, vivere le opportunità che la piccola comunità gli nega; Luisa, la mamma di Chiara, partita da Aidone da studentessa, vive tutto ciò tra Firenze e Parigi, dove si incrociano esperienze e culture, si incontrano giovani che hanno come patria il mondo; ma, insieme al grande amore scopre anche la violenza, l’abbandono, il dramma di crescere da sola una figlia a cui prima o dopo dovrà dare delle risposte. Lorenzo MarottaE Chiara, diciottenne, quando apprende finalmente la verità parte alla ricerca del padre, Paul il giovane serbo bello e maledetto, che aveva violentato la madre e che a sua volta era stato vittima di violenze e di abbandoni perpetrati negli anni della sporca guerra; ma anche per Chiara il viaggio alla ricerca del padre, delle proprie radici e della propria identità si trasforma in “una discesa agli inferi tra brutture e ossessioni dalle quale ci si salva solo attraverso l’amore”. Come per gli altri due romanzi l’ambientazione dà il destro a Marotta per affrontare i drammi della contemporaneità: le guerre, seguite alla disintegrazione della Iugoslavia, e l’immigrazione in quest’ultimo, gli anni della contestazione giovanile e poi del terrorismo nel primo, i destini individuali che, quasi inesorabilmente, si incrociano con la malavita organizzata ne L’ombra del male.

L’esperienza della malattia, il male senza aggettivi, che Lorenzo Marotta ha voluto condividere con gli amici di Facebook, ricevendo simpatia, vicinanza, sostegno, non gli ha permesso di presentare quest’ultima sua fatica nel suo paese, che ha accolto con entusiasmo le due precedenti, ma, conoscendo la forza, il coraggio e la determinazione che sa mettere nell’affrontare i momenti difficili che la vita non smette mai di porci davanti, siamo certi che avverrà il prima possibile.

Franca Ciantia

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