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20 aprile: S.Agnese (Segni) di Montepulciano

Chi spizzica non digiuna
Agnese Segni nacque il 28 gennaio 1268 a Gracciano, piccolo borgo, situato a tre miglia da Montepulciano, nell’amena campagna, la Val di Chiana, che fa corona alla città, celebre, oltre che per il suo vino nobile, per la sua storia, per le ricchezze artistiche e per gli uomini illustri che ne ebbero origine. Basti ricordare il Papa Marcello II, il Dottore della Chiesa San Roberto Bellarmino e il poeta Angelo Ambrogini detto appunto il Poliziano. A Gracciano Agnese sentì presto il fascino delle cose spirituali. Durante una visita con i suoi familiari a Montepulciano ebbe modo di vedere più volte le suore del “sacco”, chiamate così per il rustico sacco che indossavano; la loro vista suscitò in lei una spontanea simpatia verso le religiose. A nove anni chiese di essere ammessa tra queste: vi fu accolta. Ben presto le suore si accorsero di quale tesoro avessero tra loro. Restò poco a Montepulciano, solo il tempo necessario per la formazione religiosa di base. Gli amministratori del castello di Proceno, un paesino oggi in provincia di Viterbo, allora nel territorio di Orvieto, si recarono a Montepulciano per chiedere alcune suore per la loro terra: l’ottennero, e Agnese fu tra le prescelte: era l’anno 1283. L’aspettativa della popolazione procenese non fu delusa; ben presto la fama delle virtù di Agnese, la giovane superiora del monastero, varcò le mura del nuovo convento e tutti poterono notare la sua profonda umiltà, il grande amore per la preghiera, lo spirito di sacrificio (per quindici anni visse di pane ed acqua), l’ardente amore verso Gesù Eucarestia. Il Signore l’arricchì anche del dono dei miracoli: spesso gli ossessi venivano liberati solo al suo avvicinarsi, più volte moltiplicò il pane in olio, malati gravi riacquistarono la salute. Non mancò però per Agnese la prova delle tribolazioni: gravi sofferenze fisiche la tormentarono per molto tempo. Agnese restò a Proceno 22 anni. A Montepulciano si richiedeva la sua presenza e lei, dopo aver accertato che la volontà del Signore era che tornasse nella sua terra natia, lasciò Proceno per la sua Montepulciano: era la primavera dell’anno 1306. In una visione, anni prima, Agnese aveva ricevuto dalla Madonna tre piccole pietre perché edificasse una chiesa ed un monastero; avuta in visione la certezza che si trattava di una costruzione da erigersi a Montepulciano, si accinse all’opera. Le suore avevano bisogno di una regola e di aggregarsi ad un Ordine religioso che ne assumesse la cura spirituale; perciò, adottata la regola di S. Agostino come base della vita monastica, Agnese scelse l’Ordine Domenicano per l’assistenza religiosa e ciò a seguito di una visione in cui S. Domenico l’invitava ad entrare nel suo Ordine. A Montepulciano fu angelo di pace tra varie famiglie nobili che si combattevano, e anche in questa occasione i poliziani, come già i procenesi, poterono ammirare la santità e il tatto di Agnese nel risolvere le controversie. A pochi chilometri da Montepulciano si trovano le acque termali di Chianciano; dietro le insistenze del medico e delle consorelle, Agnese vi si recò nel 1316. La sua presenza giovò a molti malati sui quali operò vari miracoli. Quelle acque però, come lei stessa affermò, non scorrevano per lei. Infatti dopo poco tempo, ritornata a Montepulciano, fu costretta a mettersi a letto, e la sua malattia si aggravò a tal punto che, sentendo avvicinarsi la morte, alle figlie che piangevano disse : “Se mi amate veramente, dovete godere della mia morte, non piangerla, figlie mie, poiché io vado alla Vita e alla felicità eterna. Come il nostro Padre S. Domenico, anch’io, con Lui, vi sarò più utile in Paradiso che quaggiù; non temete, sarò sempre con voi.” Il Signore l’accolse nella sua gloria il 20 aprile del 1317. Data la grande fama di santità, i frati e le suore domenicane volevano imbalsamare il corpo di Agnese e per questo motivo furono inviati dei signori a Genova per acquistare del balsamo, ma ciò non fu necessario: dalle mani e dai piedi della santa stillò infatti un liquido odoroso che impregnò i panni che coprivano il corpo della santa e ne furono raccolte alcune ampolle. Sparsasi ovunque la fama del nuovo prodigio, fu un via vai di malati che volevano essere toccati con l’olio miracoloso. Cinquanta anni dopo la morte, afferma il Beato Raimondo da Capua, il corpo di S. Agnese era ancora intatto in tutte le sue membra, come se la Santa fosse morta da poco tempo. Il medesimo testimone oculare lasciò scritto che la fama dei miracoli si divulgò per tutta la Toscana, per cui cominciarono dalle più remote regioni ad accorrere infermi alla chiesa che si chiamò subito di “Sant’Agnese”. Molti restavano guariti. Fra questi ve n’erano alcuni che, forse animati da maggior fede, ottenevano la grazia non appena arrivati al ponte vicino alla chiesa; altri recuperavano la salute nell’entrare in chiesa; non pochi, finalmente, pur rimanendo in casa, fatto voto di visitare Sant’Agnese, venivano subito liberati da gravi malattie. Pochi mesi appena dopo la morte, si cominciò a registrare i miracoli in un libro, dove spesso i pubblici notai erano chiamati a confermare le testimonianze dei miracolati. Da quel libro il Beato Raimondo trascrisse una lunga serie di miracoli e di grazie ottenute per intercessione di S. Agnese. L’agiografo scriveva: “a questa Vergine fu concesso da Dio un così immenso potere, che non vi fu specie di infermità, per contagiosa che fosse, che non si dileguasse alla sola di lei invocazione”. Anche oggi sono tante le famiglie di Montepulciano e fuori che ricordano l’intervento, qualche volta davvero miracoloso, di S. Agnese nei momenti più gravi e decisivi della loro vita. Il 12 maggio 1726 Pp Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini, 1724-1730) scrisse il nome di Agnese nell’elenco delle Sante Vergini; anche Caterina da Siena le fu devota e due delle sue nipoti furono monache nel suo convento.
Significato del nome Agnese: “pura, casta” (greco).

Oggi si celebrano anche:
S. ANICETO, Papa (dal 155 al 166)
SS. Sulpicio e Serviziano, Martiri a Roma († sec. inc.)
S. Secondino di Cordoba, Martire († sec. IV)
S. Marcellino d’Embrun (F), Vescovo (IV sec.)
S. Marciano di Auxerre (F), Monaco († 488 cc)
S. Anastasio di Antiochia, Vescovo e martire († 609)
S. Vihone di Osnabrück (D), Vescovo e martire
B. Domenico Vernagalli (1180-1219), Confessore
BB. Giacomo Bell e Giovanni Finch, Martiri in Inghilterra († 1584)
BB. Riccardo Sargeant e Guglielmo Thomson, Martiri in Inghilterra († 1586)
B. Maurizio MacKenraghty, Presbitero e martire in Irlanda († 1585)
B. Antonio Page, Presbitero e martire in Inghilterra († 1593)
BB. Francesco Page e Roberto Watkinson, Presbiteri e martiri in Inghilterra († 1602)
B. Chiara (Dina) Bosatta, Religiosa (1858-1887)
B. Anastasio Pankiewicz (1882-1942), Sacerdote O.F.M. e martire del nazismo

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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!

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1940, Martin Kamen scopre il carbonio-14. Il fisico canadese (1913-) scopre il carbonio-14 (14C) che ha una semivita radioattiva (v.Rutherford) di 5700 anni e che avrà un’applicazione importantissima nell’archeologia grazie a Libby (v.) nel 1947

compleanni
1808 Napoleone III
1889 Adolf Hitler
1972 Carmen Electra
proverbio
Chi non sa non dubita, e chi non dubita non intende
accadde oggi
1902 i ricercatori francesi Pierre e Marie Curie isolano il radio
1920 ad Antwerp in Belgio si apre la 7a edizione dei giochi Olimpici dell’era moderna
1975 in Grecia si tengono le elezioni per sostituire alcuni parlamentari dimissionari

frase celebre
“Di tutti i veleni l’anima è il più forte”
Novalis

consiglio
Per pulire gli specchi antichi
Gli specchi antichi vanno puliti con una miscela composta in parti uguali di acqua, alcol denaturato e paraffina.

cosa vuol dire
Indorare la pillola
Usare parole meno dure per rendere più accettabile una cosa non gradita
Il modo di dire è preso dall’antico uso dei farmacisti di dorare o argentare le pillole per renderle più gradevoli alla vista e al primo gusto

consiglio per terrazzo orto e giardino
Terra di foglie
Si prepara accumulando le foglie in un luogo ombroso e riparato dalla pioggia; si annaffiano moderatamente e si rimescolano spesso in modo da favorirne la frantumazione e la decomposizione, che le trasforma in un materiale omogeneo, soffice, permeabile, che si impiega come tale, o frammisto a terriccio, per preparare i letti di semina; la sua composizione, e sopratutto il suo ph, dipendono dalla qualità delle foglie.

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