Catania. “La Sicilia può attirare investimenti da parte delle aziende russe, come ha fatto Lukoil a Priolo (Siracusa) con un piano di 4 miliardi di euro. Un esempio che probabilmente aprirà la strada ad ulteriori opportunità”. Lo ha detto Sergey Razov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, per la prima volta nell’Isola dal suo insediamento, aprendo i lavori del VI Business Forum Sicilia-Russia, organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e TechEdge, in corso oggi a Catania. “La crisi con l’Ucraina – ha proseguito Razov – non può e non deve fermare i buoni rapporti bilaterali tra i due Paesi; le sanzioni in questo caso possono avere anche un effetto inverso alla depressione commerciale che si vuole causare”. E se la Sicilia attualmente pesa solo per 18 milioni sul valore dell’export italiano verso il Cremlino che nel 2013 ha superato i 10 miliardi di euro, il dato deve essere letto in “chiave di opportunità. Questo Business Forum va in questa direzione – ha concluso l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia – e ridà nuovo impulso agli accordi siglati nel novembre scorso, durante la visita del presidente Putin in Italia”. All’ordine del giorno dei lavori di oggi, a cui si sono accreditate 230 aziende siciliane con 70 aziende espositrici aderenti al Consorzio Etna World Trade, i temi dell’agroalimentare e del turismo, considerati driver di sviluppo per altri settori, come quelli della tecnologia avanzata e dell’innovazione.
Per Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia che ha organizzato l’evento: “La situazione finanziaria in Russia si è ormai stabilizzata. La crisi con l’Ucraina non ha fermato i fondi dei piani di sviluppo per i prossimi 10 anni. Le prospettive di business, quindi, sono positive e le aziende siciliane dovrebbero approfittare di questo clima e puntare sulle immediate eccellenze, come quelle dell’agroalimentare e del turismo per potenziare anche i settori della tecnologia avanzata e dell’innovazione di cui la Russia ha fortemente bisogno”. “La Russia – ha proseguito Fallico – importa circa 40 miliardi di euro di agroalimentare dal mondo; dall’Italia solo 1 miliardo e la Sicilia è ancora quasi totalmente inespressa. Così anche per il turismo che nel 2013 ha contato un milione di turisti russi nel nostro Paese, di questi ¼ è arrivato in Sicilia”.