La fiera si teneva dal 15 al 18 del mese di Maggio di ciascun anno e, insieme a quella di Settembre, era la più attesa, specie nel mondo contadino. Vi partecipavano venditori e compratori provenienti da tutta la Sicilia. Alle cinque del mattino di giorno 15 entravano in fiera migliaia di ovini provenienti da tutte le contrade del circondario e dai paesi vicini. Transitavano dalle regie trazzere e dalle vie cosiddette vicinali meno frequentate, per arrivare in città lungo le strade di arroccamento. Nella notte del 16 i pecorai con le loro mandrie lasciavano la zona fieristica per far posto ai bovini e a tutti gli animali da soma (asini, muli, giumente e cavalli). Il pianoro del Monte, dalla collina della Torre di Federico allo Spirito Santo, dalla chiesa di Montesalvo fin quasi a Papardura era un susseguirsi ininterrotto di animali, di uomini e ragazzi (garzuna), i quali, durante i quattro giorni di fiera si accampavano, in loco, con giacigli di fortuna. Era spettacolare quella distesa di bestie e di uomini, in attesa di contrattazioni per la compravendita dei loro quadrupedi.
Poi, negli anni a seguire l’urbanizzazione di tutta la zona e motivi igienico-sanitari hanno indotto le autorità comunali a trasferire la fiera nel campo boario di contrada Scifitello a Sant’Anna, dove fino a qualche tempo fa si è tenuto in vita anche il Concorso Zootecnico, finanziato dalla Regione. Da molti anni questo evento, come tanti altri in città, è caduto nell’oblio. Per la fiera merceologica, anno dopo anno, l’interesse dei cittadini è venuto sempre meno per il mutare delle consuetudini e per la presenza del mercato settimanale del martedì. All’interno della Piazza Europa, quasi ai margini, esisteva una grosso fabbricato a tre livelli, i cui locali furono adibiti a sale espositive, di rappresentanza e per ricevimenti (matrimoni) oltre che per uffici e magazzini. Costruito nell’immediato dopoguerra, fu inaugurato alla fine degli anni quaranta con la “1a Mostra dell’artigianato ennese”, nell’ambito dell’annuale Concorso Regionale a premi per ovini e bovini la cui organizzazione era curata dalla Camera di Commercio e dalle Associazioni degli allevatori. L’idea del Concorso fu quella d’incrementare e sostenere la fiera di bestiame e di merce varia che si teneva nel pianoro di Montesalvo, le cui origini risalgono ad oltre cinque secoli fa.
Fu battezzato “Palazzo Ente Fiera” e quando nel 1952 venne inaugurato il servizio urbano della SAIS, alla linea numero uno, venne dato il nome di “Ente Fiera – Lombardia”, mentre, viceversa, alla linea n° 2 quello di “Lombardia – Ente Fiera”. Ma s’intende…era lo stesso autobus, cambiava solo il cartello! Il palazzo venne demolito agli inizi degli anni ’70 per consentire la sistemazione della Piazza Europa e delle aree limitrofe. L’ultimo capannone, a suo tempo costruito per il ricovero degli animali partecipanti al concorso, poi adattato a locali per il mercato ortofrutticolo, è stato demolito non molto tempo fa per far posto al comando provinciale dei Carabinieri e agli alloggi degli ufficiali e sottufficiali dell’arma. Si hanno notizie sulle “Fiere e mercati in Castrogiovanni” a partire del 1420 quando la città chiese “alcune concessioni per la fiera di settembre, cioè le stesse franchigie, libertà ed esenzioni” della “Fiera di San Pietro” che si svolgeva in località Misericordia, nella valle di Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta.
Nel 1434, invece, la richiesta dei notabili cittadini fu quella di svolgere la stessa fiera “non più extra moenia, ma all’interno della città, in una piazza da stabilire, e dopo il 29 giugno per non interferire con quella di Calascibetta”. Porta la data del 28 novembre 1444 la petizione avanzata al vicerè di poter acquistare alcuni “lochi vacui” per ampliare il sagrato antistante la chiesa Matrice e ricavare una piazza ancora più grande “per subsidiu di…la fera et grandi utili di la aecclesia maiuri”. Fino ai primi decenni del secolo scorso, la fiera merceologica si teneva lungo la via che conduce al quartiere Fundrisi, con diramazione verso S. Tommaso (abbatiédda) la cui onomastica, ancor oggi, è “Via Mercato”.
Salvatore Presti
(tratto dal volume “Enna- il filo della memoria”, dello stesso autore, pagg. 143-144, edizioni Nova Graf, 2013.)
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