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Senza rete? #paolostaisereno – Botta e risposta tra Sindaco e Legambiente

Enna Paolo_Garofalo.jpgEnnesimo sopralluogo al castello di Lombardia, questa volta, pare, affollato e prestigiosamente rappresentativo. Presente l’Amministrazione Comunale, con il Sindaco, l’Assessore al ramo e l’Ingegnere Capo, il Genio Civile, con il progettista delle opere e la Soprintendenza con il Soprintendente.
Quindi i vertici dei tre enti direttamente interessati alla vicenda.
Ad accompagnarli, pare, sarebbe stato presente anche il Dr. Gianvito Graziano, presidente Nazionale dell’Ordine dei Geologi.
Leggo poi l’articolo di stampa e dallo stesso non posso che prender atto delle dichiarazioni fatte esclusivamente dal Sindaco, Dr. Paolo Garofalo, e che, se non smentite, devo pensare siano condivise dagli altri presenti ognuno per gli aspetti di sua competenza.
Entro quindi nel merito con riflessioni tutte mie che non posso che condividere con la cittadinanza.
Intanto una, politica, relativa alla lampante incapacità di condivisione del primo cittadino verso qualsivoglia parte della cittadinanza dimostri avere senso critico, caro signor Sindaco, il fatto che altri non la pensino come Lei non vuol certo dire che Le vogliano infilare un dito nell’occhio, ma solamente che, magari erroneamente, vediamo le cose da un altro punto di vista. Lei stesso fece nel suo programma elettorale, poi ben conservato in quell’ultimo, lontano mai più aperto cassetto della scrivania in Piazza Coppola, della condivisione un suo cavallo di battaglia. In quei giorni, preso, in buona fede, dalle Sue dichiarazioni, La votai e feci campagna per Lei nonostante la mia, dichiarata, non appartenenza al PD.
In questa vicenda avrebbe potuto cercare momenti di incontro, di spiegazione, di condivisione, invece, come in altri casi, Ella si è trincerata dietro proclamazioni di ragion di Stato, di pubblico interesse e ha dato l’impressione che ogni eventuale dissenso non fosse altro che una scusa per lanciarle degli strali in previsione delle oramai prossime elezioni.
Se dovessimo usare il gergo renziano, ad Ella così caro, le twitteremmo #paolostaisereno, che di serenità pare ne serva molta, peccato, sa, non amiamo Renzi ed il suo fintamente giovanile portato di boutade tecnologiche.
Provo a spiegarmi meglio: cosa Le sarebbe accaduto se, invece di malcelare questa sua inopportuna nevrosi da contatto avesse fatto una pubblica assemblea invitando gli stessi signori del sopralluogo e le associazioni che Le continuano a dire che la strada da Ella intrapresa danneggerà per sempre il Castello?
Nulla, non le sarebbe costato nulla, forse qualche attimo di sano dibattito, ma, caro Sindaco, dall’altro lato della barricata che Lei, e solo Lei ha innalzato, c’è gente per bene, ci sono cittadini, persone abituate a parlare senza gridare, persone che ricordano gli obblighi di una sana e buona educazione, persone che magari Le continuerebbero a dire che sta nel torto, ma che lo farebbero con garbo e con la semplice volontà di salvaguardare il “bene comune”.
castelloLombardia2Ma tant’è, Lei ha preferito la strada della separazione, della opposizione, delle barricate, forte di uno zoccolo duro, che come ebbi a dire in occasione della vicenda, pessima, me lo lasci affermare, della scelta degli scrutatori, si manifesta ogni qual volta il suo PD va alla conta… certo, sempre con qualche distinguo, divisi dentro uniti fuori, con una vecchia lezione della scuola scudocrociata che La rende posto ora inattaccabile. Ed allora Le chiedo con ancora maggior forza: visto che Lei è inattaccabile perché non fa quelle cose che la società civile si aspetta da un Sindaco inattaccabile?
Ma torno al castello, che di quello oggi mi voglio occupare. Comprendo la Sua preoccupazione verso la pubblica incolumità, non comprendo lo scarmazzo esagerato, mi creda, esageratissimo, che si è fatto circa la tenuta della scarpa rocciosa, e non posso che puntare il dito verso coloro i quali, e sono in tanti, e, potrebbero anche doverne rispondere, nel tempo hanno consentito persino agli alberi di crescere su una superficie che andava quotidianamente sorvegliata, ma, caro Sindaco, quella comprensibile preoccupazione non può, a mio avviso, giustificare alcuna apposizione di reti e chiodi, men che meno, come Ella dice, se gli stessi sono provvisori. Quella scarpa rocciosa “è” il monumento, non solo lo regge, quella scarpa rocciosa è parte integrante del castello e dell’acropoli della città di Enna e come tale va salvaguardata ad ogni costo. Questa, lo ripeto, è la mia, personale e posto ora inamovibile posizione.
Dalle Sue dichiarazioni viene fuori un percorso progettuale veramente complicato, intanto la pulizia, che è in atto e che tutti avevamo chiesto a gran voce, poi una chiodatura, e qui ci piacerebbe capire come, dove, e con quale mimetizzazione, poi, ancora, il posizionamento di reti. Le stesse, a dir suo, provvisorie e poco visibili perché presto ossidate. Mi chiedo, se da togliere perché non attendere il definitivo iter progettuale e non metterle, anche in ragione del loro costo, e poi, se si ossidano, di che materiale sono, visto che, a norma, le reti ad uso paramassi devono essere in acciaio inossidabile?
Boh, qualcosa non torna, sarà colpa di chi ha trascritto la dichiarazione, ma, purtroppo, le Sue di parole, vanno sentite solo in tal modo…
Io, da semplice cittadino, che, come Lei sa, (uno dei suoi primi impegni pubblici da Sindaco fu proprio la presentazione di un mio lavoro sul castello a Lombardia), al castello è affezionato, non posso che dirLe: Sindaco, sta sbagliando e di grosso, sta sbagliando il modo di parlare alla città, sta sbagliando ad intervenire con maniere del tutto inopportune su di un monumento, sta sbagliando a non trovare altre strade ed altri modi. Se lo dico, evidentemente è perché tengo acché questa città abbia ancora speranza di essere amministrata dopodiché, giustapposte le reti, chiederò ai consiglieri di farsi portavoce delle istanze di una parte, piccola, magari non intruppata, certamente non maggioritaria, della città e di chiedere la sua sfiducia.

Giuseppe Maria Amato
Consulente Ambientale
Presidente CEA Sicilia



06/08/14 – Riprendiamo dal quotidiano La Sicilia a firma di Tiziana Tavella la risposta del Sindaco Garofalo (non abituato volutamente a rispondere alle nostre news):
Chiamato in causa sulla questione sicurezza al castello di Lombardia e in particolare sull’utilizzo della rete sul costone roccioso e della mancanza di ascolto delle posizioni dei cittadini ennesi che si sono definiti più volte contrari, il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, risponde così: «Comincio con il dire che non ho deciso niente in merito alla apposizione o meno della rete, avendo partecipato al sopralluogo non certo come esperto, per questo ruolo erano presenti sovrintentendenza, genio civile e il presidente nazionale dell’ordine sei geologi. Come sindaco ho personalmente verificato l’esistenza di concreti problemi di sicurezza. La rete rappresenta un provvedimento momentaneo, per evitare la chiusura del l’anello del Castello di Lombardia, in attesa che possa essere finanziato il progetto di intervento definitivo. Voglio evitare che si lasci il monumento simbolo della città chiuso e che ci siano problemi di sicurezza in particolare per i più giovani che frequentano l’area. Qualora esistano altre soluzioni attuabili sarò ben felice si sentirle, ma queste vanno fatte principalmente presenti a sovrintendenza e genio civile». Sulla mancanza di ascolto e dialogo con i cittadini ennesi il sindaco Garofalo aggiunge «non mi sono chiuso a riccio anche perché nessuno mi ha mai chiesto un incontro. In comune con Legambiente e con chi vuole la tutela delle bellezze di questa città ho l’obiettivo che queste possano essere costantemente fruite e godute da tutti in sicurezza». Infine Garofalo: «Quello della messa in sicurezza del castello e’ un intervento da realizzare con urgenza e non vorrei che finisse come quando constatata la pericolosità del l’albero di viale Diaz non lo si è tagliato in tempo per le proteste degli ambientalisti e lo stesso albero e’poi caduto ferendo una persona».



Non poteva mancare la controreplica ufficiale di Legambiente Enna:
“Accettando di buon grado l’invito finalmente porto dal Sindaco al Comitato spontaneo per la salvaguardia del Castello di Lombardia, non possiamo che sottolineare come ci rattristi quella inutile e certamente poco elegante chiosa finale che lo stesso fa sulla vecchia questione degli alberi di Viale Diaz. Ricordiamo allo stesso Sindaco ed alla cittadinanza tutta che le associazioni, peraltro chiamate dai cittadini, si opposero al taglio indiscriminato dei pini lungo il Viale e che sin da allora sottolinearono come ci fosse l’urgenza di intervenire intanto in maniera tecnicamente valida con perizie sullo stato di salute dei pini e poi con la eventuale sostituzione graduale degli stessi con essenze più consone all’alberatura di un viale.
Legambiente continua a sostenere, peraltro, che va fatto un intervento radicale sul verde urbano e che lo stesso, nonostante l’importante incarico conferito ad un agronomo per la conoscenza del patrimonio vegetale della città, appare come un fatto secondario per la Amministrazione Garofalo quando, invece è una delle più alte priorità per il miglioramento della vivibilità cittadina.
La questione del parco urbano ad Enna bassa, quella delle due ville comunali in pessimo stato di manutenzione, quella delle alberature di Piazza Mazzini, del monumento ai caduti, il pessimo intervento operato nell’area oggi destinata alla biblioteca Kore, la condizione delle palme che seguono Viale delle Olimpiadi, sono tutti esempi di come questa Amministrazione non sia riuscita in quattro anni e, e lo sottolineiamo, con il lavoro indefesso ed encomiabile dell’ex Assessore Savarese, che è stato interlocutore convinto e capace, a fare del verde pubblico una sua bandiera. Non compare poi alcun possibile nuovo progetto né sul verde né, tanto meno, sulla mobilità alternativa con strade verdi, questa “freddezza” ci fa dire che appare veramente poco sopportabile questa “lezione” che ripetutamente viene declamata ad ogni possibile incontro con la stessa amministrazione, l’alibi dei cattivi ambientalisti, caro Sindaco, tienilo per altri momenti, usalo quando avrai da raccontar favole ai nipotini, qui c’è gente seria che vuole il bene della città, e, non ci crederai, persino il tuo”.

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