Enna: c’era una volta…, prima dell’avVento di Eolo

C’era una volta un paese in cui la legge era uguale per tutti anche se per alcuni era più uguale di altri e per certuni era addirittura a discrezione personale. Or bene in questo paese andavano assai di moda certe installazioni periodicamente semovibili, meglio intese come gazebi. Queste installazioni, intese gazebi, tanto piacquero ai paesani che da periodiche che erano divennero perenni e abbellirono pub, pizzerie, ristoranti, bar allungandosi e allargandosi a seconda delle velleità dei baristi, dei pizzaioli o degli avventori di passaggio.
Un giorno però capitò una cosa bella assai, nel capoluogo più alto d’Italia.
Eolo passeggiando per quelle alture tanto si innamorò di un gazebo che in un impeto di smodata passione se lo portò via lontano. Fu allora che i savi del posto grati al caso per il pericolo passato si riunirono per decidere il da fare: normare o non normare? Dopo lunghe discussioni si pensò di far così: qualcuno avrebbe dovuto abbattere nonostante le previe autorizzazioni, qualche altro avrebbe pagato per il gazebo abusato perchè: “caro il mio signore noi non rilasciamo autorizzazioni per gazebo… semmai le concediamo una pedana” e ci fu pure chi la struttura costruì, tra alberi (ei furono…) e passeggio. Accade pure una cosa strana dal nulla spuntò una zona franca entro la quale ognuno faceva quel che voleva. Sarebbe comparso un documento che al punto 3 avrebbe sancito il principio di eguaglianza sottolineando che compito della Repubblica è: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Ora con buona pace di tutti noi attendiamo ancora che quell’articolo si estenda a tutto il paese, trasformando Enna da isola autonoma a statuto specialissimo a città della Repubblica con ordinamento regolare.