Li stavamo aspettando e puntuali sono arrivati. Per fortuna ci sono loro, i black bloc, a difendere i diritti umani. Neri come la peste, violenti come un uragano, ignoranti come delle capre. Hanno compiuto la loro missione e se ne sono andati, ma, a parte la devastazione, nessuno ha colto il senso della loro protesta. Pare di aver capito che fossero contro l’Expo, ma non sono stati capaci di spiegarne il motivo. Almeno con le parole. Perché quelle, loro non le usano, sono superflue. Meglio far parlare molotov e bombe carta, di sicuro più incisive e ricche di significato.
Solo un ragazzetto, forse neanche ventenne, dal viso apparentemente pulito, ha provato a farfugliare qualcosa davanti ad un microfono acceso. Oh mamma, forse meglio quando taccioni! Raccapricciante la sua pseudospiegazione, anche se, evidentemente, la causa del problema viene da lontano, dagli sbagli degli adulti, incapaci di educare i giovani ai valori e al rispetto.
“Niente, abbiamo spaccato un po’ di robe, così!”. “Perché l’avete fatto?”, chiede il giornalista. “In che senso?” è la risposta. L’intervistatore incalza ancora: “È giusto così?” e il ragazzo, dopo aver arzigogolato una sfilza di parolacce, risponde con intelligenza acuta: “Certo, è una protesta. Loro lo devono capire e se non lo capiscono con le buone”.
Ma cosa devono capire e chi sono “loro” non è dato sapere. Soggetto e complemento oggetto rimangono avvolti nel mistero. Così risulta difficile comprendere le ragioni di una protesta. “Io non ho fatto niente, guardavo la gente che spaccava le cose e pensavo: ca… se avessi anch’io qualcosa in mano spaccherei tutto!”. Poveretto, l’hanno pure lasciato a mani vuote i compagni black e questo non è giusto. “Comunque è stata una bellissima esperienza. Non è la prima volta che partecipo ad una protesta. Io quando sono in mezzo ai disastri sono contento”. “Tu aderisci a qualche gruppo di contestazione?”, chiede ancora l’intervistatore. “Boh, non lo so, io quando c’è casino faccio casino anch’io, nel senso, mi diverto”. Meno male, oggi il ragazzo è tornato a casa soddisfatto. Si è sfogato, vomitando sulle strade e sui palazzi di Milano tutta la sua rabbia animalesca repressa. Almeno lui stasera potrà raccontare quanto bella ed interessante sia stata la sua giornata.
Valentina La Ferrera
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