Se c’è un territorio definibile “SUD – SUD“, questo è Enna. 3I danno il suo aspetto: inaridimento territoriale; inviluppo economico; invecchiamento sociale. Girando però la medaglia, se ne presenta un altro: quella della sua Università, ovvero quando una sfida è vincente, un’idea diventa felice realtà, un lungo viaggio porta verso sicuri approdi. Senza forzare la mano, o meglio il pensiero, si può ben dire che per altri territori siciliani può essere un modello da seguire nei tratti vitali: Idea, Progetto e Coesione.
Idea pensata e voluta sin dagli anni ’80 da Cataldo Salerno, allora giovane brillante, colto e tenace. Progetto edificato dallo stesso con Andò come Rettore, con Galvagno Presidente della Provincia e i Sindaci dell’ennese. Coesione radicata tra le locali Istituzioni, forze politiche e soggetti sociali rappresentativi. È il caso di dire che c’è stata una Classe Dirigente capace d’edificare il futuro.
Tutto ciò è storia che ha reso onore e meriti ai protagonisti. Purtroppo, se si stendono i suoi nervi fino al presente ci accorgiamo che questi sono deboli, ed alcuni si presentano scoperti. Se si rompessero, sarebbe una rovina per Enna e un danno per la Sicilia. Occorre, pertanto ridargli tonicità e energia, toccando da subito i due più scoperti. L’intrusione di noti poteri politici locali e la Governance. Scrutiamo ciò che è visibile per ragionarci sopra senza forzature. Salta subito agli occhi il protagonismo elettorale del pres. Salerno fatto di scontri spiacevoli e partigiani. È suo diritto, anzi va annotata la chiarezza nella sua scelta di campo, che aiuta alla lettura dell’asse di potere nostrano Crisafulli – Salerno, legittimo ma respinto con il voto di giugno. La Kore sarebbe fin troppo politicizzata, e questo è inammissibile in linea di principio. Si vuole che sia un bacino elettorale e un centro di potere politico ben etichettato? NO, e poi NO! È opinione diffusa che lo sconfitto Crisafulli abbia peso determinante al punto che il giornale Repubblica di Palermo scrive “L’Università di Enna è una sua creatura”. Se così fosse ci sarebbe solo d’allarmarsi. È pur vero, però, che è membro del Cons. di Amm.ne della Fondazione Kore, il cui statuto (una vergogna) sancisce che l’ex sen. con altri ex onorevoli sono componenti a vita. Sissignori a vita! Oltre che irregolare, è stupefacente, poiché da 10 anni nessuno osa levarli per manifesta illegalità.
C’è altro. La Fondazione, che amministra l’Università con cospicuo bilancio, non ha più come socio il C.E.U (Consorzio Ennese Univ.) messo in liquidazione per tenere, forse, fuori gioco Comuni Provincia). Ne consegue che Kore fondazione non ha soci attivi (come è possibile?) ma ha Amm.ri a vita e Presidente di fatto sine die. Ci si dica in quale altro luogo d’Europa tutto ciò è riscontrabile! Ridare elettività e regolarità legale agli Organi di gestione è un atto dovuto e urgente. Non si vuole, comunque, gridare allo scandalo. Lo facciano altri per non farsi magari accusare di un silenzio complice. Oggi, conta allontanare la 4° Università siciliana da un crinale pericoloso e minaccioso ove uno scivolone sarebbe mortale. È il caso di dire “tornare al passato” risalendo i versanti Idee – Progetto – Coesione.
· Idee per cooperare, ad esempio, con i Paesi deboli mediterranei nell’Alta Formazione; o per fare della Kore un Centro Meridionale del Sapere e della Ricerca.
· Progetti per divenire, ad esempio, il Polo Universitario di Sicilia Interna; per fare, ad esempio di Enna – Città Universitaria con atti forti d’integrazione per obiettivi comuni.
· Coesione con nuovi soggetti pronti alle sfide innovative e consci d’entrare in quest’avventura storica che è la Kore, magari assieme, se ci sta, a un Salerno affrancato da un potere logoro e impresentabile.
Ripartire, dunque. Ma solo dopo avere se non cacciato i mercanti dal Tempio, almeno fuori dalla pieve i bottegai della politica intrigante.
Vincenzo Cimino