L’intervista di Lucia Borsellino su Repubblica del 17 – da custodire come documento che agevolerà la lettura sofferta di una delle pagine più sconvolgenti dell’attuale Storia siciliana – ha richiamato la nostra attenzione sulla Sanità ennese. Leggiamo: Siamo riusciti a mettere in piedi la rimodulazione della rete sanitaria con il sì di tutti i sindaci, ad eccezione di quelli della provincia di Enna. Annotiamo pure nella pagina a seguire: il primario Tutino, sodale di Crocetta, chiama il manager Sampieri per dirgli che “ha la lista dei nominativi (dir. ASP) e domani sera sarà dal Presidente…”. Sampieri, a sua volta, avverte Calogero Muscarnera (manager dell’ASP di Enna) di una riunione da Tutino con Lui e Migliore per vagliare “la lista dei nominativi“. Toh, ancora Enna presa di striscio, pur senza attrito!
Ma un filo di ragionamento lega Operatori della Sanità Ennese, Sindaci nostri e Manager ASP. Niente forzature, ma si accenda almeno un cerino sul Teatro, piccolo e con luci soffuse, ove si ritrovano Attori protagonisti di una triste commedia. Il soggetto è sempre quello. In nome di una Difesa del nostro territorio (così com’è), anche se lo condanna alla marginalità, immobilismo, isolamento e chiusura.
I Sindaci ennesi hanno detto NO al Piano proposto dalla Borsellino, magari per tenere in piedi un sistema locale insostenibile perché: limitato nei servizi ospedalieri, inadeguato alla crescita delle specialistiche, inadatto per le eccellenze sanitarie e appesantito da apparati statici e superati. Non è così? I fatti e la realtà ci portano a questa amara conclusione. Purtroppo per noi cittadini. Abbiamo 4 ospedali l’uno fotocopia dell’altro, presidi diffusi ma dispersivi, mega strutture per metà vuote e alcune del tutto come quella di Pergusa, assistenza sanitaria poco attrezzata. Ne consegue che i nostri servizi per la salute sono tali da spingere l’ennese a farsi curare in altre Provincie e Regioni. Può darsi che non si soffre di Malasanità, ma di Passata Sanità è certo; qualcosa di più serio ed allarmante per il futuro di un territorio ormai inaridito in diversi campi pubblici e privati.
Gli operatori sanitari con la fungaia dei sindacati orbitanti hanno spinto i Sindaci a rifiutare il Piano di Ristrutturazione della Borsellino? Non ci è dato sapere, ma ricordiamo a noi stessi che nel passato spesso sono entrati “ in agitazione “ per difendere, solo e di fatto, quel che c’era e per garantire primariati, incarichi dirigenziali e posizioni vantaggiose personali. Il tutto in un loro ingresso diretto, decisivo e di comando nella Politica locale e provinciale. In compenso, reparti e servizi si contano in molte decine ma i posti letto diminuiscono, le competenze non giganteggiano, non ci si dota d’attrezzature moderne, i burocrati appiattiscono la gestione. È evidente che si tratta d’aspetti prevalenti che, però, emarginano aree di degna qualità professionale.
Muscarnera è stato commissario dell’Azienda Sanitaria. Chi è questo signore? Ad Enna è passato inosservato, forse perché, come tanti altri, ha fatto il dirigente per poche ore la settimana e della Sanità ennese non se ne curava un fico secco. È risultato, però, per la Procura di Palermo uno dei 4 vertici del Quadrilatero Tutino nella cui area si sarebbe dovuto articolare il sistema sanitario siciliano la cui spesa è di 9 miliardi l’anno.
Conclusioni azzardate: cos’è la Sanità Ennese con il cerchio magico dei “Sindaci del No alla Borsellino – Operatori con le loro Associazioni – Dirigenti pilotati dal potere palermitano? Gli ennesi lo sanno, anche se non ne prendono coscienza civica. Quelli di cui sopra cambino testa, se vogliono aiutare Enna e la Sicilia ad uscire dal pantano melmoso.
Vincenzo Cimino