L’Expo delle meraviglie
(E se li avessimo nutriti a casa loro? Davvero?)
di Dina La Greca
‘Expo, nutrire il pianeta’ (e pure chi lo abita suppongo), questo lo slogan che inneggiava alla solerzia di questa edizione italiana, ambiziosa quanto ottimista nelle aspettative.
Chiaramente, all’Italiana, siamo arrivati al battesimo di maggio in ritardo e malconci, impreparati e arruffati come gli ultimi della classe.
Ovviamente volevamo farci belli agli occhi del mondo, e con un’occasione del genere potevamo anche riuscirci; potevamo! Ma non è andata così…
Potevamo non renderci zimbello con errori grossolani e soldatini schierati con mazzette da bulletti…
Potevamo!
Ora, è vero che l’Esposizione Universale ha sempre decantato le eccellenze del settore a cui è preposta, come quella di oltre un secolo fa dove addirittura si esposero quadri “macchiolati” a tinte coloratissime che oltraggiavano il classicismo pittorico e che poi chiamarono Impressionisti; certo in quel caso Monet, Manet e compagnia bella tentavano di sbarcare il lunario…e mangiare pure. Oggi chi ha mangiato con Expo mi sa proprio che non è il nostro povero e martoriato pianeta in questione.
Sarebbe stato opportuno tramutare l’esposizione in una più moderna e impalpabile dimensione virtuale? (visto che in virtualità si trattava di esporre le idee rivoluzionarie di molti padiglioni) e così destinare l’enormità di denari spesi a implementare colture alternative in parti davvero svantaggiate del nostro pianeta? Oppure, chessò, depurare intere sorgenti d’acqua a vantaggio di popolazioni prive del prezioso minerale? O ancora, evitare ogni ulteriore danno con imponenti costruzioni fini a se stesse per appena sei mesi, non inquinando con l’indotto costruttore?
Ovviamente io sto vaneggiando, ovviamente tutto ciò era impensabile dai grandi che pensano in grande, ovviamente gli Stati Uniti dovevano promuovere gli immensi allevamenti (intensivi) spacciandoli per nutrizione popolare, quando si sa bene che per debellare la mortalità infantile per denutrizione basterebbe che mangiassimo TUTTI cereali e derivati. Già!
Il grande fierone all’italiana, perché di questo si è trattato anche se voleva erigersi a internazionale, ha sicuramente presentato al meglio le delizie locali mondiali, ma oggettivamente a prezzi poco popolari e con la quasi assenza di degustazioni; cavolo, alla fiera del cavolo lo fanno assaggiare e ad Expo no?
Non mi addentro in problematiche logistiche e da post-Expo per non infierire ulteriormente, certo è che nel complesso il risultato è stato appena sufficiente e l’affluenza sotto le aspettative, considerato che ci si aspettava dovessero coprire l’ingente esborso atto alla costruzione materiale ed immateriale dell’enorme dragone italiano.
Approfondimento (!):
In cucina arrivano meduse, alghe e insetti
In un futuro non troppo lontano potremo mangiare, oltre ai piatti tipici della tradizione gastronomica italiana, anche pietanze a base di meduse, alghe e insetti. Delle opportunità offerte dal novel food come fonte di nutrimento alternativo per integrare i cibi tradizionali in vista della crescita della popolazione, per contrastare la malnutrizione e come esempio di sostenibilità ambientale si parlerà a Expo, il 21 ottobre dalle 13 presso l’Open Plaza – Expo Center nella conferenza ‘Research, suistainability and innovation in new foods’. L’evento, moderato da Massimiliano Mizzau Perczel del Cnr, è coordinato da due ricercatrici del Consiglio nazionale delle ricerche, Graziella Chini Zittelli dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi (Ise-Cnr) e Antonella Leone dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa-Cnr), ed è organizzato in collaborazione con Euromarine (Eu), Archimede ricerche e la Fao
“Le meduse possono trasformarsi da disagio in risorsa: nel Mediterraneo ci sono centinaia di tonnellate di biomassa di questi cnidari, costituiti essenzialmente da acqua e proteine, soprattutto collagene, con efficace attività anti-ossidante”, spiega Leone. “In particolare, molecole estratte dalla Cassiopea mediterranea (Cotylorhyza tuberculata) mostrano una significativa attività anti-cancro contro cellule di carcinoma mammario umano. Alcune specie, inoltre, per l’abbondanza di composti bioattivi, potrebbero rappresentare nuove fonti alimentari, o mangimi alternativi, e una preziosa risorsa di sostanze naturali di interesse biotecnologico, nutraceutico, nutracosmeceutico”.
Negli ultimi decenni si è osservato, fra l’altro, un incremento della presenza di meduse nel Mediterraneo, con un notevole impatto su pesca, acquacoltura, balneazione e persino sull’efficienza degli impianti industriali costieri. Del tema parlerà a Expo Stefano Piraino dell’Università del Salento, coordinatore del progetto europeo Med-Jellyrisk: “I progressi della ricerca stanno consentendo di identificare con crescente precisione i meccanismi biologici ed ecologici che determinano questi fenomeni, di quantificare e prevedere il loro impatto sull’ecosistema marino e sull’uomo, ma anche di rivelare alcuni potenziali risvolti positivi”. Anche l’intervento di Lucas Brotz della University British Columbia (Canada), che sta conducendo un’analisi del fenomeno meduse su scala mondiale finalizzata a una loro possibile utilizzazione, sarà incentrato sulle meduse, sulle quali dice: “Il loro aumento mette senz’altro a disposizione una preziosa fonte proteica, ma bisogna verificare che questa proliferazione non crei nuovi problemi”.
Anche le microalghe hanno importanti proprietà nutritive e rappresentano una delle fonti più promettenti di proteine e di composti bioattivi (acidi grassi polinsaturi, pigmenti e vitamine). “In particolare la Spirulina (Arthrospira platensis), ricca in proteine, pro-vitamina A, minerali (Ca, Mg e Fe), acido g-linolenico e ficocianina, è da secoli usata come alimento in Asia, Messico e in Africa: 100 g di questa microalga contengono almeno 60 g di proteine, una percentuale non riscontrabile nella carne né in altre fonti vegetali”, precisa Chini Zittelli. “Potrebbe essere usata per realizzare alimenti nutraceutici come pane, pasta e prodotti caseari, in particolare per anziani, bambini, sportivi e vegani; in Paesi meno ricchi, potrebbe garantire una dieta bilanciata e ridurre la malnutrizione. Le colture microalgali, infine, possono diminuire in modo significativo il sovra-sfruttamento di suolo e acqua e pertanto rappresentano una valida alternativa alle colture agricole tradizionali”.
Ricchi di proprietà nutritive sono anche gli insetti, che suscitano però qualche resistenza negli italiani. “Sono circa due miliardi le persone che, in più di 90 paesi, si nutrono di insetti”, precisa Francesco Gai dell’Ispa-Cnr. “Questi animali secondo la Fao possono rappresentare un’opportunità percorribile per migliorare lo stato di nutrizione nelle popolazioni dei paesi in via di sviluppo: sono infatti ricchi di proteine e grassi ‘buoni’, di calcio, ferro e zinco”. Sul perché dovremmo mangiare insetti e sulla sostenibilità dei loro allevamenti parlerà Paul Vantomme della Fao.
Degli aspetti di tipo normativo e legislativo che influiscono sull’introduzione dei nuovi cibi nella dieta degli italiani parleranno a Expo Silvio Mangini di Archimede ricerche e Wolfgang Gelbmann, coordinatore del gruppo di lavoro sui Novel Foods alla Nutrition Unit dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha il compito di valutare la sicurezza dei nuovi alimenti, mentre il potere normativo è deputato al Parlamento Europeo. Attenzione verrà riservata anche alle prospettive offerte dal mercato dei nuovi cibi con Elena Pagliarino dell’Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile del Cnr.
“In un mondo sempre più affollato cresce l’esigenza di sfamare gli uomini con nuovi cibi. La ricerca può dire molto in questo settore, caratterizzando le proprietà nutritive e organolettiche dei nuovi cibi e fornendo informazioni sulla loro salubrità”, commenta Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cnr. “Le sorprendenti proprietà nutritive di alcuni cibi largamente disponibili ma culturalmente assenti dalla dieta dei popoli occidentali, come insetti, meduse e alghe, meritano di essere valorizzate. Le prospettive di utilizzo dei nuovi cibi, nell’alimentazione umana come in quella animale, sono molto interessanti, ma bisogna fare attenzione a pianificare bene lo sfruttamento di queste risorse, per evitare di produrre danni agli ecosistemi”.
Alla conferenza parteciperà lo chef Gennaro Esposito del ristorante Torre del saracino di Vico Equense (Na), che mostrerà come la cucina mediterranea possa accogliere in modo vincente i nuovi alimenti.