Accade che quando si racconta la morte si scopre la generosità. Rosi a Berlino vince l’orso d’oro e lo condivide con i lampedusani, a cominciare dal dottore Bartolo che durante l’emergenza sbarchi, emergenza che dura da appena venticinque anni, ne ha visitati a migliaia e morti e vivi. E’ il nuovo olocausto, è la nuova indifferente indolenza, è la nuova vergogna che pare onore a chi la usa per un voto in più senza ritegno e senza rispetto. E’ una condizione cronica che durerà ancora e ancora almeno per vent’anni e che non si arresterà per i muri e i fili spinati e per le lordure di xenofobi logorroici, reali e virtuali. Sono i nuovi “pezzi” quelli galleggianti nel Mare Nostrum, sono i nuovi schiavi del bene e del male. Sono loro: donne e uomini e bambini, tanti, troppi, che ci costringono a attualizzare la retorica del 27 gennaio. Non vi affaticate a postare frasi fatte guardateli i nuovi sommersi, vi stanno accanto e intanto Trump si avvicina alla Casa Bianca e intanto a Roma gli invisibili di ieri diventano visibilmente discriminati oggi e intanto il Concilio della Misericordia continua nel disinteresse generale e intanto Regeni viene offeso e l’Italia va alla guerra senza passare dal Parlamento.
Gabriella Grasso
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