La regionalizzazione dell’Ente autodromo di Pergusa
di Massimo Greco
Il tentativo di regionalizzare la governance dell’Ente autodromo di Pergusa è più che legittimo visto che a fronte di un contributo regionale annuale di 400/500 mila euro l’anno, la Regione non è presente neanche nel consiglio di amministrazione dell’Ente ma si limita a designare una rappresentanza nel collegio sindacale. Tuttavia, sul piano della prospettiva le perplessità non mancano e concernono sia l’aspetto intrinseco all’attività sportiva che quello dell’adeguatezza del livello istituzionale. In territorio ennese si registrano già precedenti analoghi con risultati tutt’altro che incoraggianti: la regionalizzazione del Museo di Centuripe e dell’Area di sviluppo industriale. Mentre il Museo di Centuripe, la cui fruizione turistica è irrilevante, rimane aperto solo per mantenere in servizio i dipendenti, l’Area di sviluppo industriale, sotto la guida dell’IRSAP, è diventata una distesa di capannoni vuoti in cui sopravvivono solo l’Azienda dei F.lli Arena e “PanDittaino”. La regionalizzazione, quale rimedio solamente finanziario, non funziona e questo dovrebbe fare riflettere il nostro legislatore regionale che, a giorni, si troverà ad affrontare il problema dell’Ente Parco Floristella per il quale, anche in questo caso, gli enti locali non sono più in grado di assicurarne il mantenimento in vita.
In tale contesto di “liquidità delle Istituzioni”, in cui va certamente rivisto il patto sociale sottoscritto da Stato sovrano e cittadini, occorre seriamente considerare, senza alcun pregiudizio ideologico, il ruolo dei privati. Pensare di continuare a mantenere l’attuale arcipelago istituzionale, definito opportunamente policentrismo esasperato, non solo non è più possibile per la nota scarsità di risorse finanziarie ma perché, obiettivamente il modello di gestione pubblica dei servizi d’interesse generale (non tutti ovviamente) sta mostrando livelli di stanchezza non più sostenibili.
Pertanto, che ben venga la regionalizzazione dell’Ente autodromo di Pergusa a condizione però, che non ci si limiti a sostituire un’inefficiente governance locale con un’inefficiente governance regionale. La scelta del modulo fondazionale (magari di partecipazione) sarà infatti utile per consentire il necessitato ingresso di interessati partners privati.