Il Tribunale di Enna, si è pronunciato annullando la delibera del 6 dicembre 2012 del Collegio di Liquidazione di Enna Euno S.p.A. in liquidazione, composto da Michele Sutera e Giovanni Intelicchia, nella parte in cui dispone di assumere il personale di Sicilia Ambiente e gli atti esecutivi successivamente posti in essere.
Per cui Enna Euno S.p.A. viene condannata in persona del legale rappresentante p.t., alla refusione delle spese del giudizio in favore del Comune di Troina, (n.d.r.: a suo tempo l’ex Sindaco Salvatore Costantino presentò l’esposto, lo studio legale degli avvocati Francesco Occhipinti e Gaetana Palermo è stato il domiciliatario del Comune di Troina ed ha collaborato con il prof.Cariola, avvocato del Comune), spese che si liquidano in complessivi € 7.208 di cui € 470 per spese ed € 6.738 per compensi professionali, oltre IVA, CPA e rimborso spese generali.
Piove sul bagnato.…anzi sui rifiuti. Il Tribunale blocca le assunzioni
In piena emergenza rifiuti, aggravata dall’arrivo dello scirocco più noto come Scipione l’africano, la sentenza del Tribunale ordinario di Enna che annulla la deliberazione della società d’ambito “EnnaEuno” con la quale era stato autorizzato l’assorbimento del personale dipendente della liquidanda società “SiciliaAmbiente”, rischia di far saltare definitivamente il sistema di raccolta dei rifiuti in provincia di Enna. Ne parliamo con Massimo Greco.
Adesso si rischia seriamente il caos?
Sì, questa sentenza in effetti mette un’ipoteca su un sistema che già di suo aveva poche possibilità di soluzioni positive. Basti pensare che proprio in queste ore anche il Sindaco di Enna sta valutando l’ipotesi di avvalersi dei poteri extra-ordinem per scongiurare un’emergenza sanitaria in piena estate.
Di chi è la colpa di tutto questo?
Lo abbiamo detto tante volte e lo confermiamo adesso a maggior ragione. La società d’ambito EnnaEuno non è mai stato uno strumento alieno rispetto ai poteri d’indirizzo politico e controllo dei Sindaci soci. Al contrario, i Sindaci continuano ad esercitare, ancora oggi, il controllo analogo congiunto sulla governance della società che, nonostante i periodici commissariamenti ad acta operati dalla Regione, rimane pur sempre una struttura societaria dei Comuni.
Ma la delibera di assunzione è stata adottata dai liquidatori del tempo….
Sì ma qui non si discute della responsabilità giuridica che appare evidente, ma di quella politica. I Sindaci si sono sempre rifiutati di perseguire la via maestra su questa vicenda, cioè quella di affidare al mercato concorrenziale il servizio integrato dei rifiuti per l’ambito territoriale provinciale. Le clausole sociali di salvaguardia dei livelli occupazionali previste sia dalle normative di settore che da quelle contrattuali avrebbero consentito serenamente il passaggio di tutte le risorse umane impegnate nella liquidanda Sicilia Ambiente nel soggetto aggiudicatario del servizio. Si è voluto invece seguire il percorso tortuoso della gestione diretta del servizio in presenza di un quadro normativo che, in materia di reclutamento delle risorse umane, era già mutato.
Quindi i Sindaci che si sono avvicendati nella società “EnnaEuno” hanno sbagliato tutto?
Sì, hanno sbagliato almeno quattro volte: la prima nel non avere riaffidato il servizio in house alla società “SiciliaAmbiente” dopo i necessari adeguamenti statutari suggeriti dal CGA; la seconda nell’avere optato per una gestione diretta del servizio anziché ricorrere al mercato concorrenziale; la terza nell’avere inteso garantire i livelli occupazionali attraverso un’ardita operazione di assorbimento; la quarta nell’avere reso impraticabile la fase di transizione verso la nuova società di regolamentazione di rifiuti (SRR).
Come si potrà affrontare adesso questo ennesimo problema?
Le Ordinanze sindacali non sono dei jolly da giocare sempre, comunque e in qualsiasi occasione extra-ordinem. Né l’art. 191 del D.Lgs. n. 152/2006, né gli artt. 50 e 54 del D.Lgs. n. 267/2000, autorizzano il Sindaco a porre in essere provvedimenti che, pur perseguendo scopi senz’altro meritevoli, non tengano presente il principio giuridico secondo cui, pur in presenza di gravi circostanze che mettono in pericolo la collettività, occorre bilanciare e contemperare le diverse esigenze in conflitto.