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La casuale mediocrità al potere

La casuale mediocrità al potere
di Massimo Greco

Ci risiamo, le nostre Istituzioni democratiche, checchè se ne dica, anche questa volta ci daranno la possibilità di scegliere tra i numerosi candidati coloro che dovranno rappresentarci in seno all’Assemblea Regionale Siciliana. Il sistema elettorale attuale consente una doppia preferenza, una per il candidato alla Presidenza della Regione e una per il candidato inserito nella stessa lista provinciale. L’unica limitazione al voto democratico è rappresentata dall’alta soglia di sbarramento (5%) che ogni lista dovrà raggiungere in ambito regionale per usufruire della ripartizione proporzionale dei seggi. E’ probabile che questa limitazione abbia contribuito a scoraggiare alcune potenziali candidature come quella del Sindaco di Troina. Per il resto gli elettori non hanno alibi per non andare a votare. In campo c’è di tutto, belli e brutti, com’è giusto che sia in democrazia. Ci sono candidati donne per il 50% dei posti disponibili in lista (due), ci sono candidati espressione dei territori e della categorie sociali, ci sono candidati navigati e “ca scorcia”, ci sono candidati neofiti e “di primo pelo”, ci sono candidati di testimonianza e riempitivi, ci sono candidati inconsapevoli e distratti, ci sono candidati “per riconoscenza”, ci sono candidati “per protesta”, ci sono candidati “a credito”, ci sono candidati “vuoto a perdere” e ci sono pure candidati utilizzati come “testa d’ariete”. La varietà delle candidature non deve meravigliarci perchè rispecchia, evidentemente, il territorio che la esprime, se è anche vero che società civile e società politica altro non sono che due facce della medesima medaglia. E quindi puntare il dito sulla sola classe politica è solo un esercizio retorico che nasconde l’incapacità della nostra società di riempire di contenuti valoriali e culturali il concetto di “partecipazione”. Se infatti è vero che ogni società ha il governo che si merita, è nella medesima società che bisogna ricercare le cause di tale progressivo decadimento. Se questo è il tempo della mediocrazia la colpa non può certo imputarsi a chi, ancorchè deficitario dei necessari requisiti richiesti dal buone senso, esercita il costituzionale diritto di elettorato passivo, ma a quella categoria di cittadini più dotata che, continuando a guardarsi questo triste spettacolo dalla finestra, finisce per essere solo epidermicamente fedele alla Repubblica. L’obbligo di fedeltà alla Repubblica previsto in Costituzione per tutti i cittadini va infatti parametrato e personalizzato. Chi più può, più deve!

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