La crescita e lo sviluppo delle interconnessioni economiche, sociali e culturali sembrano aver annullato ogni tipo di distanza tra le diverse aree del mondo, fino a renderci cittadini di un unico “villaggio globale” all’interno del quale culture e popoli diversi tendono a confrontarsi e ad influenzarsi, divenendo sempre più simili tra loro. La globalizzazione investe ogni campo della nostra vita: grazie all’apertura delle barriere commerciali, all’evoluzione dei trasporti e delle telecomunicazioni, oggi non è più inusuale indossare abiti prodotti al di fuori dei confini nazionali, guardare film stranieri o ascoltare le hit musicali di tutto il mondo.
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Il settore alimentare italiano non ha potuto far altro che subire l’influenza del fenomeno dell’integrazione, portando sulla tavola degli italiani alimenti provenienti da molto lontano, come il sushi giapponese, il cous cous, tipico dei paesi affacciati sul Mediterraneo e celebrato in Sicilia con il Cous Cous Fest, fino a giungere all’ormai diffusa tradizione della cucina americana. Piatti come gli hot dog o gli hamburger accompagnati da croccanti patatine fritte sono così comuni in Italia da essere considerati parte della cucina nazionale. Il successo della cucina americana non è casuale: i fast food, veri e propri ambasciatori a stelle e strisce nel mondo, hanno saputo imporsi all’interno di una società frenetica, in cui si dà sempre più importanza alla praticità e all’economicità, fino a raggiungere un’elevatissima portata di diffusione.
È importante, però, non fare l’errore di associare i piatti della cucina americana al cosiddetto cibo spazzatura o da strada. Oltre ai classici hamburger, infatti, questa può vantare la presenza di piatti di qualità che spaziano dalla carne al pesce, come è evidente anche dalla selezione presente su Deliveroo, dedicata proprio al connubio tra l’American food e la possibilità di gustarlo anche a casa. La scelta di carne selezionata, la varietà offerta e la presenza di piatti più elaborati del semplice hamburger dimostrano come la cucina americana non sia più sola prerogativa dei fast food, ma anche dei numerosi ristoranti a tema diffusi sul territorio italiano.
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Già nel 2012, un’indagine della Fondazione Leone Moressa aveva rilevato la presenza in Italia di 9 imprese della ristorazione gestite da stranieri su 100, per un totale di circa 50.000 ristoranti etnici sul territorio nazionale, che contribuivano, insieme alla totalità delle imprese straniere presenti sul territorio, a quasi il 7% del Valore Aggiunto Nazionale. L’indagine ha messo anche in evidenza un lento ma progressivo aumento della frequenza dei ristoranti etnici da parte degli italiani: il 19%, infatti, ha dichiarato di mangiare in ristoranti etnici almeno una volta al mese.
Al contrario di quanto si possa pensare, la globalizzazione del settore alimentare non riguarda solo città cosmopolite come Milano o Firenze, ma anche realtà dalle tradizioni più radicate come la Sicilia, con Palermo in prima posizione, che sta da anni assistendo ad un vero e proprio ridisegnamento dell’economia del sistema alimentare, che lascia sempre più spazio alle tradizioni della cucina non autoctona, seppur senza trascurare la cultura locale. Come si evince dai dati Infocamere, rielaborati per l’indagine sopracitata, è proprio la cucina americana ad essere la più influente a Palermo, così come quella tedesca in provincia di Messina, Catania ed Enna. È così che, accanto alle prelibatezze della cucina italiana e siciliana, si fanno spazio hamburgherie, rosticcerie, minimarket etnici e insegne che celebrano la bellezza del pluriculturalismo.