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Il popolo del doppio cognome

La notizia che in questi giorni sta facendo scorrere fiumi di inchiostro, o di byte per quanto concerne gli spazi online, è sul doppio cognome. Siccome ormai siamo tutti per le pari opportunità (e chi non tifa il doppio cognome è uno sporco omofobo fascista da mettere, democraticamente, a testa in giù a piazzale Loreto), tutti a esprimere gratitudine e meraviglia per questa rinnovata difesa da parte del ministro Dadone del M5S. Ora si dirà che siamo sempre quelli contro i 5 stelle, e che quindi siamo pronti a sparare anche dinnanzi a questa “conquista di civiltà” (peraltro la presunta civiltà è stata ottenuta nel 2017 con una Sentenza che dava la possibilità di attribuire il doppio cognome). E vabbè, siamo diventati talmente “civili” che da oggi possiamo paragonarci a Iadava, il famigerato re indù che, all’atto della creazione degli scacchi, per compensare il suo inventore di questo gioco che lo aveva molto appassionato, concesse a questi, Lahur Sessa, di esaudire un desiderio. Il Lahur, che certo fesso non era (non aveva quindi la tessera dei 5 stelle), gli disse “tu mi darai un chicco di grano per la prima casella, 2 per la seconda, 4 per la terza, 8 per la quarta e così via per ogni casella di scacchi”. Il re, che invece era sicuramente di stampo pentastellato, dinnanzi a questa richiesta rise e, per “conquista di civiltà”, accondiscese. Il conto totale alla 64ma “civile” casella fu di 18 trilioni 446 biliardi 744 bilioni 73 miliardi 709 milioni 551 mila 615. Glieli diede per amore di civiltà? Ci sono varie versioni. Ma siccome, date queste simpatiche posizioni ministeriali e il plauso dei vari elettori di quella squadra, pensiamo che sia un numero troppo alto per chi al massimo riesce a computare “civilmente” fino a 10, passiamo ad un esempio concreto. Oggi nasce il figlio di Mario Rossi e Maria Verde e lo chiamano Arturo. Per la “conquista di civiltà” sarà Arturo Rossi Verde (o Verde Rossi dato che il Ministro “civile” vuole anche permettere la scelta dell’ordine, ma noi ci manteniamo con il cognome del padre prima della madre, saremo “maschilisti”, ma ci serve per essere più snelli… date le posizioni degli elettori pentastellati non vorremmo che leggere più di una pagina causasse loro violenti mal di testa). Arturo Rossi Verde cresce e si accoppia nel 2050 con un’altra figlia della civiltà Giovanna Bianco Nero da cui nasce il “piucchecivile” Antonio Rossi Verde Bianco Nero che cresce e si accoppia nel 2075 con la “piucchecivile” Ginevra Viola Giallo Fucsia Ambra da cui nasce il “civilissimo” Michele Rossi Verde Bianco Nero Viola Giallo Fucsia Ambra che nel 2100 si accoppia (e quindi neanche un secolo è passata dalla conquista di civiltà attuata da questi statisti che pensano alle prossime generazioni) con la civilissima Maria Antonietta Arancio Azzurro Indaco Grigio Cobalto Rosso Marrone Ocra da cui nascerà il super civile figlio del 22mo secolo Edgardo Rossi Verde Bianco Nero Viola Giallo Fucsia Ambra Arancio Azzurro Indaco Grigio Cobalto Rosso Marrone Ocra (e ci fermiamo qui). Pensiamo che davanti ai nostri occhi si dispiega in tutta la sua “civile bellezza” il frutto di quella genialità di questa battaglia di civiltà. La civiltà dei corsi e i ricorsi storici, dove all’inizio del 20mo secolo in Italia i nobili avevano nomi chilometrici e nel 22mo i cog…. (ci fermiamo qui) plaudenti delle “battaglie di civiltà” si distingueranno per i cognomi lunghi chilometri, le bestemmie dell’ufficio anagrafe, le maledizioni dei postini e chi, dinnanzi alla richiesta di un mutuo di 30 anni, rischia di estinguerlo prima di aver completato la firma. Viva la civiltà!

Alain Calò

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