Aumentano i contagi e non c’è paesello italiano immune da Covid 19. Al Sud la sanità cronicamente insufficiente non potrà fronteggiare un incontenibile aumento dei casi, ma l’ordine è: “niente panico”. I posti di rianimazione sono pochi e se dovessero servire si aprirebbero le sale operatorie per tamponare l’emergenza, ma questo significherebbe posticipare gli interventi chirurgici a data da destinarsi. Nell’ennese la sanità è malata e non basta a gestire l’ordinario, immaginiamo cosa può fare per lo straordinario.
Aprite i reparti chiusi del Ferro/Branciforti/Capra e del Chiello, dicono in molti. E il personale? Ci sono? Evitare il contagio è l’unico strumento che abbiamo per combattere una malattia per taluni mortale; una malattia che ancora è poco conosciuta e che fino a qualche mese fa stava dentro un pipistrello asiatico. Questa è la situazione.
Ridere della paura è da stupidi, sminuire i rischi da criminali, accusare i giornali di sciacallaggio da buffoni (specialmente quando a postare dei demenziali commenti è qualche giornalista locale nei riguardi di altri colleghi).
La gente deve essere informata e non blandita. I media devono fare una corretta informazione e chi scaglia strali in nome del silenzio, in un momento come questo, è patetico. Nei paeselli colpiti ancora marginalmente dal virus, la vita prosegue come sempre. Il mercato settimanale è sospeso? Accalchiamoci nei negozi, tutti insieme senza rispetto per le basilari norme indicate dagli scienziati perennemente invocati.
Baci, abbracci, strette di mano e colpi di tosse ovunque e su chiunque…tanto prima o poi bisognerà pur morire e i circolini? Affollati perché vuoi rinunciare anche alla birretta quotidiana? E allora che campiamo a fare.
Gabriella Grasso
vignetta Gianfalco
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