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L’insopportabile gelo tra Euno e Kore

L’insopportabile gelo tra Euno e Kore
di Massimo Greco

A meno di non essere costretti a farlo, non vogliamo più parlare della roccambolesca emancipazione dell’università Kore dai suoi padri fondatori (CEU e fondazione Kore), ricordandone solo gli aspetti positivi. La nascita del quarto ateneo siciliano al centro della Sicilia rappresenta l’unico recente evento endogeno che sembra sortire gli stessi effetti virtuosi della realizzazione della ferrovia, inaugurata nel 1890, della proclamazione di Castrogiovanni a capoluogo di Provincia nel 1926, e della successiva realizzazione dell’autostrada Catania-Palermo negli anni ’70, posizionandosi “di traverso” rispetto a quello che sembra essere un’inarrestabile declino verso la desertificazione delle aree interne e centrali. Ora, se a questo punto la presenza della Kore è fondamentale per il territorio ennese, l’assenza di dialogo con il Comune di Enna è un capriccio che non possiamo permetterci. Il Comune è infatti l’ente locale che rappresenta la propria comunità curandone gli interessi e promuovendone lo sviluppo. Funzione, quest’ultima, necessariamente amplificata dalla geniale soppressione della Provincia regionale. La dialettica politica tra chi vince e chi perde è sintomo di democrazia nella misura in cui si ha la consapevolezza che le Istituzioni appartengono a tutta la collettività. Nessuna Istituzione può essere piegata a fini di parte o risentire di fantasiose “libertà di coscienza”, né l’ente locale Comune, né l’ente universitario, le cui mission trovano radici in ambito costituzionale. Peraltro, in tutti i Paesi occidentali, da oltre vent’anni, è in atto un processo di riforme negli assetti istituzionali del sistema di governo delle università e delle politiche di istruzione superiore. L’obiettivo primario è oggi più che mai quello di rafforzare la rispondenza delle università alle esigenze sociali. Piaccia o non piaccia, è cambiato il significato socialmente attribuito all’università. Non è più solo comunità di docenti e studenti che perseguono l’eccellenza nella ricerca della conoscenza, ma anche qualcosa di diverso: l’università è multiversity, quindi è un’Istituzione multi-obiettivo che deve anche aumentare il capitale sociale medio, produrre servizi, creare imprese. In tale contesto, la collaborazione tra università ed ente locale, e più in generale con il sistema della ricerca, è ormai pervasiva in tutte le agende politiche che si occupano di sviluppo locale, scienza, tecnologia e innovazione. I collegamenti tra le due Istituzioni possono generare vantaggi per entrambi i lati della collaborazione. Sulla promozione di un numero selezionato di “ecosistemi innovativi” si basano le proposte di politica industriale nei maggiori Paesi europei (per non parlare degli Stati Uniti), come “i poli di competitività” francesi, i “centri catapulta” britannici, i quindici distretti tecnologici tedeschi. Il ruolo crescente giocato dalle politiche di sviluppo a scala regionale ha anch’esso contribuito a richiedere un’espansione delle funzioni del sistema universitario. I governi regionali considerano sempre più le università come parte del sistema regionale di innovazione e si aspettano che esse interagiscano con le imprese e le Istituzioni locali.
Bene, se al Comune va ricordato di essere stato tra i padri fondatori del sistema universitario ennese, alla Kore si richiede un salto di qualità: promuovere percorsi di “responsabilità sociale” attraverso un paziente lavoro di cucitura del territorio. E’ questo il ruolo più importante che la Kore è chiamata a svolgere in virtù della sua “Terza Missione”.
Insomma, per dirla con Luigi Celli, “Meno accademia, se si vuole, e più sostanza. Con una dose corroborante di «esprit de finesse»”.


news …a ricordo (link):

Cavallo di Troia al Consiglio comunale su facoltà Kore ad Enna alta. Conclusione: “c’ià putimu fa!” (ma quante le cose che non vanno!)

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