Ad Agira, patria di Diodoro Siculo, dal tessuto urbano piuttosto ben conservato e articolato in una complessa rete di percorsi di chiara matrice islamica, una grande macchina organizzativa per il presepe vivente, che la notte del 24 dicembre, viene rappresentato per le vie del centro storico fino al vecchio castello.
Odori, colori e figure di altri tempi: massaie, gruppi di bambini che giocano e di anziani che si scaldano attorno a un fuoco, ma anche fabbri e falegnami, all’interno di piccole capanne. Iniziato per caso nell’89, come racconta padre Filippo Nasca, presidente dell’associazione degli ‘Amici del Presepe’ oggi conta più di cento figuranti a rievocare l’antico mistero della nascita di Gesù, migliaia le persone coinvolte.
È l’unico in Italia a svolgersi proprio durante la notte di Natale.
La serata inizia alle 19 al quartiere alto di Agira con la raffigurazione degli antichi mestieri, alle 22 la messa di Natale presso la chiesa Santa Margherita, alle 23 all’esterno della chiesa la coreografia degli angeli danzanti, alle 23,30 l’inizio del cammino verso il castello, alle 23,45 all’altezza del largo Raccomandata racconti di fatti storici e mitici per poi a mezzanotte al Castello la scena della Natività.
La manifestazione del 24 dicembre è preceduta dalla novena natalizia e da diverse altre iniziative, per un giorno come per incanto ad Agira sembra che il tempo si sia fermato ed il passato per una volta abbia il sopravvento sul futuro.
Un richiamo per numerosi turisti, pronti a vivere una notte d’incanto e ricca di emozioni.