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Colpo di grazia al ceto medio

Colpo di grazia al ceto medio

di Massimo Greco


La politica è in difficoltà un pò ovunque nel vecchio mondo occidentale e la pandemia ne ha amplificato le debolezze strutturali. Tuttavia, sono soprattutto i Paesi periferici della UE, sull’ottovolante dei mercati finanziari, a risentire dello shortage di fiducia tra governanti e governati. La fiducia verso le istituzioni è in calo costante in tutto il vecchio mondo occidentale almeno dal profetico libro di Almond e Verba sulla cultura civile e la democrazia. Questo collasso di credibilità e di partecipazione politica va messa in relazione con la profonda metamorfosi sociale degli ultimi trent’anni, con l’avvento della società complessa in astinenza ideologica, che ha sostituito quella stratificata e di classe. Bauman l’ha chiamata liquida, Boudon del disordine, De Rita poltigliosa, Bagnasco fuori squadra, Touraine scomparsa, Giddens detradizionalizzata. Si tratta, comunque, di società difficili da integrare e governare, a causa dei processi di differenziazione sociale, conduttori di un più variegato pluralismo sociale, atomizzato e individualizzato. Questa decostruzione del sociale ha colpito soprattutto il cuore delle moderne democrazie, il ceto medio. La sovranità degli Stati Nazione ha dunque abdicato e anche lo Stato di diritto si è trasformato in uno Stato dell’economia. “Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria”. Questo concetto, ad un tempo plastico e apodittico, metaforico e materiale, dà la misura dell’attualità di Karl Marx, straordinario interprete e critico dell’epoca moderna. Oggi, unificato il mondo sotto il dominio di una pervasiva lex mercatoria (e di inediti e spregiudicati giochi finanziari), sono giunti al collasso tutti quei dispositivi solidi, dalla sovranità dello Stato, all’idea di democrazia, alla rappresentanza, alla partecipazione, all’idea di comunità, all’idea di progetto, all’idea di futuro per i giovani ecc…, con cui l’epoca moderna era venuta declinando la sua logica affermativa e le sue grammatiche generative. L’incipit di Marx – tratto dal Manifesto del 1848 – alludeva già, nella sua forte carica profetica, a quei processi di liquidità che abbiamo cominciato a conoscere e praticare solo a partire dagli ultimi due decenni grazie alle ricerche di Bauman. Si deve a quest’ultimo studioso dei processi sociali se la liquidità connota non solo tutti gli ambiti solidi di estrinsecazione dell’esperienza, ma anche le tonalità emotive che scandiscono la nostra esistenza. Società liquida, modernità liquida, paura liquida, amore liquido. Quella di Bauman altro non è che una raffinata ricerca di ciò che Marx profetizzava in embrione. Lo squadernarsi di un mondo messo in rete, reso più piccolo nelle sue contraddizioni sistemiche, sino a vedere collassare quei contenitori istituzionali che sino agli anni ’70-’80 del ‘900, ci avevano assicurato protezione e tutela, ovvero la quadratura del cerchio.

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