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Museo della Memoria di arte mineraria e civiltà contadina Stazione Ferroviaria di Villarosa

Museo della Memoria

Ogni paese dovrebbe avere un museo siffatto, ogni paese e la sua storia un luogo dove poter celebrare il rito del ricordo, del raccontare- vedendo, ogni paese ed i suoi cittadini un momento per incontrarsi – ritrovandosi.
La posizione geografica di Villarosa, al centro della Sicilia ed attraversata da sempre dai principali assi viari, ha favorito nei secoli l’avvicendarsi di diverse civiltà : dalla greca fino alla romana, e poi in epoca medioevale sotto Federico III di Aragona fino al 1700 con il Duca Notarbartolo che ottenne la “Licentia populandi” nel 1761.Le fasi alterne della storia di questo territorio hanno determinato la sua ricchezza e la sua inclinazione all’accettazione della novità e delle trasformazioni anche economiche.

Quest’esperienza rientra in un circuito che mira alla tutela e alla conservazione della memoria del passato, infatti, lo stesso nome indica l’importanza della collezione custodita all’interno del Museo.
Questo museo assume, per la città di Villarosa, una dimensione meritoria non solo dal punto di vista del recupero del materiale antico, ma rivitalizza e dà spessore culturale al territorio. L’idea nasce dal desiderio di indagare e recuperare una memoria che può e deve essere “ri-vissuta e ri-visitata” affinché i nostri nonni abbiano un ritorno al mondo che li ha visti protagonisti, i giovani imparino dal passato.
Infatti, l’operazione ha comportato una selezione, una ricreazione degli oggetti da custodire.
I Beni Culturali da conservare non sono dati dalla realtà, ma devono essere estrapolati dal continuum della vita vissuta, dai ricordi degli uomini che di tali beni hanno vissuto e fruito realmente.
L’idea della creazione del Museo, oltre all’impianto culturale sopra esposto, si deve alla volontà dell’Amministrazione, guidata dal Sindaco Franco Costanza, ad appassionati degli usi e costumi del centro Sicilia desiderosi di conservare e tutelare, per le generazioni future, la conoscenza, si deve altresì all’impegno profuso dalle lavoratrici LSU che si sono trasformate in indagatrici del passato raccogliendo la memoria orale del territorio e gli oggetti che adesso arricchiscono il museo. Gran parte degli oggetti, donati o prestati al Museo dalle famiglie di Villarosa e del circondario, rappresentano la cultura materiale ed anche gli stili di vita così come sono giunti a noi : abiti, giocattoli, attrezzi domestici, mobili, attrezzi da lavoro dell’artigiano , del contadino, del minatore, momenti di festa sia pubblica che privata …
Di particolare interesse vi sono i seguenti oggetti che hanno avuto un restauro di tipo conservativo:
– una culla in ferro battuto dei primi del ‘900,
– degli abiti da sposa, di cui uno risalente al milleottocento,
della biancheria da donna finemente ricamata a mano,
biancheria intima del corredo nuziale della donna,
biancheria intima del corredo dell’uomo,
corredi del neonato,
pregiati abiti per la funzione battesimale,
abiti usati per la prima comunione,
i giochi di una volta in originale ed alcuni ricostruiti fedelmente,
di notevole importanza sono gli oggetti del lavoro della tradizione contadina,
la ricostruzione fedele della camera da letto di una casa borghese degli anni ’20,
quadri e soprammobili.
L’attività del Museo è stata indirizzata al riordino museografico degli oggetti, che privilegia ricostruzioni di contesti del ciclo quotidiano, che dalla nascita giunge sino alla morte toccando tutti gli avvenimenti salienti della vita di ogni uomo.

 

Nelle sale del corpo principale della villa, sono stati esposti gli oggetti, costituiti soprattutto da abiti, foto e giocattoli, che rappresentano la nascita, il battesimo, il fidanzamento e il matrimonio. Nel corpo basso della villa sono stati esposti gli oggetti riguardanti l’economia e sono stati ricreati due ambienti: la stanza da letto e la cucina. Inoltre sono stati esposti dentro delle teche oggetti riguardanti la magia, il funerale e le feste religiose.
Secondo la teoria museologica e della didattica, il museo deve raccogliere i documenti della civiltà pre-industriale, per conservarli e presentarli al pubblico, con l’intenzione di far conoscere questi oggetti.
Gli oggetti sono diventati un documento di vita, creato e usato dagli uomini, interpretati grazie all’aiuto di un linguaggio specializzato: quello della conservazione dei musei e del supporto multimediale.
Per questo motivo, il Museo della Memoria, ricostruisce un percorso evolutivo attraverso i cicli della nascita e della morte descrivendo i sentimenti, gli abiti, gli usi e i costumi e la vita quotidiana di Villarosa.
Fermare il tempo, sospendere il giudizio, superare (come dice lo scrittore locale Luigi Di Franco) ” quelle barriere di silenzio che impediscono di percepire le voci” di un popolo di contadini, di zolfatai, ricco di tradizioni, preghiere, canti, proverbi…
Il museo, ubicato su due piani, presenta due forme espositive: una consente la visione dei reperti etno-antropologici, donati in parte dai cittadini; l’altra forma suggerisce la memoria storica e la rappresenta in modo virtuale.

Museo Stazione Ferroviaria di Villarosa

Villarosa. Quando i cacciatori giunsero in cima al monte, fra i tamerici e i sugheri radi apparve l’aspetto della vera Sicilia, quello nei cui riguardi città barocche e aranceti non sono che fronzoli trascurabili: l’aspetto di una aridità ondulante all’infinito in groppe su groppe, sconfortate e irrazionali, delle quali la mente non poteva afferrare le linee principali, concepite in un momento delirante della creazione: un mare che si fosse ad un tratto pietrificato nell’attimo in cui un cambiamento di vento avesse reso dementi le onde”.

Così appare, in una pagina de “Il Gattopardo”, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un paesaggio dell’interno dell’isola, e così dovette apparire, nell’anno di grazia 1787, l’altopiano zolfifero della Sicilia, al grande Goethe, quando vi giunse.

L’attività mineraria in Sicilia si imperniava sullo zolfo. A partire dalla dominazione Romana e fino ai secoli d’oro dello zolfo siciliano (diciottesimo e diciannovesimo secolo) proprio a Villarosa erano aperte decine di miniere, la sua stazione nacque “per” e “con” lo Zolfo.

Oggi nei binari della ferrovia mineraria adiacenti alla stazione fanno bella mostra sei carri opportunamente adattati per allestire un “Museo di Arte Mineraria e Civiltà Contadina”, il primo in Europa nel suo genere: vi sono esposti oggetti che erano di uso quotidiano nelle famiglie e nei luoghi di lavoro agli inizi di questo secolo, fino a creare l’ambiente caratteristico di miniera con travi e puntelli, con picconi carrelli e vecchi stivali, elmetti con le lampade ad olio, l’odore di zolfo che si mescola al tipico odore di treno ti fa incontrare con il passato; fatto di sudore e miseria, di sacrifici e stenti.

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