sabato , Luglio 27 2024

M5S: il “per necessità familiare” si ripete?

In questi giorni stiamo assistendo ad una vera e propria lotta intestina all’interno del Movimento 5 Stelle. Qualcuno che ha aderito al movimento ha finalmente capito che forse qualcosa non quadra. Che forse il Movimento 5 Stelle, che ha illuso tanti con gli slogan populisti, nasconde dentro sé quei classici connotati tipici di certe esperienze.

D’altronde lo sanno tutti che è un vero e proprio trionfo della libertà quello di espellere chi non la pensa come il capo (uno è libero di essere schiavo, naturalmente). E il capo fa sempre di tutto di portarsi dalla propria parte il popolo con il panem et circensem solo che, quando il panem scarseggia e il circensem diventa più noioso, meglio fregarsene del popolo cambiando i regolamenti interni. E sempre meglio tardi che mai, chi finalmente si è accorto che qualcosa non andava ha deciso di lasciare sbandierando ora ai quattro venti dei social di essere sempre stato persona libera, coscienziosa, equilibrata e bla bla bla. Vi racconto una storia simpatica: tra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso in Italia governava un partito unico che si chiamava Partito Nazionale Fascista, la cui sigla era PNF. Nel momento del suo splendore, i famosi “anni del consenso”, tutti gli italiani erano fascisti e le tessere del partito abbondavano. Sta di fatto che, caduto il Fascismo nel ’43 (ci sarà poi l’esperienza di Salò fino al ’45), quando si risaliva a vedere chi erano i tesserati del partito, del celebre PNF, chissà come mai tutti non erano tesserati al Partito Nazionale Fascista, ma avevano la tessera “Per Necessità Familiare”.

Alain Calò

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