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Da “Diventerà bellissima” a “E’ Bellissima”. Così Musumeci ha cambiato la Sicilia

Dall’iconico al reale, dall’utopico al contingente. La Sicilia è cambiata e l’auspicio di Borsellino oggi è cosa vera.
Dopo le parole di Micchichè e le scuse con i relativi chiarimenti (“Parenzo ha la faccia come il culo” ha affermato, scrivendolo su un cartoncino, il presidente dell’Ars Miccichè ospite della trasmissione Tagadà su La7 per chiarire la sfuriata dallo scranno più alto del più antico Parlamento del mondo) Musumeci ha cambiato il nome del movimento con il quale ha preso la Sicilia. E’ Bellissima sostituirà Diventerà Bellissima “perché ogni cosa è compiuta”, ha detto Musumeci. L’auspicio di Borsellino è realtà. La Sicilia svetta nelle classifiche sanitarie e a breve svetterà anche in quelle economiche e culturali, “la Lombardia è tramontata insieme al sole delle Alpi” ha dichiarato ai siciliani il loro governatore. “Un giorno questa terra sarà bellissima” disse il giudice ammazzato nel ’92 in via D’Amelio. “La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Questo il senso dello slogan usato da Musumeci e dato che la libertà è stata concessa a ogni suddito che ne ha fatto richiesta, unitamente a diaria quotidiana in allegato al vademecum di retorica vs degrado e all’acquiescenza elettorale, altro non si può “dimandare”. La mafia è stata registrata come brand e servirà solo ai percorsi turistici e ai gadget per gli amanti del genere. La parola svuotata di ogni significato ha perso ogni consenso ed è stata interiorizzata come modello. Palermo è tornata a essere la culla di civiltà diverse capaci di esprimersi nel rispetto reciproco. “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare” disse Borsellino e anche questo step è stato raggiunto ha chiosato Musumeci a conclusione di un doveroso chiarimento in merito ai successi conseguiti e alle forti parole di Miccichè all’Ars. “E’ comprensibile lo stato d’animo di chi lavorando con impegno quotidiano, per il bene di taluni siciliani, tema l’arresto o il rallentamento dell’iter necessario all’approvazione della finanziaria 2021 (già ampiamente in ritardo). La classe dirigente siciliana, da sempre abituata a privilegi e prebende, non capisce la priorità concessa ai poveri. I poveri non producono e non incidono sui destini di una terra destinata alla gloria. I poveri tali sono e tali resteranno. A leggere i dati sull’incremento della povertà c’è da rabbrividire. Se dovesse, la Casta, aspettare il proprio turno, con tutti questi poveri, quando farebbe il vaccino anti Covid-19? L’amico Miccichè, figlio di buona famiglia come l’amico Samonà, ha voluto evocare i poveri, memore dei suoi trascorsi giovanili in Lotta Continua, ma non succederà più. Da domani i parlamentari siciliani verranno vaccinati tutti e tutti con il miglior siero perché: Noi siamo Noi e il popolo semplicemente è niente, salvo in campagna elettorale”.

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