Enna 18/05/06 – Gheddafi non lo avrebbe fatto! Ne penso lo avrebbero fatto gli Usa se avessero accolto la istanza ed offerta fatta nel 1943 dai separatisti siciliani di far diventare l’Isola la 49° stella della bandiera a strisce e stelle di quelli che all’epoca vincitori sembrava avessero stabilito da noi buone basi amicali – si fa per dire – prima dello sbarco.
Concessero la 49/a alla Alaska e la 50/a alle Hawai, ma la Sicilia la lasciarono da parte e perché sapevano – mica fessi – che amministrarla sarebbe stato difficile e perché Yalta aveva già deciso quello che poi in questo giorni sta accadendo: terra “rossa” da utilizzare eventualmente come colonia penale.
Intendo che la sciare un territorio con circa 5 milione di abitanti (seconda regione più popolata della Repubblica) con 390 comuni, 9 province ed una Regione che si diede autonomia prima che la Magna Charta fosse scritta, senza manco uno smisciarato ministro a potere partecipare ai giochi (ma si, tali sono) del governo è una vergogna.
Ma il Presidente del consiglio cui per Costituzione (Art.92) spetta scegliere i ministri da sottoporre al Presidente della Repubblica per la nomina, (giuramento fatto ieri mattino) si è fermato come il Cristo di Carlo Levi ad Eboli.
Ha ritenuto la nostra isola parte da contrattare con Geddafi per ulteriori rafforzamenti degli accordi internazionali. In fondo se penso che proprio io amo dire che sono un nordista (dell’africa) cittadino italiano abitante in Sicilia, non posso dispiacermene troppo.
E se penso che altre due grandi regioni Lombardia e Veneto hanno subito la stessa sorte ne ho mezzo duolo.
Ma indignazione si!
E la sento perché, a parte la pillola che sarà addolcita con lo zuccherino dei sottosegretari, vice ministri, assistenti a questi ed altri nani e ballerine d’annata, l’accaduto sa: primo di penalizzazione perché hanno fatto cilecca sul piano elettorale (come in Veneto e Lombardia); secondo: perché appena hanno aperto bocca hanno mandato a farsi benedire Ponte ed altre facilities siciliane e terzo perchè con tutti i mammasantissima siculi alfieri a manca e centro dell’uomo della provvidenza ci si aspettava che almeno questi fossero rispettati.
Manco a pensarlo:a pesci in faccia! (avrebbe detto un celebre diplomatico “con il rispetto che meritano”).
Certo c’è anche da pensare – ad essere buoni – che hanno voluto bilanciare i quattro ministri siciliani dell’ultimo governo che poi ad essere onesti erano tanti come numero, ma pochi nel quanto fatto.
E forse ha pensato l’uomo della provvidenza quinquennale che meglio nessuno ma buono (concetto filosofico felsineo) che molti non tali.
Le vie della interpretazione del pensiero retrogrado sono in verità infinite.
Ma il fatto rimane e non ci resta che utilizzare in maniera congrua, giusta ed efficace la nostra decantata autonomia e mandarli a…guardare cosa saremo capaci di fare.
Il 28 si vota, se non annullano le elezioni ritenendo l’isola non più parte della Italia delle cento Province. E chi vuole può esprimere ciò che pensa senza rischiare di andare in galera per turpiloquio vituperio, offese, calunnie ed altre pinzillacchere (ma serie).
Stiamo celebrando il sessantesimo della autonomia e se questo è il dono del governo italiano offertoci solo per spronarci “alle grand’opere” (Giacosa) ben accetto. Ma anche a buon rendere con gli interessi che gli usurai bancari sono soliti richiedere alla gente del Sud che và a Milano o Roma per avere mutui a tassi normali che qui manco ce li sogniamo perché terra di persone di cui meglio non fidarsi!
Hanno detto che nei primi cento giorni faranno faville: speriamo che esse non incendino i covoni dell’odio. Sarebbe tragico e non credo l’Italia si meriti tanto.
In caso, buttarsi a mare, scegliendo acque che la navetta di Green Peace ha giudicato non inquinate.
Pino Grimaldi
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