Centosettantacinque anni fa, il 31 agosto 1837, a Catania, sua città adottiva, morì, stroncato di colera, all’età di 63 anni, il canonico Giuseppe Alessi, un ennese illustre, teologo egregio, naturalista insigne, scrittore di patrie storie, archeologo rinomato, eccellente letterato, direttore dell’Accademia Gioenia e rettore del Real Collegio delle Arti, docente di diritto canonico presso quell’Università ed esperto archeologo al Museo Biscari. Enna, sua città natale, gli ha intitolato una piazza e un museo, inaugurato nel 1987, nelle cui sale sono esposte le sue ricche collezioni di reperti archeologici, dipinti, monete, opere pittoriche, stampe, idoletti, ecc, raccolti durante la sua permanenza a Catania con una “attività quasi affannosa”. Le collezioni furono acquistate dai canonici della Chiesa Madre nel 1860 ed esposte parzialmente nei locali della Canonica fino alla definitiva sistemazione nell’attuale Museo a lui dedicato, che rimane purtroppo chiuso da circa sei anni. Quell’anno, col diffondersi dell’epidemia colerica, scoppiarono gravi disordini di piazza in quasi tutte le città dell’isola. Enna riuscì a contenere le dimostrazioni popolari e quando “venne scoperto il veleno causa del terribile morbo asiatico […] si giudica definitivamente salva, scioglie il cordone sanitario, riprende il lavoro, il consueto modo di vivere ed innalza alla Vergine Maria, con riti processionali, ringraziamenti per averla preservata da cotanto flagello”. In quel tempo Enna era sufficientemente dotata di organizzazione sanitaria potendo contare su 27 tra medici, chirurghi, levatrici e farmacisti oltre ad un ospedale attrezzato con due sale degenti, ubicato nell’area dove oggi sorge il Palazzo del Governo. Dopo la prima decade di settembre “il male cominciò a declinare” finché, alla fine dell’anno 1837, scomparse del tutto. I dettagli di quegli avvenimenti ci vengono descritti da Paolo Vetri nella “Storia di Enna”, (Vol. II – Rist. Ed. Ila Palma, PA, 1978) che nelle pagine della ricostruzione storica di quei tragici mesi vissuti dalla popolazione, c’informa che il bilancio fu pesante. Nel circondario di Enna furono colpiti 13 comuni con 2263 morti, ma in città furono censite poche vittime.
Salvatore Presti
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