“Proteggi i tuoi figli!!
***entro il 30 settembre in ogni comune municipio vai a firmare per abrogare la legge Cirinnà (art 1, comma 16) che introduce il gender nelle scuole***
basta carta identità e 1 firma, ti prego aiutaci!”
Su Whatsapp, tra i gruppi di mamme di asili e elementari, circolava invece questo messaggio: «In questi giorni i piani alti vogliono approvare una legge che prevede l’inizio da settembre 2015 dei corsi gender nelle scuole dei nostri bambini (…) La loro astuzia sta nel non informarci (…) e soprattutto nell’avere sempre la scusa dell’omofobia. C’era anche una catena, con estratto del DDL Fedeli che elencava il numero delle lezioni inerenti alla masturbazione, le dimensioni e finiva con l’ aborto». Mancano ancora i Sabba e le streghe…
La “legge gender” (che non esiste) costringerebbe maestri e alunni a cose aberranti: lezioni porno all’asilo, dimostrazioni di masturbazione alle elementari e sozzure irripetibili che servono solo ad alimentare le perplessità di chi non ha contezza della nuova peste: IL GENDER. “Chi ha parlato e continua a parlare di ‘teoria gender’ in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola compie una truffa culturale e voglio dire con chiarezza che ci tuteleremo con gli strumenti adeguati” ha affermato la ministra Giannini. Non temi ministra, una parte del mondo cattolico si sta già armando contro il male, meno male che c’è anche l’altra parte. A furia di vedere gender ovunque si è persa di vista l’urgenza di educare al rispetto, per prevenire ogni forma di discriminazione e violenza. Ora è possibile ragionare su queste gabbie senza fare crociate e senza gridare allo scandalo? Considerando che lo Stato non ha fatto nulla per introdurre nelle scuole l’educazione sentimentale?No! Non è possibile perché così si corromperebbero le giovani menti con grande scandalo per le vecchie coscienze. A mio parere scandaloso è che il sito You Porn è visitato dal 97% di ragazzi e che sempre su questo sito avviene il primo approccio alla sessualità della maggior parte dei bambini delle elementari, come racconta Stefania Girelli dell’associazione L’Ombelico. Anche Eleonora Cirant, bibliotecaria, giornalista e autrice di saggi, parla di una doppia morale difficile da scalfire: oltre un terzo di giovani tra i 18 e i 23 anni considera «puttana» una donna che dimostra un atteggiamento disinvolto verso il sesso. La disinformazione e l’indifferenza continueranno a educare i nostri figli, tranquilli e comunque giusto per essere chiari: “Tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere agli studenti non rientrano in nessun modo né ‘ideologie gender’ né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo”. Lo assicura il Miur nella circolare di chiarimento inviata ai dirigenti scolastici.
Oltre a richiamare gli articoli della Costituzione a cui si intende dare “puntuale attuazione” (3, 4, 29, 37, 51), la circolare cita quanto previsto dal diritto europeo “che proibisce la discriminazione per ragioni connesse al genere, alla religione, alle convinzioni personali, handicap, età, orientamento sessuale o politico” e osserva che le finalità della norma della Buona scuola “non è dunque quella di promuovere pensieri o azioni ispirati a ideologie di qualsivoglia natura, bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti..”.
Lo so l’articolo è lungo e noioso, ma fino a quando la Durso non tratterà l’argomento fatevelo piacere.
Gabriella Grasso
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