Il loto detto anche Kakì è un frutto tipicamente autunnale. Grazie al suo delicato e particolare sapore, fu tanto apprezzato dai popoli antichi tanto da essere definito come “cibo degli dei”. Origina nelle regioni calde della Cina settentrionale dove venne chiamato “Mela d’Oriente”; da qui si diffuse anche in Giappone e nel 1700 anche in Europa. La pianta del Kakì è molto coltivata nei paesi del mediterraneo. La pianta dei loti è molto longeva (vive in media 30-40 anni) ha una chioma folta a grandi foglie ovali ed è alta una decina di metri. La parte legnosa di questa pianta essendo molto dura viene utilizzata per fabbricare utensili molto robusti mentre la bacca, che corrisponde al frutto, si presenta globosa a buccia fine di colore giallo o arancione in base alla fase di sviluppo. Il loto appena giunge a maturazione, fra settembre e novembre, ha un gusto zuccherino e delicato. I cachi non vanno consumati subito dopo la raccolta: è necessario attendere che maturino ulteriormente, per eliminare il tipico effetto astringente al palato per l’elevato contenuto di tannini che man mano si riducono all’avanzare del processo di maturazione. Il Kakì può essere consumato fresco, oppure essiccato (ciò avviene soprattutto in Giappone). Il Kakì è un’eccellente fonte di beta-carotene (provitamina A) che da il caratteristico colore arancione, di vitamina C, di potassio, di acqua e di zuccheri mentre la ricchezza in fibre rende il frutto molto utile per chi ha problemi di stitichezza invece quando il loto non è ancora maturo e lascia un sapore aspro al palato ha un qualità astringente. Quando il loto raggiunge la completa maturazione diviene un frutto molto energetico (65 calorie ogni 100 gr di frutto) e a causa dell’elevato contenuto di zuccheri è sconsigliato ai soggetti diabetici e ai soggetti obesi. Inoltre per la buona concentrazione di potassio, il loto aiuta la diuresi. Concludo questo articoletto con una curiosità che ci proviene dell’oriente dove in Giappone il fiore di loto è considerato come il più bel fiore tanto da essere oggetto di culto ed essere assegnato alle ragazze più belle.
Rosario Colianni