Il sapore della tradizione. Pasta alla “carrittera”
La pasta alla “carrittera” è forse uno dei più semplici e poveri della tradizione siciliana. Ma non lasciatevi ingannare, perché il gusto quanto più è essenziale e tanto più è ricco. Di profumi, aromi e, in questo caso, di tradizione e storia. La ricetta in sé è davvero semplice, fatta di pochi ingredienti, e non a caso.
Ingredienti per 4 persone
– Bucatini gr. 600
– Aglio 4 spicchi
– Prezzemolo un mazzetto
– Pecorino (o ricotta salata) 50 gr
– Pane raffermo
– Olio
– Sale
– Pepe
Preparazione
Portate a bollore una pentola d’acqua, nella quale farete poi cuocere la pasta. Nel frattempo, tritate il prezzemolo il più finemente possibile e mettetelo in un piatto. Tritate anche l’aglio e mescolate insieme al prezzemolo. Grattugiate il pane raffermo sul trito di prezzemolo e aglio, aggiungete una presa di sale e qualche cucchiaiata dell’acqua di cottura della pasta. Mescolate con una forchetta e versarvi la pasta, una volta cotta. Occorre tener conto che il pane grattugiato assorbe molta acqua e, dato che il risultato finale deve essere un condimento molto fluido, vi conviene scolare la pasta conservando comunque l’acqua di cottura. Il tocco finale lo darà il pecorino (o la ricotta salata) grattugiato.
Della ricetta esistono infinite varianti, la più diffusa prevede l’aggiunta di pomodori freschi maturi, spellati e tritati insieme al mix di prezzemolo, aglio e pangrattato. Quella proposta resta però la versione originale, diffusasi tra le zone di Caltanissetta ed Enna quando la Sicilia era la principale esportatrice di zolfo. Un mercato importante, quello dello zolfo, che impiegava migliaia di minatori, “carusi” e il cosiddetto “indotto” costituito dai “carritteri”. Erano loro che provvedevano al trasporto dei pani di zolfo raffinato dalla miniera alla ferrovia. Da lì lo zolfo avrebbe raggiunto i porti navali, per essere esportato. Ma i carritteri erano figure passate all’immaginario collettivo, trasportando in solitaria la merce altrui per guadagnare poco. Caricavano i carri nel pomeriggio e viaggiavano la notte, al riparo dalla calura. Il lavoro poco remunerativo faceva sì che i carritteri portassero da casa l’occorrente per preparare un piatto di pasta; poche semplici cose che consentissero loro di avere un piatto caldo e che sazia. Divenne quindi proverbiale il fatto che ogni carrettiere portasse con sé la pasta, un pentolino, aglio secco, formaggio, un cartoccio con il sale, l’olio e un po’ di pane secco. L’acqua, del resto, la si trovava facilmente in una delle fonti durante il tragitto; un fuoco lo si improvvisava ovunque e qualche erba aromatica cresceva comunque ai bordi della strada.