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Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati. Parte 2°

Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati.
Parte 2°

di Massimo Greco

 

alaSe l’obiettivo che ci eravamo prefissi era quello di accendere i riflettori sulla complessa vicenda dei programmati lavori di ristrutturazione e adeguamento antisismico dell’immobile di Valverde adibito a Liceo delle scienze umane e musicali e a Scuola dell’infanzia, alla luce dei commenti e delle attenzioni ricevute possiamo ritenerci parzialmente soddisfatti, attesa l’esigenza di dare adeguato spazio informativo a tutti gli attori (istituzionali e non) a vario titolo interessati alla vicenda, a partire dai due Presidi rispettivamente dell’Istituto d’Istruzione Superiore Napoleone Colaianni e dell’Istituto comprensivo Santa Chiara che non hanno certamente nulla da rimproverarsi se non altro perché si sono insediati nelle rispettive funzioni solo lo scorso mese di settembre.

 

Abbiamo però l’ambizione di ottenere un risultato più concreto e immediato che, verosimilmente, coincide con quanto auspicato dalla comunità locale: dotare sia il Liceo delle scienze umane e musicali che la Scuola dell’infanzia di adeguati immobili dove si possa con serenità svolgere le ordinarie attività didattiche. Il tutto entro questa settimana del corrente mese di ottobre.

 

Per ottenere ciò cercheremo di orientare le fisiologiche tentazioni “allo scarica barile” delle Istituzioni coinvolte, verso soluzioni concertate e concentrate in unitari momenti decisionali. E’ infatti impensabile che ognuno degli Enti interessati (Enti locali, Scuole e Comando del VV.FF.) si limiti a porre in essere quanto di rispettiva competenza (rectius, mettendo le “proprie “carte a posto”) senza sforzarsi di trovare soluzioni congiunte incentivando strumenti che il nostro ordinamento conosce già come la “conferenza dei servizi”. La comunità locale non è tenuta, né interessata, a spulciare copiose documentazioni per individuare colpe e colpevoli, compito che, all’occorrenza, compete agli organi di controllo. Ai cittadini interessa che i servizi pubblici per i quali pagano le tasse vengano assicurati dagli Enti a ciò preposti per legge con efficienza, economicità e trasparenza.

 

In tale contesto, in cui s’intrecciano vessate e complesse questioni legate anche alla titolarità degli immobili scolastici (ancora oggi si sconoscono le proprietà di alcune scuole), necessita un azione di coordinamento promossa da un’Istituzione la cui autorevolezza è da tutti riconosciuta. Ci chiediamo se ci sia ancora un’Istituzione in grado di convocare tutte parti in causa per indurli ad assumere impegni condivisi. La soppressa Provincia regionale oggi trasformata in un obbligatorio Consorzio formato da venti Comuni di cui uno notoriamente scalpita per uscirne fuori? Il Comune di Enna che ha perso lo status di Comune capoluogo di provincia? La Prefettura, periodicamente inserita negli elenchi degli Uffici periferici del Ministero dell’Interno da accorpare a quella di Caltanissetta?

 

In attesa di ricevere urgenti risposte anche a queste domande, una puntualizzazione ci sembra doverosa. A differenza dei “fatti” correlati al diritto di cronaca che, se da noi scorrettamente narrati, devono essere rettificati, il diritto di critica consiste, invece, in un’attività prettamente valutativa, in un dissenso o consenso per lo più ragionati rispetto alle condotte o opinioni altrui. Dal concetto di critica esula, quindi, il requisito dell’obiettività perchè si risolve in un interpretazione soggettiva ed è, quindi, manifestazione di una lettura individuale dei fatti.

Per concludere, è giusto rilevare che la libertà di espressione (e di critica), garantita dalla Costituzione, costituisce uno dei cardini della democrazia ed è uno dei più potenti fattori di sviluppo culturale dei cittadini. Quando essa poi si rivolge a strutture che operano in un delicato settore pubblico, come nel caso di specie, la critica costituisce uno strumento di controllo democratico indispensabile.

 

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