Il Libero Consorzio comunale fuori dal Consorzio Universitario Ennese
di Massimo Greco
Continua la pantomima del legislatore siciliano sui Liberi Consorzi comunali, a conferma di quanto più volte da noi affermato circa l’assenza di una visione istituzionale di sistema in capo al Governo Crocetta e alla maggioranza dei parlamentari presenti all’ARS. Nel disegno di legge finanziaria approvato dalla Giunta di governo e sottoposto in queste ore all’attenzione dell’ARS è presente una disposizione che, nell’autorizzare la Regione a promuovere e sostenere l’offerta formativa universitaria decentrata, condiziona il riconoscimento del contributo annuale all’osservanza di alcuni adempimenti tra i quali “la fuoriuscita dei Liberi Consorzi comunali dalla compagine sociale”.
Ora, al netto di un’improbabile modifica del testo a cura dell’ARS, il legislatore regionale sembra andare ancora una volta in contraddizione con quanto già dallo stesso disciplinato. L’art. 27, comma 2, della l.r. n. 15/2015 non solo riconosce come funzione propria (!?) il sostegno e lo sviluppo dei Consorzi Universitari presenti nel territorio, ma abilita i medesimi Liberi Consorzi comunali a mantenere la stabile partecipazione, in qualità di soci, in Consorzi Universitari già partecipati dalle ex Province regionali.
Ancora una volta si fa fatica a comprendere l’effettiva volontà del legislatore in presenza di disposizioni così contraddittorie.
A nostro parere le ragioni di questo revirement del legislatore riposano sulla questione di fondo che abbiamo più volte evidenziato e che concerne la natura giuridica del nuovo ente intermedio. Il Libero Consorzio comunale previsto dall’art. 15 dello Statuto siciliano è infatti un ente non territoriale di governo sprovvisto di competenze a finalità generali. La natura giuridica dei Liberi Consorzi comunali, più riconducibile all’autonomia funzionale e strumentale che a quella politica degli enti territoriali costituzionalmente necessari (Comuni, Province, Città metropolitane), impedisce ai medesimi di promuovere beni e servizi non strettamente correlati alle funzioni amministrative espressamente numerate dalla legge.
In forza di ciò, la scelta di aderire ad un Consorzio Universitario non può che appartenere al singolo Comune espressione dell’autonomia politica e non anche al Libero Consorzio comunale che rimane, non solo per definizione, un ente consortile dotato solo di autonomia amministrativa e finanziaria e non anche di quella politica.
Pertanto, la nuova scelta del legislatore siciliano di condizionare l’impegno della Regione condizionandolo alla fuoriuscita dei Liberi Consorzi comunali dalla compagine sociale dei Consorzi Universitari, appare, ancorchè con acrobatica tecnica legislativa, più compatibile con lo spirito dell’art. 15 dello Statuto siciliano.
Dalle nostre parti il problema non si pone avendo la gestione commissariale del Libero Consorzio comunale determinato di fuoriuscire comunque dal Consorzio Universitario Ennese, dimenticando che l’annosa questione degli immobili concessi in uso gratuito al CEU per le attività accademiche della Kore trovava un equilibrio (rectius, giustificazione giuridica) solo mantenendo la partecipazione, e la correlata governance di maggioranza, all’interno del Consorzio Universitario.