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Il Dogma della Trinità: “quando il racconto di Dio diventa il racconto dell’uomo”

Il segno di Croce:
ci è stato insegnato da bambini, eppure esso rappresenta in sé la massima sintesi della nostra fede cristiana.
Quando ci segniamo con il segno della Croce, noi annunziamo il grande mistero trinitario.
I nomi che Gesù sceglie per dire Dio, sono nomi di famiglia, di affetto: Padre e Figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano. Spirito è nome che dice respiro, dice che ogni vita prende a respirare quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata. (E. Ronchi)
Dio non è in se stesso solitudine, è un infinito movimento d’amore.
“Nel nome del Padre” cuore che pulsa nel cuore del mondo;
“Nel nome del Figlio” nella fragilità del Figlio di Maria morto nella carne;
“Nel nome dello Spirito” del vento santo che porta pollini di primavera e non lascia dormire la polvere. (D.M. Turoldo)
Siamo in grado di trasmettere con coerenza evangelica l’amore trinitario? Esso è scelta prioritaria dei poveri, degli emarginati, degli ultimi…
Il nostro “oggi” è un’ opportunità immensa per incontrare i “crocefissi” della terra.
A loro dobbiamo guardare,
da loro possiamo imparare
il volto autentico della Trinità, il Suo volto d’amore.

don Giuseppe Rugolo

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