Ecobonus 2019: le novità in arrivo
La strategia nazionale che punta alla riqualificazione energetica degli immobili e ad una conseguente tutela ambientale trova ampio margine di manovra nelle detrazioni fiscali: le agevolazioni fiscali a cui hanno diritto coloro che decidono di intraprendere lavori per le ristrutturazioni edilizie che assicurino un efficientamento energetico dello stabile o dell’abitazione. Nel dettaglio, di cosa si tratta e quali sono le novità che ci aspettano nel 2019?
Spesso si sente parlare di ecobonus. Che cos’è? Si tratta della detrazione d’imposta del 65% sull’Irpef per i soggetti privati, e sull’Ires per le società, che riguarda i lavori di riqualificazione energetica. Per il riconoscimento del bonus, il fisco deve attestare che lo scopo di questi lavori abbiano una utilità sociale in termini di efficienza energetica e minor impatto ambientale.
In particolare, le spese detraibili sono quelle effettuate sul fabbisogno energetico per il riscaldamento. Si possono ottenere agevolazioni sulle caldaie da acquistare, se appartengono alle categorie di nuova generazione; sul miglioramento termico dello stabile che apporti modifiche alle coibentazioni, alle finestre e ai pavimenti; sull’installazione dei pannelli solari o sulla sostituzione degli impianti di riscaldamento invernale.
Il contribuente che voglia inoltrare una richiesta per ottenere l’ecobonus deve sapere che quanto più reale sarà il valore del risparmio energetico, tanto più sarà vantaggiosa l’agevolazione. Va da sé, dunque, che il beneficio fiscale sarà direttamente proporzionale alla percentuale del risparmio energetico previsto a seguito degli interventi.
Come sono ripartiti i massimali per gli ecobonus in base ai lavori di intervento citati?
Sono previsti 100.000 euro di massimale delle spese per tutti quegli interventi che abbiano come obiettivo una migliore efficienza energetica degli edifici già esistenti; 60.000 euro per i lavori riguardanti la parte esterna di edifici già esistenti e per l’installazione dei pannelli solari; 30.000 euro per la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento.
L’agevolazione garantita dall’ecobonus si applica solo sulle spese sostenute nell’anno in corso ed è normalmente ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Questi rimborsi sono garantiti dal fisco solo a fronte dell’inserimento, nella dichiarazione dei redditi, dei dati catastali dell’immobile in cui sono stati svolti i lavori. A completamento della pratica, si dovranno allegare i documenti previsti dalla legge e tutte le certificazioni che attestino l’effettivo svolgimento dei lavori. A tal proposito, è necessario specificare che le fatture dei lavori dovranno essere pagate solo tramite bonifico bancario.
Confartigianato Imprese ha annunciato che tutti i lavori che puntano al risparmio energetico di un edificio verranno agevolati anche per il 2019.
È stato inoltre anticipato che la conferma della proroga rientrerà nella legge di Bilancio 2019 e sarà strettamente legata alla revisione al rialzo dei requisiti di accesso.
Non è ancora stato ufficializzato se vi saranno novità riguardo alle percentuali di detrazione o se resteranno, come detto sopra, al 50% e al 65%. Tuttavia, è una certezza annunciata che la proroga dell’ecobonus sarà biennale, accompagnata da una rimodulazione al rialzo dei requisiti di accesso.
La nova bozza di decreto stabilisce nuovi criteri e nuovi limiti di spesa per il calcolo della detrazione fiscale sui questi lavori.
Attualmente, l’importo massimo di spesa che rientra nell’Ecobonus e che fa determinare l’ammontare della detrazione Irpef o Ires equivale alle cifre già indicate sopra. Nel dettaglio, specifichiamo che per gli interventi di riqualificazione energetica, il massimale è 100.000 euro; per gli interventi sull’involucro dell’edificio è 60.000 euro; per la sostituzione impianti dotati di caldaie a condensazione, pompe di calore ad alta efficienza l’importo è di 30.000 euro; per l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda il massimale corrisponde a 60.000 euro.
È probabile che i limiti di spesa dell’ecobonus verranno calcolati al metro quadro o in base ai kilowatt. Il tetto di spesa da rispettare dovrà riguardare tutte le spese sostenute e i valori unitari in base ad ogni singola spesa.
Resta invariato il fatto che l’ecobonus potrà essere richiesto da tutti i contribuenti che posseggano un immobile sul quale si proceda a realizzare interventi di riqualificazione energetica. Potranno richiedere la detrazione fiscale anche i contribuenti che hanno redditi esentasse perché inferiori al minimo e che richiedano lavori in edifici privati.
Riassumendo, possono richiedere l’ecobonus:
- i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone o capitali);
- le associazioni di professionisti;
- gli enti pubblici e privati che non svolgano attività commerciale;
- le persone fisiche: titolari di un diritto sull’immobile, condomini che richiedano interventi sulle parti comuni, inquilini, coloro che abbiano ricevuto un immobile in comodato, familiari o conviventi purché intestatari delle fatture relative alle spese.
È importante sottolineare che la detrazione fiscale sarà garantita solo sui lavori di riqualificazione energetica effettuati su unità immobiliari o edifici residenziali già esistenti. Le spese sostenute per un nuovo immobile ancora in costruzione non verranno inserite nell’ecobonus.