Nella cronaca del vangelo di Marco, proposto nella 32^ domenica del tempo ordinario, vengono riportato due insegnamenti di Gesù la cui morale è convergente. Partiamo dal secondo: Gesù, forse in un momento di pausa, seduto difronte al tesoro del tempio, osservava coloro che davano la propria offerta nella cassetta e pone l’attenzione ai sui discepoli: “in verità vi dico che questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più degli altri. Tutti hanno buttato parte del superfluo. Lei invece nella sua miseria vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. Gesù ci insegna con questa sua osservazione che la carità non è basata solo sulla quantità ma sulla qualità. Certo per noi è facile quando incontriamo un povero offrire degli “spicci” come un vero e proprio “lavaggio di coscienza”. Invece è difficile dire a un invisibile: “stanotte ti offro una stanza in un B&B, per farti dormire al riparo del freddo” o “ti offro un pranzo in un ristorante”. Certo l’episodio della vedova è una testimonianza estrema: le vedove, a quei tempi, vivevano di carità (non c’erano le pensioni di reversibilità) e lei aveva offerto “tutto quello che aveva per vivere” e detto da Gesù io ci credo!
Tanti fanno suonare le trombe quando fanno carità e cercano la popolarità per quello che fanno allo scopo di farsi osservare e rispettare; per ricevere saluti e farsi “belli” agli occhi della gente. Mettendosi ai primi posti nei banchetti e magari pregando a lungo per farsi vedere “brava gente”: In questo primo insegnamento del vangelo, Gesù dice proprio per questa gente: “Essi riceveranno una condanna severa”.
Rosario Colianni
del M.M. Giovani Insieme e della Rete Mondiale di Preghiera del Papa (ex Apostolato della Preghiera)
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