Enna, per modi di dire
Proverbi, modi di dire e di fare, tiritere, nonsensi, e altro ancora
di Umberto Domina
Lo scopo di questa raccolta è piuttosto quello di fissare un momento preciso della cultura ennese perché non vada disperso il rapporto immediato tra popolo e ingegno, quando da questo rapporto sia nato un pensiero lapidario, ironico, talvolta icastico, profondo e pure alla portata di tutti.
C’è forse il tentativo di fissare attraverso questi motti di antica tradizione la vera essenza della civiltà ennese: una saggezza popolare che esprime verità profonde, a sfida di tempo, ben radicate negli animi dei nostri avi, poi nei nostri.
E sorprende che il tempo non abbia nemmeno scalfito il loro originario nitore.
Che, anzi e spessissimo, l’attualità psicologica di certe situazioni resta evidente anche per i giovani d’oggi.
Certo, ci sarebbe da chiedersi se una raccolta come questa è valida anche per loro, per questi ragazzi che rifuggono spontaneamente da qualsiasi esperienza congelata da altri. Forse non è del tutto valida, ma non è neppure escluso che essi sappiano scoprire nella vivacità e nell’ironia di qualcuno di questi modi di dire, quel senso di libertà che vanno cercando: c’è infatti qua e là una tale spregiudicatezza («Ricchizzi dunami Dì, ma no chiossà di mi»), c’è un tale gusto della battuta («U curnutu è canusciutu ‘o so paisi, u babbu unni va va») da affascinare anche dei ventenni.
Così come potrebbero essere affascinati da tutto ciò che qui si elide, si smentisce, si contraddice. Viene suggerito coraggio e cautela, moralità e spregiudicatezza, parsimonia e liberalità: ma questa, si sa, è una delle caratteristiche peculiari di simili raccolte.
Umberto Domina nacque ad Enna nel 1922, dove rimase fino al conseguimento della maturità classica, trasferendosi poi a Milano, dove è deceduto il 27 maggio 2006. Ottenne la notorietà come autore di programmi radiofonici e televisivi. E’ stato, principalmente scrittore e umorista. Umorista di situazioni surreali, ha scritto una quindicina di romanzi ottenendo per due volte la Palma d’oro al Salone dell’umorismo di Bordighera. Domina era un siciliano sui generis, che scriveva come un inglese: con un humour sottile e molta fantasia. Una vera e propria rarità, dalle nostre parti.
Sue opere
• La moglie che ha sbagliato cugino
• Laveno solo andata
• Militaria
• Garibaldi ore 21
• Morti di nebbia
• L’anonima concimi
• Detto tra noi
• Ma tu pallida oliva perché
• La pubblicità è la mina del commercio
• Siamo tutti umoristi
• Incredibile realtà
• Strambesi – Gli strambi del mio paese
• L’enigma