Dopo il successo del tour di marzo svolto in Sicilia, nel Veneto e in Liguria, lo scrittore Enzo Barnabà si accinge a un nuovo ciclo di presentazione del suo ultimo libro, Il Partigiano di Piazza dei Martiri, dato alle stampe nel febbraio di quest’anno per i tipi di Infinito Edizioni. Il nuovo lavoro di Barnabà, un romanzo-verità frutto di una minuziosa ricerca storica, ricostruisce la vicenda del giovane partigiano siciliano Salvatore Cacciatore, che, lasciato di farsi prete per andare a combattere in Africa la guerra fascista, ne torna gravemente ferito per poi finire inquadrato, a guarigione avvenuta, in un Centro d’addestramento Carristi vicino Pordenone. Da lì, il 5 giugno del ‘43 (quindi prima dell’8 Settembre, facendo ipotizzare la volontarietà di un suo passaggio in clandestinità come esito di maturazione politica) se ne perdono le tracce, tanto da essere dichiarato ufficialmente disperso dai comandi militari. E disperso lo crederanno per sessant’anni anche la famiglia e la fidanzata siciliana da cui aspetta il figlio che non conoscerà mai.
In realtà “Ciro”, questo il nome di battaglia scelto da Salvatore Cacciatore, combatte nel battaglione “Gramsci” e opera come capo partigiano nella zona di Perarolo. Catturato e torturato dai nazi-fascisti, non parlò, finendo impiccato ad uno dei lampioni della piazza centrale di Belluno nel marzo del ‘45. Una targa commemorativa nel lampione e il nome “dei Martiri”che da allora ha assunto la piazza, hanno cristallizzato il ricordo del giovane siciliano e dei tre compagni di lotta trucidati assieme a lui. A rinnovarne la memoria, risalendo ai fatti come realmente accaddero, ci ha pensato Barnabà, che, vissuto a Belluno per un po’, ha fatto propria la grande valenza emblematica del sacrificio di “Ciro” quale contributo meridionale alla resistenza nel Cadore. Avvia quindi l’indagine storica, la ricerca dei sopravissuti, il lavoro d’archivio, la sinergia con Matteo Collura, arrivando infine al libro, Il Partigiano di Piazza dei Martiri, che rende onore al combattente siciliano ed ai valori della Resistenza per i quali Salvatore Cacciatore, e tanti altri come lui, hanno trovato il supplizio. Un’opera meritoria, questo romanzo. Doppiamente meritoria per i familiari, tra cui il figlio, che grazie al libro di Barnabà hanno conosciuto la verità sul loro congiunto. Infatti, di Salvatore Cacciatore, loro non hanno saputo più nulla, credendolo approssimativamente disperso in Russia.
La storia di “Ciro” e della lotta di liberazione del Nord, che ha trovato favorevole accoglienza negli ambienti dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ma che è letta volentieri da tutti perché ben costruita e sorretta dalla solida conoscenza storica e geografica dell’autore, sarà adesso riproposta in una serie di date siciliane, e poi anche a Roma e Torino.
Il dettaglio delle iniziative prevede una conferenza a Paternò l’8 maggio presso la Biblioteca comunale, con la presenza dell’autore e l’introduzione di Santo Liotta. Il 9 a Caltanissetta, città di Salvatore Cacciatore, in presenza del fratello Stefano, noto sindacalista. Il 10 maggio ad Agrigento presso il Circolo Pasolini. L’11 ad Aragona (AG), paese natale di “Ciro”, dove l’autore sarà insieme allo scrittore e giornalista del Corriere della Sera Matteo Collura (aragonese anche lui, che di Salvatore Cacciatore scrisse nel suo libro L’isola senza ponte, Longanesi, 2007); nell’occasione sarà intitolata al partigiano la Biblioteca comunale. Il 13 maggio ad Aidone (EN). Il 14 e il 15 a Palermo e Trapani, presso l’ANPI. Il 17 maggio a Roma, con la presentazione fatta dalla scrittrice Silvia Ronchey, e infine il 30 a Torino presentato da Diego Novelli, ex sindaco della città e segretario regionale dell’ANPI piemontese.
Salvatore Di Vita
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