Si conclude domani sera al Teatro Biondo l’esperimento di teatro canzone “Una piccola impresa meridionale”, di e con Rocco Papaleo, e con Francesco Accardo (chitarra), Jerry Accardo (percussioni), Guerino Rondolone (contrabbasso), Arturo Valiante (pianoforte); per la regia di Walter Lupo.
Cosa si aspettava il pubblico del poliedrico Rocco Papaleo che sol oquest’anno ha già all’attivo 4 film? Cosa si aspettava da un meridionale doc cimentatosi in uno spettacolo che non è spettacolo e neanche teatro e neanche solo musica.
Tanto, troppo forse se si dovesse far rigorosa cronaca degli “sbuffi” di molti spettatori che al termine della serata si accalcavano all’uscita del teatro quasi con sollievo.
Papaleo ha condiviso col suo pubblico, standosene più volte in platea, le buffe biografie dei quattro componenti della sua band,gli aneddoti, le impressioni surreali o tragicamente reali, ponendo al centro di tutto l’uomo e ciò che lo rende tale: la famiglia, le prime esperienze amorose, i figli, le separazioni e l’amore sognato quello che esiste sempre in ognuno di noi.
“Tutti hanno bisogno di tentativi e di rimpianti” ci dice Papaleo con chitarra alla mano a proposito dei treni, visibili o invisibili che ci passano innanzi nel corso della vita.
A questi primi delicati momenti hanno fatto seguito altri più musicali e caciaroni “Ognuno ha la sua storia, la sua musica, la sua strada. La nostra è provinciale”.
Deluso il pubblico da Papaleo da tale indefinibile esperimento di intrattenimento?
Non se si comprende che è tutta questione di “Tu tùff”: un modo di esprimersi che somiglia tanto ad un balletto di foca, o più semplicemente un modo ridicolmente divertente di muoversi e dunque valido motivo di vergogna sotto la guida di un buffissimo Papaleo. Una manciata di secondi di tu tuff collettivo nella sala gremita di persone bastainfatti per risollevarsi, liberarsi dalla seriosità di cui si è pregni e sentirsi ricondotti a quell’umorismo fanciullino necessario per stare nel mondo.
Intervista a Rocco Papaleo
E di quel fanciullino protagonista della bizzarra impresa meridionale abbiamo voluto saperne di più
Dal libro al film alla piecè teatrale, come è mutata la piccola impresa meridionale di Rocco Papaleo?
Il film e il libro sono strettamente connessi perchè si tratta della stessa storia, la performance teatrale invece si basa su altri canoni, non è una storia piuttosto un insieme di storie ed è un percorso ventennale di teatro canzone. Il titolo è lo stesso perchè si addiceva allo spettacolo, in fondo la piccola impresa meridionale siamo noi stessi che stiamo in scena per portare il nostro intrattenimento.
Il paese è il luogo di ogni partenza e di ogni forma di ispirazione. L’ha ispirata così tanto la provincia?
Assolutamente si, tutti i componenti della band sono meridionali di esportazione e..
Ci sarà mai un’importazione?
Lo auspico. S volgerebbe all’arricchimento se ci fosse un Nord in direzione Sud, cos’ come noi abbiamo importato le nostre competenze al Nord sarebbe altrettanto interessante un processo contrario.
Quale potrebbe essere l’impresa meridionale dei giovani?
Penso che i giovani abbiano poche leve da muovere. La politica deve agevolare la rivoluzione culturale che cambia le cose. Nle meridione ci sono risorse e bellezze che andrebbero incentivate, bisogna cambiare la cultura stabilendo una vera meritocrazia e uscire dalla cultura della raccomandazione familistica.
E dopo l’impresa meridionale cosa c’è per Rocco Papaleo
Un film nuovo per una nuova storia da raccontare
-Un ritorno al cinema dunque
Si,ma lo alterno un pò con il teatro ch’è la mia casa, il posto da dove tutto nasce e dove ho bisogno di sentire il contatto col pubblico e confondermi tra loro ,essere uno di loro. Non l’artista distante ma l’artigiano con la sua bottega accanto alle altre case.
Livia D’Alotto