LA CULTURA NEL SUD ITALIA. SICILIA CULLA DELLA CIVILTA’ EUROMEDITERRANEA
Riflessioni di Silvio Di Giorgio
Quando oggi diciamo che l’Unità d’Italia non è ancora fatta, che vi sono parti di essa a ritardato sviluppo socio-economico e culturale, si fa riferimento al Sud e alle isole.
Non vorremmo che fosse così, ma questa parte, orgoglio del meridione, della sua storia e della sua cultura, accusa ancora ritardi di sviluppo e crescita.
Rimandando ad altra sede l’analisi degli aspetti economici, intendiamo qui trattare gli aspetti che denotano il ritardo culturale di un territorio, ricchissimo di arte e di cultura, rispetto ad altre zone italiane ed europee che i più ritengono più evolute e progredite d’Italia, tant’è che l’Unione Europea e l’Italia hanno investito per alcuni decenni e continuano ad investire parecchie risorse finanziarie tramite i fondi strutturali, al fine di un riequilibrio territoriale.
Vogliamo, quindi, soffermarci sugli aspetti culturali che oggi, in verità, non appaiono giustamente valutati per la non piena ed adeguata promozione e valorizzazione della cultura e delle tradizioni, dei costumi e delle lettere, dei beni storico-artistici e culturali di un popolo nel corso dei secoli, che hanno caratterizzato e caratterizzano il livello di civiltà raggiunta dalla parte meno evoluta d’Italia.
Vogliamo parlare delle risorse e dei beni culturali ed artistici presenti nel meridione d’Italia e nelle isole, della storia della cultura che ha attraversato il Sud e le isole? Vogliamo farle conoscere ancor di più e meglio al mondo intero? Vogliamo sottoporli all’attenzione della politica, della società e dell’economia, della gente e della cultura italiana, europea e mondiale perché si facciano promotori di interventi mirati al rafforzamento degli investimenti, della promozione della loro conoscenza, valorizzazione e fruizione? A tali interrogativi rispondiamo affermando che il patrimonio storico-culturale-artistico non è solo siciliano ma anche italiano, europeo e mondiale.
Non si possono trascurare quegli elementi che hanno contribuito a fare storia, a creare bellezze artistiche, a fare e tramandare cultura, a rendere attraente un territorio, elementi che coinvolgono la cultura e la speculazione, la religione e la scienza, la dignità, la morale e l’etica, l’intelletto, ma soprattutto le coscienze e i sentimenti che fanno parte della sfera personale e sociale, beni questi che riguardano l’essenza della condizione dell’uomo, la sua cultura, il livello di civiltà raggiunta (beni c.d. immateriali).
Questi aspetti, che sono strettamente connessi alle valutazioni dello sviluppo del contesto storico e socio-economico e territoriale del Sud Italia, hanno contribuito allo sviluppo culturale non solo del Sud e delle isole, ma anche della civiltà italiana nel suo insieme; e non vi dubbio alcuno che tali elementi sono interdipendenti e si condizionano vicendevolmente.
Se risaliamo indietro nel tempo, sappiamo che la cultura, l’arte, la pittura, la scultura la conoscenza, la comunicazione, le lettere, la filosofia, il teatro, l’oratoria, la sofistica, la tragedia, la commedia, la musica, la danza e il canto, lo sport e la poesia rappresentano gli strumenti privilegiati attraverso cui si è sviluppata la civiltà classica greco-romana, producendo influssi non solo nel Sud Italia e nelle sue isole, ma anche in Italia e in Europa.
Proprio il Sud, nel suo complesso, ha contribuito alla creazione di un’arte e una cultura alla cui formazione ed affermazione intervennero elementi delle civiltà mediterranee, attraverso un nuovo ed originale approccio speculativo, con cui sono stati elaborati ed espressi temi universali, quali il linguaggio, il ragionamento e la sua forza di espressione e persuasione, i concetti di spazio e di tempo, la voce, la recitazione e la mimesi, il ritmo e il movimento dei corpi, la narrazione degli eventi e della storia, la rappresentazione teatrale, che hanno trovato capacità espressiva di alto livello tali da diventare modelli di vita e di civiltà, di comportamento umano e sociale, di morale e di etica per le civiltà future portandole verso l’affermazione dei principi di democrazia, libertà e uguaglianza.
Con queste civiltà classiche i popoli si sono sempre rapportati, sapendo di poter trovare ispirazione e speranza, conforto e pace, equità e giustizia, libertà e sviluppo. Era aperta, sin da allora, la via alla democrazia, al dialogo, alla cooperazione, alla cultura e al diritto che aprirono le porte e posero le fondamenta per lo sviluppo della civiltà occidentale.
La Sicilia è stata non soltanto terra di colonizzazione ma anche terra di alto sviluppo culturale, sociale ed artistico, culla della civiltà euro-mediterranea, ove operarono grandi artisti, letterati, sofisti, poeti, scrittori e filosofi. Le loro opere oggi fanno parte del notevole e splendido patrimonio di Sicilia, famoso in tutto il mondo.
La storia ci narra sia la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.c., con l’invasione dei barbari e le lotte per la spartizione dell’impero; sia la nascita dell’l’Impero Romano d’Oriente attraverso cui si sono sviluppati gli influssi religiosi e bizantini in alcune parti dell’Italia, tra cui il Sud, le Isole, la città di Ravenna per circa un millennio da quel 476 d.c.
La religione cristiana e la cultura classica hanno costituito gli strumenti di cooperazione ed integrazione tra due civiltà differenti: quella romanica e quella germanica, preannunciando “in nuce” il futuro e graduale dialogo tra culture europee, nonchè tra il diritto latino e il diritto germanico.
La civiltà siciliana post periodo classico, frutto di una lunga e complessa stratificazione e commistione multietnica, dopo aver subìto e rielaborato vari influssi culturali, ha sempre saputo assorbire il meglio di altre civiltà, in particolare di quella bizantina, araba e normanna.
Nel secolo IX° arrivano in Sicilia gli Arabi che pongono fine al dominio bizantino e Palermo diviene il centro più importante dell’arte bizantina in Italia, i cui elementi si riscontrano nei mosaici dei suoi splendidi monumenti. Ne sono esempi: la Cappella Palatina , il Duomo di Monreale e la Chiesa della Martorana, che risplendono per la loro rarissima bellezza ed armonia dei colori, ori e luci, grazie agli influssi culturali arabo-normanni, che valorizzarono l’arte bizantina nei luoghi di Sicilia.
La cultura siciliana passa attraverso il periodo post umanesimo-rinascimentale, l’angioino-aragonese, per arrivare al periodo spagnolo del barocco e al neoclassico del 1700.
Contrariamente a quanto si crede, in quei periodi l’arte siciliana non è un’arte minore, anzi dovrebbe essere rivalutata, nella considerazione dei complessi rapporti intercorsi tra l’isola e le altre civiltà del Mediterraneo.
Infatti, nei periodi rinascimentale, manierista e barocco, affluiscono ed operano in Sicilia numerosi artisti ed artigiani italiani, che ispirano la formazione di artisti siciliani come Antonello da Messina, i Gagini e Francesco Laurana che emergono nel rinnovo dell’arte siciliana, dando luogo ad interscambi culturali, con l’apporto anche di artisti religiosi.
In particolare, dopo l’esperienza storico-culturale del periodo del l’Umanesimo e del Rinascimento, tra il 1600 e il 1700 in Sicilia si sviluppa un’arte manieristica (di origine francese), e poi quella barocca (di origine spagnola), e dopo ancora un’arte tardo barocca chiamata “rococò” che è sinonimo di grottesco e frivolo, in cui emerse l’artista palermitano Giacomo Serpotta, che esegue varie sculture a stucco effettuate con raffinate decorazioni e sensibile grazia.
Il “rococò”, considerato un’arte minore, ma pur sempre di pregevole fattura, si rivolge, per la maggiore, alla decorazione degli interni, ai costumi di vita, ai giardini, agli specchi, volendo esprimere un gusto più raffinato rispetto al barocco, interprete di un’era di spensieratezza e di effimero che preannuncia la fine del barocco. Uno stile di vita e di cultura che influisce sul tessuto socio-economico e culturale del Sud e delle isole.
Nel 1700, a Napoli opera il pittore olandese Van Wittel (ossia Vanvitelli), cui si deve la nascita della corrente artistica detta “vedutismo” a ridosso della decadenza del “rococò”, con cui si dà risalto alla pittura del paesaggio con elementi reali che vanno oltre l’immaginifico del tardo barocco. Il Vanvitelli, che opera a cavallo dei periodi del barocco e del neo-classico, è uno dei più importanti pittori ed architetti. Opera a Roma, ad Ancona e progetta la Reggia di Caserta, che costituisce la sua più grande opera.
In seguito, con gli scavi di Pompei ed Ercolano, commissionati dal re di Napoli, vi è un forte contributo artistico-culturale alla riscoperta del mondo classico che in Italia ha il suo massimo rappresentante in Canova, artista veneto.
Tra la fine del 1700 e i primi del 1800 la Sicilia diviene il crocevia e la destinazione dei Gran tour che vi portano personaggi europei legati alla cultura (ad es. W. Goethe) e all’economia (ad es. le famiglie inglesi dei Woodhouse, degli Ingham e dei Whitaker). Costoro, fiutando l’importanza strategica della posizione della Sicilia nel Mediterraneo per i traffici, il valore del suo patrimonio culturale ed artistico, in particolare delle città di Palermo, Messina e Marsala, organizzano viaggi in terra siciliana chi per motivi culturali (Goethe) chi per motivi economici, contribuendo a far conoscere le bellezze e le bontà di Sicilia e dei suoi prodotti, valorizzando il territorio, la conoscenza, la cultura e la storia della Sicilia.
Ricca di illustri uomini è la cultura del Sud, tra cui spicca anche quella campana nella letteratura, filosofia, arte, cinema, teatro e musica, in cui eccelgono Tommaso d’Aquino, G.L.Bernini, G.B. Vico, Benedetto Croce, G. De Sanctis, Salvatore Di Giacomo, Domenico Scarlatti, Enrico Caruso, Riccardo Muti, Edoardo De Filippo, Totò, Ettore Scola.
Tra il 1800 fino ai nostri giorni anche la Sicilia dà un grande contributo alla cultura italiana con l’architetto G.B. Basile (nello stile Liberty), Alessandro Scarlatti e Vincenzo Bellini (nella musica); con altri famosi scrittori e letterati, tra cui Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e Andrea Camilleri; Renato Guttuso (pittura), i registi di cinema Frank Capra e Giuseppe Tornatore
Né va taciuto il grande contributo artistico dei monumenti religiosi, di opere d’arte di ispirazione religiosa che hanno, altresì, contribuito enormemente a rendere ancora più bello ed interessante il patrimonio culturale e artistico della Sicilia, che deve tornare ai suoi massimi splendori e che va valorizzato sia per il godimento dell’arte che per i risvolti di collegamento col territorio in cui le stesse opere sono allocate.
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