Salerno svuota la fondazione Kore e blinda la “sua” Università
di Vincenzo Cimino
L’Università ennese ha un nuovo Statuto, convalidato dal Ministero, che ribalta l’assetto di comando e di controllo. E non di poco! Salta il ben noto sistema che assegnava alla Fondazione Kore un’egemonia smisurata. Era ora che questo strano Super Potere venisse azzerato per uscire da talune zone grigie. È questa la grande novità d’accogliere con favore. Averla messa fuori gioco non era scontato, e forse ancora non lo è. Oggi è commissariata, e il mese vicino scadrebbe il mandato dei 3 commissari, sulla cui attività nulla si sa. Stando così le cose, ora non è altro che un contenitore vuoto non solo dei 5 cavalieri amministratori a vita, ma pure del potere di dominio sulla stessa Università. E di nome erano entrambi Kore, e di fatto erano un tutt’uno. Al punto che nessuno riconosceva la differenza dei ruoli e competenze, tant’è che Salerno era copresidente esclusivo e Crisafulli millantava “la(e) Kore sono Io”.
I commissari romani hanno così un bel nulla su cui decidere? Vedremo, anche perché il Patrimonio Pubblico di svariati milioni, a sto punto, non si capisce di chi sarebbe, e come verrebbe gestito. Chi sono ì proprietari? L’ex Provincia, l’obliato CEU o a nuci vacanti Fondazione? L’Università ha solo il possesso a titolo gratuito? Non scordiamo che il Prefetto Guida pose la questione, irritando Salerno e aprendo un fronte giudiziario. Insomma, su questo si naviga a vista, a meno i commissari fissano l’approdo. Non è faccenda di second’ordine, tutt’altro. Difatti, il Patrimonio immobiliare e mobiliare appartenente a uno, o tutti tre, degli Enti Pubblici non si può stimare “fuori sacco”. Non solo per solenne principio di trasparenza legale, ma pure per l’altro del “chi più apporta, più peso ha nella gestione”. Ugual discorso vale per il Comune di Enna, che da tempo ha versato un milione, la cui destinazione rimane sospesa . Per dirla nuda e cruda, le Istituzioni Locali con i loro rilevanti capitali nell’organo di comando non possono essere equiparati ai due eletti dai dipendenti.
Dunque la Fondazione, egemonizzata dai 5 (Crisafulli e company) eletti a vita, non è più l’ombra scura dell’Università. È il magnifico risultato di Salerno che, dopo il voto per il Sindaco d’Enna che sconfisse Crisafulli con Lui in prima fila a sostenerlo, si dimise da presidente avviando alcune prese di distanza. Si defila dalle note bizzarrie crisafulliane, diviene dialogante con tutti e non è più polemista rissoso e supponente. Meglio per Lui, e noi lo preferiamo così.
La Kore si affranca dalla Fondazione, assegna ruoli alla Regione, al CEU dei Comuni, al nuovo Libero Consorzio e al Comune Capoluogo. Apre, inoltre, le porte ai privati che vorranno investire. È una svolta? Pare di sì, essendo opinione diffusa che la sua natura giuridica è definitivamente privata come tutte le Libere Università. È un fatto di grande implicanza sul piano della pubblicità e trasparenza degli atti, oltreché dei principi gestionali. Di certo questo aspetto farà molto discutere, e sarà un bene.
Con lo statuto operante, ecco i primi risultati: si riconfermano Salerno Presidente e Puglisi Rettore con decisione del Consiglio dei Garanti. Questi è un organo con ampi poteri al punto di nominare la maggiore carica delle attività didattiche e formative. Ciò non convince affatto, come pure la sua composizione per il sovrappeso di associazioni ancora da definire e il sottopeso delle municipalità del nostro territorio. Ancora, Salerno e Puglisi non si sa se sono stati eletti: con il vecchio o il nuovo organo, poiché a noi pare che si vuole rinsaldare il passato, almeno nel presente. E’ una dura operazione di potere che non persuade.
Così pure non convince un Presidente che nomina il “suo” Consiglio d’Amm.ne. Una stranezza che sorprende essendo stata avallata dal MUIR. Oppure, più che una stranezza è una forzatura per fare di Salerno “un uomo solo al comando”, magari per il terzo decennio.
Speriamo che la rinnovata struttura dei vertici della Kore faccia parlare per le sue incongruenze e gli sbilanciamenti che alla lunga possono portar danni irreversibili. Non vogliamo che certe logiche di potere escono dal portone principale per rientrare dalla porta di servizio.