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L’ingerenza politica nella sanità genera mostri. Primari diventati manager e manager uomini d’affari. Gara a chi ha il comune più rosso dei Sindaci

L’emergenza coronavirus ha dimostrato che:
I governi degli ultimi 10 anni, trasformando la sanità pubblica in azienda privata, hanno sacrificato la salute in nome del profitto. Interi ospedali sono stati smantellati o depotenziati al punto da trasformare ogni possibilità di diagnosi e cura in chimera. Le gare d’appalto hanno rincorso lo 0,000 per giustificare le ruberie in nome dell’Etica del Risparmio e si è acquistato il prodotto meno caro senza considerarne la qualità. I primari sono diventati manager e i manager uomini d’affari, per statuto procacciatori di guadagno. I dottori hanno aderito alla logica dell’appartenenza all’azienda e quando se ne sono discostati hanno pagato con il burnout. Tutto questo ha mietuto vittime e creato tifoserie: i danneggiati, spesso i parenti delle vittime di malasanità vs i medici. E i medici, che per evitare anni di processi e qualche rimorso di coscienza, hanno agito in difesa, prescrivendo accertamenti e trattamenti superflui, costosi e non sempre necessari o agendo con sicumera e slanci di eroismo quando si sarebbe dovuto delegare a altri a scapito del malcapitato paziente. Oggi la Sanità siciliana tutta, e quella ennese in modo particolare, scopre di non essere pronta. Non ci sono mascherine, ventilatori e basilari presidi medici e il Tocilizubam l’anti-artrite salva vita, usato da settimane con successo altrove, all’Umberto I è stato somministrato solo ieri. La sfera politica e quella sanitaria sono strettamente collegate e l’errata gestione dell’una ha penalizzato l’altra, compromettendo la tenuta dell’intero sistema sociale e per rimediare cosa fanno i nostri primi cittadini?
La gara a chi ha il comune più rosso. Far dichiarare rosso un comune è diventato un gioco di potere per i sindaci (il mio è più rosso del tuo), gli onorevoli preferiscono invece rosicchiare reparti per garantire al proprio bacino elettorale la salute, il bene più prezioso. Manca una regia unica e pare di essere tornati al tempo delle città/Stato ma cui prodest?

Gabriella Grasso

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