Gesù ci parla in parabole proprio per essere compreso dai piccoli, ai quali è destinato il Regno di Dio. Parla in parabole per dare, ai semplici, il pieno significato del Suo insegnamento. La parabola del brano evangelico, di questa domenica, riguarda il frutto di una buona nostra azione, anche se è piccolissima. Difatti Gesù ci parla del più piccolo semino, il seme di senape, che seminato nel terreno, produce un grandissimo albero; la pianta è così grande da dare ombra e riparo agli uccelli. Ora il terreno è quella base necessaria (humus del cristiano) affinché il seme venga accolto e germogli. Quel terreno è il cuore con il quale accogliamo la Parola e la meditiamo così da poterla donare ad altri cuori. Pensiamo un attimo ai Pontefici che, successori di Pietro, hanno donato i loro preziosi Magisteri Universali all’umanità. Da questi insegnamenti i credenti traggono la guida e tutta la luminosità del Vangelo; i fedeli possono essere considerati pertanto, come quegli uccelli che trovano nido al riparo della calura, grazie a questa grande pianta. Quest’ultima è la più grande del giardino e può essere paragonata alla nostra Santa Chiesa che accoglie tutti coloro che sono affamati della Parola e tutti quelli che cercano un rifugio sicuro. Il Salmo 91, della stessa liturgia domenicale, recita: “Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore…Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia”.
Rosario Colianni
del M.M. Giovani Insieme e Apostolato della Preghiera (RMPP)