Anche Gesù ha conosciuto le difficoltà nel diffondere la Parola. La cronaca, del brano evangelico di questa domenica, descrive di come Gesù viene trattato dai suoi compaesani a Nazaret. Un trattamento duro a causa della “cervice chiusa”, non aperta alla realtà, dei cittadini di Nazaret. Tutti a chiedersi da dove veniva tanta Sapienza dal figlio di un umile falegname. Tutti scandalizzati dal fatto che Dio potesse parlare per bocca di un uomo così semplice. Come poteva un uomo, che non aveva studiato al pari degli scribi (persone importanti), proclamare le scritture? Come poteva Dio “abbassarsi” servendosi di un uomo di umile origine? Ecco i concittadini di Gesù rifiutano la parola a causa del pregiudizio, della superbia, della critica, della incredulità nella fede, del giudizio, dell’esteriorità. Tutti fattori che si concentrano sulla figura di Gesù di Nazaret piuttosto della Parola da Lui proclamata. Giudicare è facile anche nel contesto sociale odierno; si può dire che l’uomo non è mai cambiato nell’ inclinazione del pregiudizio senza tenere conto della realtà. Sono tanti gli artisti, i pensatori ecc. che nella loro realtà sono stati sempre denigrati a causa delle opinioni pregiudizievoli dei compaesani. Lo stesso Gesù nel brano evangelico profetizza: “Un profeta non disprezzato se non nella sua patria tra i suoi parenti e in casa sua”. Come vivere questa Parola? Guardare sempre il bello degli “altri” senza dare spazio a quei pregiudizi che possono inquinare la nostra chiara e consapevole considerazione “dell’altro”
Rosario Colianni
dei M.M. Giovani Insieme e Rete Mondiale di Preghiera del Papa (ex Apostolato della Preghiera)
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