Enna 05/05/06 – Solo qualcuno –Andreotti – dubita. Tutti gli altri tirando (forse?) un sospiro di sollievo o rimpianto o rammarico hanno accantonato il problema della rielezione di Ciampi e con due giorni di anticipo rispetto al 5 Maggio di manzoniana memoria hanno constatato che ”Ei fù”.
Punto e a capo.
Era ovvviamente nell’aria e l’Uomo (si, con la U maiuscola) l’aveva detto sia pure nel linguaggio “curiale” che la posizione imponeva e l’aveva fatto capire a chiare lettere: ma da una parte gli uni temevano che avrebbe finito col cedere e dall’altra, gli altri, che avesse potuto non recedere dai sentimenti espressi.
Il fatto va commentato.
E’ la prima volta che – anziché come spesso accaduto – un Presidente uscente sia pure all’ultimo minuto non abbia sperato in una riproposizione e augurabilmente rielezione. Ovviamente tutti i predecessori, tranne il povero Segni afasico ed incapace di dire una sola parola, e Leone costretto a dimettersi da una vera e propria congiura di “palazzi”, hanno fatto notare che mai (ad elezione del successore avvenuta !) avevano pensato ad un bis.
Ed é anche la prima volta nella storia non lunga della Repubblica (solo 61 anni e dieci Capi dello Stato) che tutti gli schieramenti, per motivi sia pure a volte opposti, si siano trovati a doversi augurare (o scongiurare) che l’uscente dicesse si e fosse dunque-come il ”santo subito” per Wojtila – rieletto, con i commesi di Montecitorio a lacrimare quasi per non potere votare anche loro!
Ma è anche la prima volta che ci si è posto il problema sul perché il Costituente nel formulare lo Art.85 del Titolo II della Carta Costituzionale volle essere di una parsimonia estrema e si direbbe ”Cumana” (ibis et redibis non morietur in bello) dicendo laconicamente: ”Il Presidente della Repubblica dura in carica sette anni”.
Un pilatesco modo di lavarsi le mani e mettere in crisi le future decisioni, forse guidato dal fatto che in democrazie avanzate la durata dei termini del capo dello stato (vedi Usa) era stato determinato per termine elettorale (colà 4 anni) e non per il seguito; o dal non volere pregiudicare che qualcuno potesse stare sul colle più a lungo (la sinistra??) se del caso!
Proprio negli Usa dopo i quattro termini di Presidente (anche se là le funzioni sono diverse) coperti da Roosevelt (interrotti per morte il 13 Aprile 1945) il Congresso approvò nel 1951 il 22° Emendamento con il quale si sanciva che il Presidente poteva essere eletto solo due volte (dunque 8 anni di mandato) non potendosi ricandidare per la terza volta e specificò che comunque la durata della carica non potesse essere superiore ai dieci anni, prevedendo una possibile elezione di qualcuno che era divenuto Presidente per morte del suo predecessore – come sarebbe potuto accadere a Johnson succeduto a Kennedy -.
Da noi tutti manca e dritta hanno messo mano alla Costituzione, ma stranamente nessuno ha toccatto l’Art 85 volutamente (?) lasciato nella nebbia. E dire che sempre negli Usa, per la Costituzione scritta e poi approvata il 17 Settembre 1787, composta di solo sette articoli ed un preambolo e che ha avuto solamente XXVII emendamenti dal 1791 ad oggi, il Congresso é riuscito a chiarire questo importante aspetto normativo della elezione del numero uno dello stato ed a rendere così la Costituzione viva e vegeta.
Non da noi, ovviamente, ove abbiamo una Carta di 139 Articoli, VI Titoli e XVIII Norme finali e transitorie che data da alcuni obsoleta ha visto mani non sempre opportune ficcate dentro, ma mai con lo spirito di renderla adeguata, nella applicazione ai tempi che di certo sono lontani anni luce dall’atmosfera post bellica del 1946.
Ed ora ci siamo. In una situazione politicamente ed obbiettivamente drammatica che rischia di rispaccare il paese in cui le forze politiche non hanno (o non possono avere) la capacità di mettersi d’accordo su una persona per gli innumerevoli veti incrociati, tutti vorrebbero un Ciampi clonato: sfortunatamente la bioetica ad oggi non ne ha consentio alcuno!
A sua volta Ciampi ha fatto bene a dire ed in grassetto – vedi comunicato Quirinale -che non intende bissare. Lo ha fatto per non trovarsi impolpettato con altri candidati di parte con i quali avrebbe dovuto almeno nei primi tre scrutini condividere la conta dei voti?
Lo ha fatto perché nonostante le assicurazioni avute nessuno era in grado di assicurargli una elezione come sette anni fa?
O perchè ha voluto evitare le critiche di volere dimostrare di essere giovane (mentalmente lo è e tanto!) e giungere a fine mandato a ben 93 anni?
O lo ha fatto perché è logicamente stanco ed ha il diritto di starsene dopo tanto ben fatto (benissimo!) in relax?
O forse per non doversi trovare nelle condizioni di vedere il paese non governabile e dunque con una elezione (prima o dopo) di un nuovo parlamento?
Ed infine, forse, perché non ha percepito nessun “animus creandi” nei due leader maggiori pur se ha avuto la grande soddisfazione di sentire financo la Lega dire che lui sia l’unico di cui fidarsi? Cento e più ragioni, forse.
Ma se – ipotesi e di scuola – lunedì 8 Maggio alle ore 16 a Montecitorio le Camere più tre Delegati per ogni Regione (uno per la Val d’Aosta) votassero con maggioranza qualifcata – richiesta- dei 2/3 il suo nome, che farebbe?
Dire che non accetta la elezione e rifiuta la carica?
Conoscendo l’uomo, ed il suo alto senso dello Stato, inimmaginabile.
Violentare se stesso ed accettare, ma consapevole essere non opportuno che giunga al di la dei novanta?
Possibile, avendo in mente di potersi dimettere al momento opportuno dopo aver traghettato l’Italia in porti più sicuri. Avrebbe la gratitudine degli Italiani, la malcelata riconoscenza di alcune parti politiche e senza costituire un precedente (anche in caso di guerra vi sono poteri eccezzionali che non costituiscono precedenti!) rendere un servizio al Paese.
Lo sconfitto al Senato (ma lo sapeva) Andreotti mai ”mal informato” quieto quieto ha sussurrato a chi gli chiedeva un commento al netto rifiuto di Ciampi ha risposto “non è proprio detto”.
Credo che abbia ragione più lui che tutti i mille e più elettori (lui compreso) che Bertinotti ha convocato per eleggere il Presidente della Repubblica.
C’è solo da incrociare le dita. Lecito pregare. Non consentito pettegolare: c’è l’Italia di mezzo.
Pino Grimaldi
grimliondr@libero.it