Tanto è ladro chi ruba che chi tiene il sacco
Il 21 marzo del 1845, venerdì santo, si ebbe la fortuna insperata di trovare, grazie ad un gesuita, la tomba di un santo martire che recava questa iscrizione: “DP III IDUS SEPTEBR YACINTHUS MARTYR” (“Giacinto Martire deposto il terzo giorno delle idi di settembre”). Con questa eccezionale scoperta, era finalmente possibile conoscere ciò che era avvenuto in realtà delle reliquie di due tra i santi più popolari: i SS. Proto e Giacinto. Da secoli infatti si riteneva che le reliquie dei due santi fossero conservate a Roma nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini, ed ecco che si scopriva la tomba ancora intatta e sigillata di S. Giacinto, nelle catacombe di sant’Ermete. Poco distante, nell’Ottocento, il gesuita Marchi, scoprì un frammento di lapide che recava la scritta “SEPULCRUM PROTI M.”, a conferma che la tomba di S. Proto era stata nelle immediate vicinanze.
Ben presto gli studiosi poterono rendersi conto come mai i loro predecessori avessero trasportato in città solo le reliquie di S. Proto: appena, infatti, si tentò di penetrare nella stretta tomba di S. Giacinto, essa si rovinò miseramente, non senza però consentire di ripescare nel fango alcune ossa che sembravano bruciacchiate. Dalla scoperta si è potuto appurare che Giacinto era stato arso vivo e non decapitato, come la tradizione sosteneva. I preziosi resti vennero devotamente trasferiti nel collegio di Propaganda Fide dove gli studiosi, trovata una conferma dell’esistenza dei santi martiri Proto e Giacinto, dovettero riconoscere una volta di più l’infondatezza della “Passione di Eugenia”, sulla quale del resto già si nutrivano delle perplessità, e si dovette altresì prospettare l’ipotesi che non fosse fondata neppure la presunzione della parentela tra Proto e Giacinto. Forse era stata proprio la vicinanza della sepoltura a suggerire tale presunzione (come si sa che sia avvenuto per Felice e Adautto, Nereo e Achilleo e molti altri). Tanto meno si poteva più accettare che essi fossero stati gli eunuchi di una certa Eugenia, figlia del prefetto di Alessandria, che li avrebbe messi a disposizione come catechisti di una vergine di sangue reale, Bassilla, che voleva farsi cristiana. Anche questo particolare, infatti, si ritrova in casi consimili (ad esempio eunuchi-catechisti erano considerati Calogero e Partenio o Giovanni e Paolo).
Pur ignorando tutto della loro vita e del modo del loro martirio, è certo che Proto e Giacinto sono stati martiri e come tali sono onorati.
Oggi si celebrano anche:
S. GIOVANNI GABRIELE Perboyre, Presbitero e martire in Cina
SS. Felice e Regola, Martiri in Svizzera († sec. inc.)
S. Pafnuzio, Vescovo in Egitto († sec. IV)
S. Paziente di Lion, Vescovo († cc 480)
S. Sacerdote, Vescovo a Lione († 552)
BB. Gaspare Koteda, Francesco Takeya e Pietro Shichiemon, Martiri († 1622)
B. Francesco Mayaudon (1739-1794), Presbitero e martire
B. Pietro de Alcantara (Lorenzo) Villanueva Larrayoz (1881-1936), Religioso e martire
B. Giuseppe Maria Segura Penades (1896-1936), Presbitero e martire in Spagna
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!
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1938,Vitale Bramani inventa il Vibram. L’alpinista e chimico italiano inventa la prima suola di gomma con profonde scolpiture, che è destinata a rivoluzionare il mondo dello sport e soprattutto dell’alpinismo. Fino a questo momento, infatti, gli alpinisti erano costretti a utilizzare scarpe con suole di cuoio o di corda, decisamente inadette allo scopo. La suola di Bramani permetterà invece di avere una scarpa dotata di grande aderenza sulle rocce e la neve
compleanni
1885 David Herbert Lawrence
1930 Renzo Montagnani
1955 Pupo
proverbio
La volpe ha paura della sua coda
accadde oggi
1966 il motomondiale nella classe 500 è vinto da Giacomo Agostini
frase celebre
“La pittura è poesia silenziosa, e la poesia è pittura che parla”
Simonide
consiglio
Dal veterinario
Una volta all’anno anche l’animale più sano ha bisogno di una visita dal veterinario per un controllo e per il richiamo delle vaccinazioni.
cosa vuol dire
Niente di nuovo sotto il sole
Nessuna novità, che le cose si ripetono
La frase viene spesso utilizzata per commentare il fatto che tutte le vicende, liete oppure tristi, si ripetono
consiglio per terrazzo orto e giardino
L’innesto
L’innesto rientra nei metodi di moltiplicazione vegetativa, in quanto consiste nel riprodurre un soggetto saldandone una piccola porzione su una pianta adulta, ben radicata e ambientata. Condizione indispensabile è che le due parti appartengano alla stessa specie o a specie affini.