Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati. Parte 4°
di Massimo Greco
Se Sparta piange Atene non ride! Mentre i Licei delle Scienze umane e musicale si preparano ad affrontare “al buio” il secondo (e definitivo?) trasferimento verso i locali dell’ex Liceo linguistico di Enna-bassa in attesa che vengano impinguate le prosciugate casse dell’ex Provincia regionale, la Scuola che non ride affatto è quella dell’infanzia che ancora oggi continua ad utilizzare parte dell’immobile di Valverde oggetto dei programmati lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico. La Scuola dell’infanzia, gestita dall’Istituto statale comprensivo Santa Chiara, è ancora in attesa di siglare un protocollo d’intesa col Comune e con l’ex Provincia, ideato nel mese di agosto ed elaborato a più mani nel mese di settembre, prima che iniziasse l’anno scolastico. Con detta intesa, l’ex Provincia s’impegnerebbe a concedere in comodato d’uso al Comune le aule della parte nuova dell’immobile di Valverde non interessata dai programmati lavori, così consentendo al medesimo Comune di dotare la citata Scuola dell’infanzia di una sede idonea all’uso scolastico.
Orbene, senza entrare nel merito delle sconosciute ragioni che ancora oggi impediscono la sottoscrizione dell’intesa in questione, ci si chiede come si possa dare corso agli impegni su citati in presenza di una sopravvenuta ordinanza che dispone la chiusura dell’intero complesso immobiliare di Valverde su apposito invito del Comando dei Vigili del Fuoco intervenuto sui luoghi all’indomani delle ultime piogge. Se la “burocrazia” non è riuscita a fare sottoscrivere dai rispettivi legali rappresentanti il protocollo d’intesa nei due mesi già trascorsi, figuriamoci se lo consentirà adesso che, effettivamente, c’è un ostacolo oggettivo formalmente insuperabile.
E tuttavia, sull’inagibilità totale del complesso scolastico di Valverde bisogna pur dire qualcosa visto che contempla anche la parte di nuova realizzazione. Delle due infatti l’una. Se anche la parte di nuova realizzazione dovesse risultare inagibile come appare, qualcuno all’ex Provincia dovrebbe porsi più di una domanda. Se, invece, la parte nuova del complesso scolastico non presenta le medesime deficienze tecniche che hanno giustificato l’ordinanza di chiusura, i due Enti direttamente interessati (Comando dei VV.FF. e Settore tecnico dell’ex Provincia) dovranno immediatamente apportare le necessarie rettifiche all’ordinanza al fine di consentire, magari contestualmente alla sottoscrizione del protocollo d’intesa, il trasferimento della Scuola dell’infanzia.
In tale contesto, in cui si alternano inevitabilmente i sentimenti di scoraggiamento e rabbia, ci piacerebbe sapere perché il Comune deve continuare a contare su immobili dati in prestito dall’ex Provincia quanto potrebbe contare sul proprio patrimonio immobiliare. Ma questo richiede un’altra riflessione.