domenica , Maggio 19 2024

Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati. Parte 10°

Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati.
Parte 10°

 

alaE’ prevista per stamane la riunione convocata dal Prefetto di Enna per trovare una soluzione alla vessata questione del mancato trasferimento dei Licei di scienze umane e musicale. In tanti confidano su questo tentativo di “ultima istanza” promosso dal Prefetto su specifico input di tutte le parti coinvolte nella vicenda (dirigenza scolastica, dirigenza dell’ex Provincia, alunni, Consigli d’Istituto, organizzazioni sindacali di categoria, alunni e loro famiglie). Evidenti sono le aspettative che ruotano attorno alla figura del Prefetto, chiamato a far valere, col giusto dosaggio, quel mix di autorità e autorevolezza necessario ad evitare la temuta “rottura istituzionale”.

 

Ora, tralasciando l’analisi evolutiva dei poteri del Prefetto in un contesto istituzionale in cui si prospetta la contro-riforma del Titolo V° della Costituzione, non è revocabile in dubbio che lo stesso, quale organo di rappresentanza generale del Governo e di garanzia istituzionale a tutela dell’Ordinamento, è chiamato ad assicurare il coordinamento dell’attività amministrativa degli uffici periferici dello Stato e la leale collaborazione degli stessi con i diversi livelli di governo esistenti sul territorio.

 

In sede locale, quindi, il Prefetto conferma il suo ruolo di autorità di regolazione dei rapporti fra uffici statali ed enti locali con l’obiettivo di guidare, indirizzare e condizionare l’attività di soggetti pubblici e privati e si rivela, altresì, quale titolare di un potere di “ultima istanza”. Infatti, qualora venga a conoscenza di disfunzioni o anomalie nell’attività di organi periferici dello Stato, tali da poter arrecare un gravo pregiudizio alla qualità dei servizi resi alla collettività, e dopo avere infruttuosamente esperito una preventiva attività di mediazione con gli attori interessati, può avviare l’intervento sostitutivo previsto dall’art. 7 del DPR n. 180/2006.

 

Da tali accenni, si evidenzia che, quando si corre il pericolo di una “rottura istituzionale”, cioè allorquando il sistema rischia di essere travalicato o messo in crisi a causa di eventi patologici, il Prefetto può esercitare i propri poteri di intervento riallineando il sistema medesimo mediante attività ed iniziative in grado di ricondurre in termini tendenzialmente fisiologici la situazione critica e di garantire le libertà civili e il contesto istituzionale e democratico. In questi casi, il ruolo equilibratore e regolativo dei processi e delle relazioni svolto dal Prefetto tende ad assicurare che il confronto, non solo politico, tra Istituzioni pubbliche continui a svolgersi e si mantenga nell’ambito di regole sancite ed accettate da tutti, utilizzando modalità corrette e in un’arena istituzionale. Il Prefetto, nell’adempimento di tale fondamentale mission, svolge quindi un’insostituibile azione di “cerniera” fra le risorse e le forze statali e quelle degli enti del policentrismo in un’ottica d’integrazione e implementazione reciproca, senza determinare ipotesi di sovraordinazione di un’Autorità sulle altre, alla luce della consolidata tendenza dell’Ordinamento ad assicurare il principio di leale collaborazione.

 

Va da sé che in caso di impossibilità di giungere ad una soluzione condivisa, secondo i criteri cui si è fatto cenno ed esperita la c.d. procedura di raffreddamento, rimane al Prefetto, quale Autorità di garanzia e di “ultima istanza”, l’esercizio del potere di ordinanza per salvaguardare le prestazioni indispensabili in misura adeguata alla tutela dei diritti della persona.

 

Ci piace pensare che il Prefetto di Enna riuscirà a mettere la parola “fine” in questa triste e grottesca vicenda tutta ennese.

 

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