Università degli Studi di Enna “Kore”
Facoltà di Scienze dell’Uomo e della Società
Corso di Laurea in Servizio Sociale
TESI DI LAUREA
“L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO: DUE CASI A CONFRONTO”
Candidato
Antonino Restuccia
Relatore
Ch.mo Prof. Sergio Severino
ANNO ACCADEMICO 2019-2020
INDICE
PREMESSA pag. 3
CAPITOLO I
LA MOBILITÀ SOCIALE
I.1 L’INDIVIDUO E LO SPAZIO pag. 4
I.2 L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO pag. 5
CAPITOLO II
LE COMUNITÀ DI ENNA E DI CALTANISSETTA
II.1 ASPETTI SOCIO DEMOGRAFICI DELLE
CITTÀ DI ENNA E CALTANISSETTA pag. 8
II.2 LA POPOLAZIONE NEL COMUNE DI ENNA pag. 10
II.3 LA POPOLAZIONE NEL COMUNE DI CALTANISSETTA pag. 14
CAPITOLO III
IL FENOMENO IMMIGRATORIO A ENNA E CALTANISSETTA
III.1 LE MIGRAZIONI E I SUOI EFFETTI pag. 18
III.2 I FLUSSI IMMIGRATORI A CALTANISSETTA E ENNA pag. 19
CAPITOLO IV
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO A
CALTANISSETTA pag. 30
CAPITOLO V
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO A ENNA pag. 39
CAPITOLO VI
CALTANISSETTA ED ENNA A CONFRONTO pag. 44
CONCLUSIONI pag. 48
BIBLIOGRAFIA pag. 50
SITOGRAFIA pag. 51
PREMESSA
La presente ricerca intende analizzare il mutamento dell’organizzazione sociale di due piccole città della Sicilia con i suoi riflessi sulla vita e sui servizi in favore dell’individuo. L’attenzione sarà posta sulla evoluzione storica, sulle condizioni di vita in ambiente urbano, quindi mostreremo come i tessuti sociali locali sono interessati da attuali fenomeni di globalizzazione ed economici con riverberi anche sull’azione dell’assistente sociale o comunque su chi “opera sulla strada”. Una modifica di alcuni aspetti della società che si riflette oggi sul quotidiano dell’individuo, bisognoso di servizi di varia natura: dall’istruzione alla sanità, dai trasporti alla cultura, dalla sicurezza al decoro urbano, dai servizi assistenziali al tempo libero, dall’occupazione al sostegno per i deboli. Senza un’efficiente rete di servizi nei quartieri, la collettività risente di un oblio che sfocia in instabili relazioni umane, in comportamenti devianti, in atteggiamenti riottosi nei confronti delle Istituzioni e del prossimo. È in questi ambiti che l’assistente sociale è chiamato ad operare quotidianamente per conto degli Enti locali, dell’Amministrazione della Giustizia minorile e non, della Prefettura, del Servizio Sanitario, delle Cooperative Sociali presenti sul territorio, al fine di dare quel giusto sostegno e supporto a quei minori, a quei nuclei familiari, a quei soggetti, a quegli stranieri in difficoltà. È opportuno quindi che gli operatori sociali abbiano cognizione del perché tali individui, dimoranti sovente in precarie condizioni non solo alloggiative, siano arrivati a un tale incerto stato prima della loro presa in carico dal servizio sociale.
Verranno analizzate nello specifico le città di Enna e Caltanissetta, le quali a partire dalla fine del secolo scorso hanno subito determinanti fenomeni urbanistici, sociali, demografici, culturali e occupazionali che hanno di fatto modificato la presenza sul territorio e la composizione delle rispettive comunità locali. Due città dell’entroterra siciliano che oggi sono chiamate ad affrontare concrete difficoltà anche in termini sociali. Basti pensare alle questioni occupazionali e alloggiative, ai servizi in favore alle classi sociali disagiate, all’inserimento degli extracomunitari nei tessuti sociali, alla rivitalizzazione dei centri storici.
Verrà dunque osservata la loro evoluzione in particolare per quel che concerne l’andamento demografico negli ultimi decenni, il fenomeno immigratorio, la mobilità dei giovani per motivi universitari, le politiche abitative e l’organizzazione sociale dello spazio nei quartieri.
CAPITOLO I
LA MOBILITÀ SOCIALE
I.1 L’INDIVIDUO E LO SPAZIO
L’individuo stabilisce abitualmente un rapporto particolare con lo spazio che lo circonda, sia dal punto di vista fisico che sociale. Si tratta di un rapporto dinamico in cui la persona da un lato crea il proprio modo di essere nello spazio, dall’altro lo subisce, distribuendo e rivedendo continuamente vicinanze e lontananze dagli altri individui e dai gruppi presenti.
Egli costruisce un proprio universo di simboli e di significati per trarre poi le leggi che regolano e valutano il proprio operato. Lo spazio non costituisce dunque l’elemento oggettivo, ma è piuttosto costruito concretamente nella vita collettiva dei rapporti di interazione. La persona, come singolo, tenta di costruire un proprio territorio, all’interno del quale si proietta con la propria individualità. All’interno di queste dinamiche si osservano fenomeni di mobilità sociale riguardanti lo spostamento delle persone e dei gruppi nello spazio fisico e nello spazio sociale in particolare delle città.
Una caratteristica delle città è proprio la mobilità sociale, intesa non solo come mobilità territoriale degli individui (si pensi ad esempio al pendolarismo), ma anche come mobilità culturale e professionale a cui gli abitanti delle città sono sottoposti. Proprio la mobilità sociale viene intesa da Robert Ezra Park[1] come la maggiore o minore possibilità che hanno gli individui appartenenti a gruppi di ascendere o discendere socialmente nell’ambito di una classe, di una professione, del reddito o dello status.
Tale concetto è elaborato anche in termini di comunicazione, infatti i mezzi di comunicazione hanno mutato l’organizzazione sociale e industriale della città moderna, trasformando le abitudini e le passioni degli individui. Il pettegolezzo che circolava in un villaggio, è stato sostituito nelle città dalla carta stampata e oggi – con l’avvento della tecnologia – dai social network. Inoltre nelle città le relazioni primarie vengono sostituite dalle relazioni secondarie e/o indirette e l’opinione pubblica diventa la forza principale del controllo sociale, con la moda che prende il posto della tradizione.
Negli ultimi anni va sottolineato che concetti come casa, luogo natio, Patria sembrano aver perso progressivamente peso e significato per l’uomo moderno chiamato ad un’oscillazione tra sedentarietà e mobilità. Solo recentemente si assiste in parte ad un’inversione di tendenza con attenzione rivolta ai luoghi della vita quotidiana, alla cultura locale.
I.2 L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO
Importanti cambiamenti sono intervenuti con la crescita delle società e con il processo di modernizzazione. Uno tra questi è la globalizzazione, un termine che descrive un insieme di processi collegati tra loro da ampie, rapide e profonde trasformazioni dell’attuale realtà, con conseguenze e trasformazioni economiche, culturali, sociali, tecnologiche e politiche.
All’origine dei processi di globalizzazione è comunque dominante la dimensione economica con l’accelerazione e la crescita degli scambi grazie alla compressione spazio-temporale, come indica David Harvey[2]. Tuttavia la distanza spaziale, grazie alle nuove tecnologie, non rappresenta più una barriera per le comunicazioni poiché singoli attori sociali e gruppi pur collocati a estreme distanze possono interagire dando vita a conseguenze a livello globale. Assistiamo perciò a un ribaltamento del rapporto di forza tra economia e politica: la globalizzazione dei mercati finanziari sancisce la propria supremazia sulle forze politiche degli stati nazionali. Le più importanti Borse mondiali riescono a spostare in poco tempo ingenti quantità di denaro e quindi a imporre le proprie leggi all’intero pianeta e nella totalità degli aspetti della vita. Il benessere di una nazione, pertanto, non si fonda più su un confronto tra le parti sociali interno ai singoli paesi, ma dipende piuttosto dalla loro capacità competitiva e dal loro peso nella scena internazionale. Si assiste dunque ad una globalizzazione economica con una internazionalizzazione dei mercati dei prodotti, beni e servizi, dei mercati finanziari, ad uno sviluppo di imprese multinazionali[3].
La globalizzazione gioca un ruolo rilevante anche dal punto di vista socioculturale. Nel complesso va considerato anche il processo di rimescolamento delle popolazioni e dei gruppi etnici, sono migliaia le persone che si spostano tra continenti, dando vita a scambi interculturali e sociali , ma indirettamente anche a conflitti. A ciò si aggiunge l’indebolimento di una spiegazione univoca ed esaustiva della realtà parallela alla caduta delle ideologie collettive che porta ad una frammentazione, disgregazione e moltiplicazione dei valori. Tale condizione offre all’individuo un aumento significativo nelle possibilità di scelta dei propri ambiti relazionali e nei propri orientamenti che determina però una asimmetria sostanziale tra le aspettative e le reali possibilità di realizzarle.
Una maggiore libertà che crea così “una condizione in cui sono assenti o carenti i valori, le norme, i legami sociali che consentono all’individuo di interpretare adeguatamente la realtà che lo circonda e di dare un senso e un orientamento alla propria vita”, definita da Emile Durkheim come anomia[4]. Nasce nei soggetti della società globale un senso di provvisorietà di incertezza che ricopre ogni aspetto della vita e che descrive anche Zygmunt Bauman[5] riferendosi alla sua metafora della società liquida. Ogni individuo, svuotato così della propria identità partecipa alla società non più come produttore ma come soggetto del sistema del consumo, e attraverso di esso cerca di realizzarsi.
In tale contesto di dinamiche globali subiscono forti trasformazioni anche i rapporti sociali. Lo sviluppo delle comunicazioni e i nuovi mezzi di comunicazione fanno sì che le relazioni siano slegate dallo spazio fisico in cui queste realmente avvengono. Tale separazione comporta un declino, uno sfilacciamento dei rapporti sociali reali, così come del radicamento dell’attività umana nei contesti locali e dell’impegno pubblico a vantaggio di relazioni indirette, impersonali. Anthony Giddens[6] ha coniato il termine “disembedding” per identificare questi rapporti sociali della società moderna che avvengono al di fuori da contesti locali di interazione e riallacciati su archi di spazio-tempo indefiniti. In pratica lo spazio sociale non è più definito dai confini spaziali e temporali entro i quali uno si muove. La possibilità che le relazioni sociali siano slegate da contesti inizialmente vicini e riallacciate a distanza può far nascere un “senso di insicurezza”[7]. Tuttavia ciò non vuol dire che nelle città, piccole o grandi, non sia possibile allacciare relazioni strette, profonde e durevoli, con conseguenti formazione di subculture e rivitalizzazione di identità tradizionali e locali. La questione è quella di scongiurare il nascere di possibili scontri di civiltà, fondati su fondamentalismi religiosi, che inciderebbero in maniera dirompente e radicale su qualsiasi adeguata forma di organizzazione sociale dello spazio.
Ulteriore cambiamento, come già anticipato, è l’accresciuta mobilità nello spazio che caratterizza la società contemporanea. Le persone si spostano con frequenza anche giornaliera per lavoro, studio, turismo raggiungendo città distanti decine e decine di chilometri, grazie alla velocità con cui ciò si rende possibile. Di fatto lo spazio con l’utilizzo di nuove vie e mezzi di comunicazione è diventato più piccolo e oggi in poche ore si può raggiungere città e località un tempo lontanissime. Si assiste così al fenomeno della cosiddetta società “stirata”.
Queste trasformazioni hanno portato a diverse considerazioni, da un lato le nuove tecniche di comunicazione permettono nuove possibilità e modi di vicinanza di tipo egualitario e indifferenti alle gerarchie sociali, nonché forme di coinvolgimento che portano a ciò che si può definire “villaggio globale”[8]. Dall’altro però in questa riconfigurazione dei legami di fronte alle nuove complessità ritroviamo un carattere di incertezza, fragilità e precarietà che si riscontra nelle interazioni sociali. Queste influenzano le unità sociali riconoscibili, ossia quartiere, città, metropoli, regione, ossia le società locali, più o meno strutturate. In quest’ultima ipotesi tendono a strutturarsi su due assi, uno orizzontale, che vincola la cultura di un quartiere a quella nazionale attraverso la televisione, i giornali, la scuola, e uno verticale che vincola la politica e l’economia. Ad esempio, un quartiere può essere un mero dormitorio per coloro che lavorano, fanno acquisti altrove, oppure fissare amicizie e conoscenze, attivare iniziative culturali, sportive.
Effetto del processo di disembedding è la difficoltà di individuare chiaramente i confini di una unità sociale locale, ad esempio dove inizia e termina una città o un quartiere. Allorquando si considerano i confini dell’economia di una città si può capire che sono a volte molto distanti per la presenza di centri commerciali o filiali lontani da agglomerati urbani. A volte i quartieri hanno confini alquanto precisi, poiché delimitati da una arteria stradale importante, da un fiume, oppure nel caso di aree urbane sorte con edilizia popolare è difficile distinguerli.
Altri concetti sociologici fondamentali sono quelli di comunità locale, relazioni di vicinato, relazioni di traffico, quartiere e catena migratoria. La comunità locale comprendente quella collettività “i cui membri condividono un’area territoriale come base di operazioni per le attività giornaliere” (Parson 1951)[9]. Proprio all’interno di queste comunità si assiste ad importanti aspetti sociologici quali le relazioni di vicinato basate su regole che garantiscono contemporaneamente interazione, comunicazione e riservatezza. Ovviamente l’architettura e le strutture urbanistiche incidono oggettivamente su tali dinamiche e in caso negativo si parla di relazioni di traffico, del tutto anonime come avviene nei grandi condomini allorquando si incrocia un vicino in ascensore. Il vicinato sovente viene inteso quale sinonimo di quartiere, poiché in certi casi i rapporti di vicinato da parte di un primo nucleo di residenti che chiama altri conoscenti permette un allargamento della comunità con l’avvio per la formazione di un quartiere. È il fenomeno della cd catena migratoria con la nascita e lo sviluppo specie nelle aree metropolitane, ma non solo, di quartieri etnici[10].
I quartieri possono avere funzioni residenziali, produttive, commerciali, una composizione sociale omogenea od eterogenea, possono mutare nel tempo i propri caratteri sociali e residenziali, come avviene quando gruppi di immigrati subentrano in zone lasciate dai precedenti residenti. Dal punto di vista sociologico quindi vicinati e quartieri, pilastri fondamentali dell’organizzazione sociale di una città, si modulano secondo specifiche interazioni culturali, economiche e politiche, che si modificano nel tempo come vedremo nello specifico per alcuni quartieri delle città di Caltanissetta e di Enna.
CAPITOLO II
LE COMUNITÀ DI ENNA E DI CALTANISSETTA
II.1 ASPETTI SOCIO DEMOGRAFICI DELLE CITTÀ DI ENNA E CALTANISSETTA
Precise dinamiche di diversa natura hanno inciso e stanno incidendo sull’organizzazione sociale dello spazio nell’ambito delle comunità e dei quartieri di Enna e di Caltanissetta, che – pur essendo tra i capoluoghi di provincia siciliani più piccoli dal punto di vista demografico e collocati geograficamente all’interno dell’Isola – hanno sùbito negli ultimi decenni interessanti fenomeni sociologici riscontrabili anche in altre aree urbane anche metropolitane.
Dal 1951 vi è stata una tendenza allo spopolamento delle due aree urbane causato dal crollo delle nascite e dalla forte spinta emigratoria verso il Nord e l’estero. Tra il 1950 e il 1980 si stima siano andati via circa 140.000 persone dalla provincia nissena e attorno a 130.000 da quella ennese, in coincidenza con il cd. boom economico. Successivamente i flussi migratori si sono ridimensionati e tra il 1981 e il 2004 gli abitanti ufficialmente emigranti sono stati rispettivamente 40.000 a Caltanissetta e 20.000 ad Enna[11].
Tale andamento ha ridotto le nuove generazioni, sviluppando un processo di invecchiamento sempre più accelerato alimentato anche dall’allungamento della vita grazie alle cure mediche, ai progressi delle condizioni igieniche, ai miglioramenti dell’alimentazione. Nel corso degli ultimi anni si sono così modificate le piramidi dell’età con l’aumento delle componenti meno giovani ed anziane.
Tuttavia in questo quadro poco esaltante va segnalato un fenomeno in controtendenza che vede protagoniste le due cittadine: l’aumento dei relativi indici di scolarità. Nel premettere che l’istruzione riveste un ruolo importante nello sviluppo sociale, fornendo gli strumenti di base delle conoscenze, delle capacità critiche e di risposta a questi sociali e occupazionali. Si tratta di caratterizzazioni che trasformano l’individuo in cittadino, ponendolo nelle condizioni di potersi relazionare socialmente. In tale ambito – raffrontando appunto gli indici di scolarità[12] – emergono a livello provinciale dati tuttora parzialmente confortanti per i due capoluoghi di provincia. Ciò deriva anche dalla composizione sociale di Enna e di Caltanissetta, città connotate da numerose attività tipiche del terziario: vi sono sedi di numerosi uffici pubblici[13] e privati, di esercizi commerciali e di servizi, con la conseguente presenza di nuclei familiari con al loro interno impiegati, funzionari, commercianti, ossia di figure già in possesso di un adeguato titolo di studio, per i quali la frequenza prima delle scuole superiori e successivamente dell’università sono tappe obbligatorie per la loro prole. Bisogna tuttavia registrare per Caltanissetta la migrazione dei giovani nisseni studenti universitari, i quali iscrivendosi in Università di altre città difficilmente fanno rientro al termine del loro ciclo di studi. Leggermente diversa è la situazione per la città di Enna, che dal 2005 grazie all’Università Kore (e prima ancora il C.E.U. Consorzio Ennese Universitario) riesce a trattenere in parte gli studenti ennesi e a calamitare studenti fuori sede provenienti dalle altre province siciliane, con interessanti effetti socio-economici che successivamente verranno analizzati.[14]
Un andamento altrettanto positivo per Enna e Caltanissetta – in controtendenza rispetto agli altri comuni delle due province – lo riscontriamo anche confrontando la popolazione residente desumibile dai dati ISTAT relativi ai censimenti del 1991, del 2001[15] e del 2011[16]. Si può infatti sottolineare come Caltanissetta abbia tenuto nel tempo un trend seppur minimo positivo, infatti a fronte di 61.319 abitanti nel 1991, aveva nel 2001 61.438 abitanti (+119, +0.2%) e 61.711 nel 2011 (+273. +0,4%). Di contro Enna dagli 28.273 abitanti del 1991 era arrivata a 28.983 (+710, + 2,5%), scendendo quindi 27.897 nel 2011 (-1.086, -3,85). In base agli ultimi dati disponibili aggiornati al 2019 Caltanissetta conta 61.331 abitanti mentre Enna 26.658.
Al fine di meglio lumeggiare gli andamenti demografici, utili ad una successiva analisi dell’organizzazione sociale dello spazio, in particolare di alcuni quartieri, si riportano a seguire i dati della distribuzione della popolazione relativi agli anni 2002 e 2019 delle città di Enna e di Caltanissetta.
[1] Park. R. E., Burgess E. W., Mc Kenzie R. D., “La città”, Edizioni di comunità, Torino, 1979
[2] Harvey D., “La crisi della modernità”, Milano, Il Saggiatore, 2015;
[3] Bagnasco A. Barbagli M. Cavalli A., “Corso di sociologia”, Bologna, Il Mulino, 2004;
[4] anomia vuol dire “assenza di norme” ed esprime lo smarrimento che vive un individuo quando non si identifica più con un sistema sociale e non è in grado di immedesimarsi nei suoi simili. La persona anomica, si sente estraniata dalla società in generale, incapace di comprendere i termini del conflitto e di impegnarsi per una sua risoluzione. I principali aspetti nell’atteggiamento anomico sono il disorientamento ideologico e il pessimismo sociale;
[5] egli concentra la sua riflessione sul tema della globalizzazione, capace di minare la coesione sociale su scala locale, portando alla creazione di una élite della mobilità in grado di annullare lo spazio. Bauman ha focalizzato la sua attenzione sul passaggio dalla modernità alla postmodernità, paragonando i due concetti rispettivamente allo stato solido e allo stato liquido. Mentre nell’età moderna tutto era dato come una solida costruzione, oggi ogni aspetto della vita può essere rimodellato artificialmente;
[6] Bagnasco A. Barbagli M. Cavalli A., “Corso di sociologia”, Bologna, Il Mulino, 2004;
[7] ididem;
[8] Mc Luhan
[9] Bagnasco A. Barbagli M. Cavalli A., “Corso di sociologia”, Bologna, Il Mulino, 2004;
[10] basti pensare il quartiere Chinatown a Milano e il quartiere Esquilino a Roma.
[11] F. Abate “Profili Socioeconomici di Enna e Caltanissetta”, 2006 ed. Anteprima Palermo, pag.12;
[12] ibidem, pag. 21;
[13] molti dei quali negli ultimi anni trasferiti in altri capoluoghi di provincia più grandi. Anche questi trasferimenti o accorpamenti di Uffici hanno inciso unitamente ad altri fattori sociali ed economici nel modificare in modo diverso alcuni quartieri delle due città
[14]dall’anno accademico 2005/2006 la Libera Università Kore di Enna ha avviato le proprie autonome;
[15] 14° Censimento Generale della Popolazione, ISTAT, 2001;
[16] 15° Censimento Generale della Popolazione, ISTAT, 2011;
II.2 LA POPOLAZIONE NEL COMUNE DI ENNA
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Enna per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2002[17].
[17] La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull’asse Y, mentre sull’asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.
Distribuzione della popolazione 2002 – Enna
Età | Celibi /Nubili |
Coniugati /e |
Vedovi /e |
Divorziati /e |
Maschi | Femmine | Totale | |
% | ||||||||
0-4 | 1.284 | 0 | 0 | 0 | 656 51,1% |
628 48,9% |
1.284 | 4,4% |
5-9 | 1.522 | 0 | 0 | 0 | 764 50,2% |
758 49,8% |
1.522 | 5,3% |
10-14 | 1.706 | 0 | 0 | 0 | 894 52,4% |
812 47,6% |
1.706 | 5,9% |
15-19 | 1.824 | 2 | 0 | 0 | 934 51,2% |
892 48,8% |
1.826 | 6,3% |
20-24 | 1.713 | 140 | 0 | 0 | 928 50,1% |
925 49,9% |
1.853 | 6,4% |
25-29 | 1.431 | 681 | 2 | 1 | 1.036 49,0% |
1.079 51,0% |
2.115 | 7,3% |
30-34 | 703 | 1.365 | 3 | 18 | 1.039 49,7% |
1.050 50,3% |
2.089 | 7,2% |
35-39 | 358 | 1.741 | 14 | 19 | 1.026 48,1% |
1.106 51,9% |
2.132 | 7,4% |
40-44 | 223 | 1.817 | 18 | 30 | 991 47,5% |
1.097 52,5% |
2.088 | 7,2% |
45-49 | 195 | 1.792 | 41 | 33 | 987 47,9% |
1.074 52,1% |
2.061 | 7,1% |
50-54 | 162 | 1.756 | 96 | 31 | 1.003 49,0% |
1.042 51,0% |
2.045 | 7,1% |
55-59 | 112 | 1.291 | 91 | 17 | 692 45,8% |
819 54,2% |
1.511 | 5,2% |
60-64 | 107 | 1.344 | 178 | 17 | 796 48,4% |
850 51,6% |
1.646 | 5,7% |
65-69 | 116 | 1.113 | 265 | 13 | 669 44,4% |
838 55,6% |
1.507 | 5,2% |
70-74 | 103 | 900 | 358 | 9 | 587 42,8% |
783 57,2% |
1.370 | 4,7% |
75-79 | 75 | 575 | 416 | 6 | 445 41,5% |
627 58,5% |
1.072 | 3,7% |
80-84 | 40 | 263 | 310 | 2 | 241 39,2% |
374 60,8% |
615 | 2,1% |
85-89 | 23 | 98 | 243 | 0 | 139 38,2% |
225 61,8% |
364 | 1,3% |
90-94 | 12 | 15 | 93 | 0 | 36 30,0% |
84 70,0% |
120 | 0,4% |
95-99 | 1 | 2 | 20 | 0 | 9 39,1% |
14 60,9% |
23 | 0,1% |
100+ | 1 | 0 | 4 | 0 | 2 40,0% |
3 60,0% |
5 | 0,0% |
Totale | 11.711 | 14.895 | 2.152 | 196 | 13.874 47,9% |
15.080 52,1% |
28.954 | 100,0% |
Analogo grafico in basso, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Enna per età e sesso al 1° gennaio 2019[18]
[18] ibidem
Distribuzione della popolazione 2019 – Enna
Età | Celibi /Nubili |
Coniugati /e |
Vedovi /e |
Divorziati /e |
Maschi | Femmine | Totale | |
% | ||||||||
0-4 | 898 | 0 | 0 | 0 | -446 -49,7% |
452 50,3% |
898 | 3,3% |
5-9 | 1.045 | 0 | 0 | 0 | -569 -54,4% |
476 45,6% |
1.045 | 3,9% |
10-14 | 1.067 | 0 | 0 | 0 | -560 -52,5% |
507 47,5% |
1.067 | 4,0% |
15-19 | 1.262 | 1 | 0 | 0 | -639 -50,6% |
624 49,4% |
1.263 | 4,7% |
20-24 | 1.430 | 32 | 0 | 0 | -757 -51,8% |
705 48,2% |
1.462 | 5,4% |
25-29 | 1.492 | 159 | 0 | 4 | -856 -51,7% |
799 48,3% |
1.655 | 6,1% |
30-34 | 1.046 | 564 | 1 | 22 | -823 -50,4% |
810 49,6% |
1.633 | 6,0% |
35-39 | 578 | 901 | 3 | 29 | -764 -50,6% |
747 49,4% |
1.511 | 5,6% |
40-44 | 435 | 1.248 | 10 | 72 | -844 -47,8% |
921 52,2% |
1.765 | 6,5% |
45-49 | 356 | 1.515 | 21 | 113 | -969 -48,3% |
1.036 51,7% |
2.005 | 7,4% |
50-54 | 237 | 1.685 | 58 | 116 | -974 -46,5% |
1.122 53,5% |
2.096 | 7,8% |
55-59 | 199 | 1.760 | 90 | 87 | -1.014 -47,5% |
1.122 52,5% |
2.136 | 7,9% |
60-64 | 150 | 1.568 | 139 | 67 | -883 -45,9% |
1.041 54,1% |
1.924 | 7,1% |
65-69 | 137 | 1.417 | 233 | 57 | -836 -45,3% |
1.008 54,7% |
1.844 | 6,8% |
70-74 | 99 | 1.086 | 287 | 32 | -693 -46,1% |
811 53,9% |
1.504 | 5,6% |
75-79 | 79 | 768 | 363 | 20 | -542 -44,1% |
688 55,9% |
1.230 | 4,6% |
80-84 | 57 | 507 | 447 | 8 | -435 -42,7% |
584 57,3% |
1.019 | 3,8% |
85-89 | 41 | 189 | 373 | 2 | -190 -31,4% |
415 68,6% |
605 | 2,2% |
90-94 | 22 | 55 | 184 | 4 | -82 -30,9% |
183 69,1% |
265 | 1,0% |
95-99 | 2 | 6 | 63 | 1 | -23 -31,9% |
49 68,1% |
72 | 0,3% |
100+ | 1 | 0 | 4 | 0 | -1 -20,0% |
4 80,0% |
5 | 0,0% |
Totale | 10.633 | 13.461 | 2.276 | 634 | 12.900 47,8% |
14.104 52,2% |
27.004 | 100,0% |
II.3 LA POPOLAZIONE NEL COMUNE DI CALTANISSETTA
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Caltanissetta per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2002[19].
[19] ibidem
Distribuzione della popolazione 2002 – Caltanissetta
Età | Celibi /Nubili |
Coniugati /e |
Vedovi /e |
Divorziati /e |
Maschi | Femmine | Totale | |
% | ||||||||
0-4 | 2.924 | 0 | 0 | 0 | 1.471 50,3% |
1.453 49,7% |
2.924 | 4,8% |
5-9 | 3.666 | 0 | 0 | 0 | 1.868 51,0% |
1.798 49,0% |
3.666 | 6,0% |
10-14 | 3.819 | 0 | 0 | 0 | 1.941 50,8% |
1.878 49,2% |
3.819 | 6,2% |
15-19 | 3.883 | 23 | 0 | 0 | 1.950 49,9% |
1.956 50,1% |
3.906 | 6,4% |
20-24 | 3.780 | 426 | 0 | 0 | 2.111 50,2% |
2.095 49,8% |
4.206 | 6,9% |
25-29 | 2.732 | 1.614 | 3 | 8 | 2.124 48,7% |
2.233 51,3% |
4.357 | 7,1% |
30-34 | 1.424 | 2.849 | 11 | 25 | 2.096 48,6% |
2.213 51,4% |
4.309 | 7,0% |
35-39 | 851 | 3.770 | 18 | 70 | 2.288 48,6% |
2.421 51,4% |
4.709 | 7,7% |
40-44 | 529 | 3.753 | 43 | 63 | 2.035 46,4% |
2.353 53,6% |
4.388 | 7,2% |
45-49 | 362 | 3.517 | 89 | 97 | 1.916 47,1% |
2.149 52,9% |
4.065 | 6,6% |
50-54 | 317 | 3.446 | 143 | 84 | 1.883 47,2% |
2.107 52,8% |
3.990 | 6,5% |
55-59 | 232 | 2.637 | 226 | 53 | 1.516 48,2% |
1.632 51,8% |
3.148 | 5,1% |
60-64 | 262 | 2.629 | 359 | 43 | 1.502 45,6% |
1.791 54,4% |
3.293 | 5,4% |
65-69 | 295 | 2.266 | 590 | 33 | 1.399 43,9% |
1.785 56,1% |
3.184 | 5,2% |
70-74 | 286 | 1.760 | 773 | 32 | 1.214 42,6% |
1.637 57,4% |
2.851 | 4,7% |
75-79 | 236 | 1.183 | 845 | 21 | 935 40,9% |
1.350 59,1% |
2.285 | 3,7% |
80-84 | 126 | 442 | 599 | 5 | 413 35,2% |
759 64,8% |
1.172 | 1,9% |
85-89 | 79 | 184 | 419 | 3 | 229 33,4% |
456 66,6% |
685 | 1,1% |
90-94 | 33 | 48 | 179 | 1 | 92 35,2% |
169 64,8% |
261 | 0,4% |
95-99 | 6 | 4 | 37 | 0 | 13 27,7% |
34 72,3% |
47 | 0,1% |
100+ | 1 | 0 | 2 | 0 | 1 33,3% |
2 66,7% |
3 | 0,0% |
Totale | 25.843 | 30.551 | 4.336 | 538 | 28.997 47,3% |
32.271 52,7% |
61.268 | 100,0% |
Analogo grafico in basso rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Caltanissetta per età e sesso al 1° gennaio 2019.[20]
[20] ibidem
Distribuzione della popolazione 2019 – Caltanissetta
Età | Celibi /Nubili |
Coniugati /e |
Vedovi /e |
Divorziati /e |
Maschi | Femmine | Totale | |
% | ||||||||
0-4 | 2.389 | 0 | 0 | 0 | -1.224 -51,2% |
1.165 48,8% |
2.389 | 3,9% |
5-9 | 2.666 | 0 | 0 | 0 | -1.342 -50,3% |
1.324 49,7% |
2.666 | 4,4% |
10-14 | 2.989 | 0 | 0 | 0 | -1.565 -52,4% |
1.424 47,6% |
2.989 | 4,9% |
15-19 | 3.135 | 3 | 0 | 0 | -1.630 -51,9% |
1.508 48,1% |
3.138 | 5,1% |
20-24 | 3.434 | 86 | 0 | 1 | -1.815 -51,5% |
1.706 48,5% |
3.521 | 5,8% |
25-29 | 3.370 | 596 | 1 | 9 | -2.149 -54,0% |
1.827 46,0% |
3.976 | 6,5% |
30-34 | 2.177 | 1.482 | 3 | 42 | -1.927 -52,0% |
1.777 48,0% |
3.704 | 6,1% |
35-39 | 1.340 | 2.396 | 8 | 87 | -2.003 -52,3% |
1.828 47,7% |
3.831 | 6,3% |
40-44 | 918 | 2.983 | 19 | 187 | -2.009 -48,9% |
2.098 51,1% |
4.107 | 6,7% |
45-49 | 695 | 3.355 | 55 | 247 | -2.071 -47,6% |
2.281 52,4% |
4.352 | 7,1% |
50-54 | 529 | 3.904 | 103 | 279 | -2.282 -47,4% |
2.533 52,6% |
4.815 | 7,9% |
55-59 | 446 | 3.561 | 181 | 259 | -2.063 -46,4% |
2.384 53,6% |
4.447 | 7,3% |
60-64 | 340 | 3.218 | 296 | 202 | -1.861 -45,9% |
2.195 54,1% |
4.056 | 6,6% |
65-69 | 213 | 2.781 | 448 | 129 | -1.638 -45,9% |
1.933 54,1% |
3.571 | 5,8% |
70-74 | 208 | 2.101 | 624 | 87 | -1.325 -43,9% |
1.695 56,1% |
3.020 | 4,9% |
75-79 | 177 | 1.498 | 761 | 41 | -1.083 -43,7% |
1.394 56,3% |
2.477 | 4,1% |
80-84 | 156 | 924 | 918 | 23 | -767 -38,0% |
1.254 62,0% |
2.021 | 3,3% |
85-89 | 131 | 418 | 731 | 19 | -440 -33,9% |
859 66,1% |
1.299 | 2,1% |
90-94 | 57 | 103 | 379 | 10 | -154 -28,1% |
395 71,9% |
549 | 0,9% |
95-99 | 11 | 15 | 95 | 1 | -30 -24,6% |
92 75,4% |
122 | 0,2% |
100+ | 3 | 0 | 11 | 0 | -1 -7,1% |
13 92,9% |
14 | 0,0% |
Totale | 25.384 | 29.424 | 4.633 | 1.623 | 29.379 48,1% |
31.685 51,9% |
61.064 | 100,0% |
Dall’analisi dei predetti dati emergono analoghi trend percentuali tra le due città. In particolare a fattor comune si registra un aumento degli anziani[21], una tenuta sostanziale delle fasce di età 45-49, 50-54, 55-59 e 60-64, e una diminuzione oggettiva di quelle giovanili. Le cause di tale andamento vanno ricercate da un lato nel calo delle nascite, nel prosieguo degli studi universitari fuori sede seguito dalla ricerca occupazionale in aree del nord Italia se non all’estero, dall’altro dall’innalzamento della speranza di vita.
[21] Secondo quanto enunciato in occasione del 63° Congresso Nazionale della SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) che si è tenuto a Roma nel Novembre del 2018, la categoria generale degli anziani può essere così suddivisa: “giovani anziani” anni 64-74, “”anziani” 75-84, “grandi vecchi” 85-99, “centenari”.
CAPITOLO III
IL FENOMENO IMMIGRATORIO A ENNA E CALTANISSETTA
III.1 LE MIGRAZIONI E I SUOI EFFETTI
Una delle cause che influenzano oggi l’organizzazione sociale dello spazio nelle città è sicuramente quella dovuta agli spostamenti di gruppi di individui, in modo temporaneo o definitivo, da un territorio ad un altro, per motivi economici, religiosi, ideologici o di instabilità politica dei paesi d’origine: parliamo delle migrazioni.
A partire dal secolo scorso il fenomeno delle migrazioni ha costituito un interessante ambito di analisi sociologica. Innanzitutto va distinta una migrazione volontaria da una coatta. La prima da ricondurre ad un’ampia gamma di motivazioni permette all’individuo di poter scegliere tempi, modi e finalità del suo spostamento. La seconda invece si ha nel caso di espulsioni, del concentramento di gruppi di persone in aree circoscritte e dal trasferimento in stato di schiavitù.
Dal punto di vista della direzione del flusso migratorio è interessante distinguere tra migrazioni interne, che avvengono nell’ambito dei confini nazionali e migrazioni internazionali. Tali spostamenti hanno evidenti effetti sui gruppi, le strutture e gli ambiti territoriali che subiscono questo flusso in entrata o in uscita e ormai sovente anche in modo bidirezionale. Con le migrazioni culture geograficamente lontane vengono a contatto tra loro, confrontandosi e mescolandosi sicuramente dal punto di vista ambientale. Tale concentramento nello spazio può provocare quindi radicali trasformazioni culturali, con grandi lacerazioni e conflitti sociali. Una persona che deve inserirsi in un nuovo contesto subisce quantomeno uno stato di profondo disagio psichico se deve inserirsi in un nuovo contesto. Le migrazioni vedremo danno vita a fenomeni di mobilità fisica e sociale che agiscono direttamente sullo spazio sociale, che si forma e si modifica attraverso l’attività e l’interazione degli individui, partorendo a volte ineguaglianze.
In tale articolato e complesso contesto va sottolineato come molti dei migranti, a prescindere del perché abbiano intrapreso un così difficile percorso, una volta lasciati i luoghi d’origine e raggiunte località distanti migliaia di chilometri, continuino a mantenere rigidamente i loro costumi, le loro tradizioni religiose e le loro culture. Ciò si riflette fortemente sui possibili inserimenti nei nuovi territori, sia perché vivono nell’ambito dei gruppi d’appartenenza, confrontandosi all’esterno solo per motivi lavorativi o di istruzione per i loro figli, sia perché le popolazioni autoctone sono generalmente restie ad un’accoglienza in tali condizioni.
Tutto questo con concreti e ben visibili riverberi sull’organizzazione sociale dei quartieri e delle comunità.
III.2 I FLUSSI IMMIGRATORI A CALTANISSETTA E ENNA
Partendo dalle premesse sopra evidenziate, un altro fenomeno sociale che incide sulle dinamiche dell’individuo nell’ambito del territorio ove agisce, lavora, studia, vive è quello connesso alle migrazioni, in particolare nel nostro caso con le immigrazioni di stranieri, perlopiù extracomunitari. Si procederà quindi ad un’analisi del fenomeno basandosi esclusivamente sui dati relativi ai cittadini stranieri residenti o comunque permanentemente dimoranti a Enna e a Caltanissetta. Non verranno analizzati di contro i dati statistici relativi ai numerosissimi cittadini extracomunitari richiedenti asilo presenti a Caltanissetta, avendo sede in Contrada Pian del Lago lungo la S.P. 5 un Centro Governativo Polifunzionale, articolato su un C.P.R.[22] e un C.A.R.A.[23].
C’è da dire tuttavia che quest’ultima grande porzione umanitaria di fatto sfugge purtroppo a qualsiasi timido tentativo di inserimento e partecipazione sociale nell’ambito cittadino a causa della loro presenza temporanea, senza una vera e propria dimora, e con il miraggio di raggiungere in seguito loro connazionali o parenti già regolari. È infatti possibile notarli accampati durante tutto l’anno nelle zone limitrofe a Pian del Lago in rifugi di fortuna, senza servizi igienici, senza alcun tipo di assistenza, oppure vederli percorrere a piedi le principali arterie stradali che collegano la struttura con il centro della città, ove come vedremo sono presenti cospicue comunità straniere. Si tratta di una situazione resa ancor più drammatica in questi mesi con l’emergenza sanitaria dovuta al Covid19.
Cittadini stranieri a Enna 2019
[22] Centro Permanenza per il Rimpatrio;
[23] Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo;
Popolazione straniera[24] residente a Enna al 31 dicembre 2019.
[24] Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.
Gli stranieri residenti a Enna al 31 dicembre 2019 sono 869 e rappresentano il 3,2% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 34,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (30,3%) e dalle Filippine (10,7%). Emerge in modo inconfutabile che si tratta di migranti perlopiù a causa di motivi economici e occupazionali.
Paesi di provenienza
Segue il dettaglio dei paesi di provenienza dei cittadini stranieri residenti divisi per continente di appartenenza ed ordinato per numero di residenti.
AFRICA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Marocco | Africa settentrionale | 130 | 133 | 263 | 30,26% |
Tunisia | Africa settentrionale | 22 | 19 | 41 | 4,72% |
Ghana | Africa occidentale | 19 | 1 | 20 | 2,30% |
Nigeria | Africa occidentale | 13 | 3 | 16 | 1,84% |
Gambia | Africa occidentale | 6 | 0 | 6 | 0,69% |
Costa d’Avorio | Africa occidentale | 4 | 0 | 4 | 0,46% |
Guinea | Africa occidentale | 4 | 0 | 4 | 0,46% |
Camerun | Africa centro meridionale | 0 | 3 | 3 | 0,35% |
Senegal | Africa occidentale | 3 | 0 | 3 | 0,35% |
Togo | Africa occidentale | 3 | 0 | 3 | 0,35% |
Madagascar | Africa orientale | 2 | 0 | 2 | 0,23% |
Mali | Africa occidentale | 2 | 0 | 2 | 0,23% |
Tanzania | Africa orientale | 2 | 0 | 2 | 0,23% |
Egitto | Africa settentrionale | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Algeria | Africa settentrionale | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Totale Africa | 210 | 161 | 371 | 42,69% |
EUROPA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Romania | Unione Europea | 91 | 208 | 299 | 34,41% |
Polonia | Unione Europea | 0 | 8 | 8 | 0,92% |
Albania | Europa centro orientale | 2 | 3 | 5 | 0,58% |
Turchia | Europa centro orientale | 0 | 4 | 4 | 0,46% |
Bulgaria | Unione Europea | 3 | 1 | 4 | 0,46% |
Regno Unito | Unione Europea | 1 | 2 | 3 | 0,35% |
Germania | Unione Europea | 0 | 3 | 3 | 0,35% |
Belgio | Unione Europea | 2 | 1 | 3 | 0,35% |
Ucraina | Europa centro orientale | 0 | 2 | 2 | 0,23% |
Spagna | Unione Europea | 0 | 2 | 2 | 0,23% |
Slovacchia | Unione Europea | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Moldavia | Europa centro orientale | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Bosnia-Erzegovina | Europa centro orientale | 1 | 0 | 1 | 0,12% |
Federazione Russa | Europa centro orientale | 1 | 0 | 1 | 0,12% |
Ungheria | Unione Europea | 1 | 0 | 1 | 0,12% |
Svizzera | Altri paesi europei | 1 | 0 | 1 | 0,12% |
Francia | Unione Europea | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Totale Europa | 103 | 237 | 340 | 39,13% |
ASIA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Filippine | Asia orientale | 43 | 50 | 93 | 10,70% |
Rep. Popolare Cinese | Asia orientale | 13 | 15 | 28 | 3,22% |
Bangladesh | Asia centro meridionale | 6 | 1 | 7 | 0,81% |
India | Asia centro meridionale | 2 | 1 | 3 | 0,35% |
Pakistan | Asia centro meridionale | 2 | 0 | 2 | 0,23% |
Thailandia | Asia orientale | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Totale Asia | 66 | 68 | 134 | 15,42% |
AMERICA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Brasile | America centro meridionale | 2 | 4 | 6 | 0,69% |
Ecuador | America centro meridionale | 3 | 2 | 5 | 0,58% |
Canada | America settentrionale | 2 | 1 | 3 | 0,35% |
Argentina | America centro meridionale | 1 | 2 | 3 | 0,35% |
Cuba | America centro meridionale | 0 | 2 | 2 | 0,23% |
Stati Uniti d’America | America settentrionale | 0 | 2 | 2 | 0,23% |
Repubblica Dominicana | America centro meridionale | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Giamaica | America centro meridionale | 0 | 1 | 1 | 0,12% |
Venezuela | America centro meridionale | 1 | 0 | 1 | 0,12% |
Totale America | 9 | 15 | 24 | 2,76% |
Distribuzione della popolazione straniera per età e sesso
A seguire è riportata la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente a Enna per età e sesso al 1° gennaio 2020 su dati ISTAT.
Età | Stranieri | |||
Maschi | Femmine | Totale | % | |
0-4 | 35 | 22 | 57 | 6,6% |
5-9 | 24 | 24 | 48 | 5,5% |
10-14 | 22 | 16 | 38 | 4,4% |
15-19 | 22 | 12 | 34 | 3,9% |
20-24 | 27 | 28 | 55 | 6,3% |
25-29 | 48 | 49 | 97 | 11,2% |
30-34 | 52 | 48 | 100 | 11,5% |
35-39 | 47 | 46 | 93 | 10,7% |
40-44 | 33 | 48 | 81 | 9,3% |
45-49 | 29 | 47 | 76 | 8,7% |
50-54 | 19 | 47 | 66 | 7,6% |
55-59 | 14 | 40 | 54 | 6,2% |
60-64 | 10 | 23 | 33 | 3,8% |
65-69 | 6 | 20 | 26 | 3,0% |
70-74 | 0 | 4 | 4 | 0,5% |
75-79 | 0 | 2 | 2 | 0,2% |
80-84 | 0 | 4 | 4 | 0,5% |
85-89 | 0 | 1 | 1 | 0,1% |
90-94 | 0 | 0 | 0 | 0,0% |
95-99 | 0 | 0 | 0 | 0,0% |
100+ | 0 | 0 | 0 | 0,0% |
Totale | 388 | 481 | 869 | 100% |
Cittadini stranieri a Caltanissetta 2019
Popolazione straniera[25] residente a Caltanissetta al 31 dicembre 2019.
[25] Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia
Distribuzione per area geografica di cittadinanza
Gli stranieri residenti a Caltanissetta al 31 dicembre 2019 sono 3.090 e rappresentano il 5,1% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dal Marocco con il 25,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (20,7%) e dal Pakistan (18,1%). Anche in questo caso, in analogia a quanto registrato per Enna, si tratta dunque di migranti residenti per motivi economici e occupazionali.
Paesi di provenienza
Segue il dettaglio dei paesi di provenienza dei cittadini stranieri residenti divisi per continente di appartenenza ed ordinato per numero di residenti.
AFRICA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Marocco | Africa settentrionale | 404 | 395 | 799 | 25,86% |
Nigeria | Africa occidentale | 90 | 33 | 123 | 3,98% |
Somalia | Africa orientale | 51 | 18 | 69 | 2,23% |
Gambia | Africa occidentale | 40 | 3 | 43 | 1,39% |
Tunisia | Africa settentrionale | 26 | 13 | 39 | 1,26% |
Costa d’Avorio | Africa occidentale | 38 | 0 | 38 | 1,23% |
Senegal | Africa occidentale | 29 | 7 | 36 | 1,17% |
Mali | Africa occidentale | 24 | 1 | 25 | 0,81% |
Egitto | Africa settentrionale | 17 | 2 | 19 | 0,61% |
Guinea | Africa occidentale | 17 | 0 | 17 | 0,55% |
Ghana | Africa occidentale | 15 | 1 | 16 | 0,52% |
Tanzania | Africa orientale | 3 | 6 | 9 | 0,29% |
Sudan | Africa settentrionale | 7 | 0 | 7 | 0,23% |
Mauritius | Africa orientale | 1 | 5 | 6 | 0,19% |
Liberia | Africa occidentale | 5 | 1 | 6 | 0,19% |
Algeria | Africa settentrionale | 4 | 1 | 5 | 0,16% |
Togo | Africa occidentale | 4 | 0 | 4 | 0,13% |
Burkina Faso (ex Alto Volta) | Africa occidentale | 3 | 0 | 3 | 0,10% |
Guinea Bissau | Africa occidentale | 3 | 0 | 3 | 0,10% |
Eritrea | Africa orientale | 1 | 2 | 3 | 0,10% |
Etiopia | Africa orientale | 2 | 0 | 2 | 0,06% |
Sierra Leone | Africa occidentale | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Zambia | Africa orientale | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Benin (ex Dahomey) | Africa occidentale | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Niger | Africa occidentale | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Ruanda | Africa orientale | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Totale Africa | 785 | 492 | 1.277 | 41,33% |
ASIA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Pakistan | Asia centro meridionale | 477 | 82 | 559 | 18,09% |
Rep.Popolare Cinese | Asia orientale | 83 | 84 | 167 | 5,40% |
Afghanistan | Asia centro meridionale | 146 | 3 | 149 | 4,82% |
Bangladesh | Asia centro meridionale | 30 | 4 | 34 | 1,10% |
Iraq | Asia occidentale | 20 | 0 | 20 | 0,65% |
India | Asia centro meridionale | 9 | 1 | 10 | 0,32% |
Sri Lanka (ex Ceylon) | Asia centro meridionale | 8 | 2 | 10 | 0,32% |
Libano | Asia occidentale | 6 | 0 | 6 | 0,19% |
Nepal | Asia centro meridionale | 2 | 2 | 4 | 0,13% |
Repubblica Islamica dell’Iran | Asia occidentale | 3 | 1 | 4 | 0,13% |
Siria | Asia occidentale | 2 | 1 | 3 | 0,10% |
Georgia | Asia occidentale | 2 | 0 | 2 | 0,06% |
Israele | Asia occidentale | 2 | 0 | 2 | 0,06% |
Indonesia | Asia orientale | 0 | 2 | 2 | 0,06% |
Territori dell’Autonomia Palestinese | Asia occidentale | 2 | 0 | 2 | 0,06% |
Giappone | Asia orientale | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Malesia | Asia orientale | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Totale Asia | 793 | 183 | 976 | 31,59% |
EUROPA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Romania | Unione Europea | 179 | 462 | 641 | 20,74% |
Repubblica di Serbia | Europa centro orientale | 9 | 8 | 17 | 0,55% |
Spagna | Unione Europea | 9 | 6 | 15 | 0,49% |
Francia | Unione Europea | 7 | 8 | 15 | 0,49% |
Belgio | Unione Europea | 4 | 9 | 13 | 0,42% |
Albania | Europa centro orientale | 5 | 4 | 9 | 0,29% |
Federazione Russa | Europa centro orientale | 2 | 7 | 9 | 0,29% |
Ucraina | Europa centro orientale | 1 | 7 | 8 | 0,26% |
Polonia | Unione Europea | 0 | 7 | 7 | 0,23% |
Germania | Unione Europea | 3 | 4 | 7 | 0,23% |
Bulgaria | Unione Europea | 1 | 5 | 6 | 0,19% |
Regno Unito | Unione Europea | 3 | 2 | 5 | 0,16% |
Lettonia | Unione Europea | 1 | 2 | 3 | 0,10% |
Bielorussia | Europa centro orientale | 1 | 2 | 3 | 0,10% |
Austria | Unione Europea | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Malta | Unione Europea | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Portogallo | Unione Europea | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Svezia | Unione Europea | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Croazia | Unione Europea | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Moldavia | Europa centro orientale | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Repubblica Ceca | Unione Europea | 0 | 1 | 1 | 0,03% |
Turchia | Europa centro orientale | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Totale Europa | 229 | 537 | 766 | 24,79% |
AMERICA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Brasile | America centro meridionale | 13 | 9 | 22 | 0,71% |
Argentina | America centro meridionale | 7 | 7 | 14 | 0,45% |
Venezuela | America centro meridionale | 1 | 5 | 6 | 0,19% |
Rep. Dominicana | America centro meridionale | 1 | 5 | 6 | 0,19% |
Cuba | America centro meridionale | 1 | 4 | 5 | 0,16% |
El Salvador | America centro meridionale | 2 | 1 | 3 | 0,10% |
Canada | America settentrionale | 1 | 2 | 3 | 0,10% |
Messico | America centro meridionale | 1 | 2 | 3 | 0,10% |
Perù | America centro meridionale | 0 | 2 | 2 | 0,06% |
Colombia | America centro meridionale | 1 | 1 | 2 | 0,06% |
Stati Uniti d’America | America settentrionale | 1 | 1 | 2 | 0,06% |
Ecuador | America centro meridionale | 1 | 0 | 1 | 0,03% |
Totale America | 30 | 39 | 69 | 2,23% |
OCEANIA | Area | Maschi | Femmine | Totale | % |
Australia | Oceania | 1 | 1 | 2 | 0,06% |
Totale Oceania | 1 | 1 | 2 | 0,06% |
Distribuzione della popolazione straniera per età e sesso
A seguire è riportata la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente a Caltanissetta per età e sesso al 1° gennaio 2020 su dati ISTAT.
Età | Stranieri | ||||||||||||
Maschi | Femmine | Totale | % | ||||||||||
0-4 | 94 | 64 | 158 | 5,1% | |||||||||
5-9 | 77 | 67 | 144 | 4,7% | |||||||||
10-14 | 68 | 63 | 131 | 4,2% | |||||||||
15-19 | 118 | 60 | 178 | 5,8% | |||||||||
20-24 | 160 | 57 | 217 | 7,0% | |||||||||
25-29 | 269 | 86 | 355 | 11,5% | |||||||||
30-34 | 357 | 121 | 478 | 15,5% | |||||||||
35-39 | 245 | 151 | 396 | 12,8% | |||||||||
40-44 | 163 | 132 | 295 | 9,5% | |||||||||
45-49 | 105 | 127 | 232 | 7,5% | |||||||||
50-54 | 60 | 131 | 191 | 6,2% | |||||||||
55-59 | 53 | 102 | 155 | 5,0% | |||||||||
60-64 | 28 | 45 | 73 | 2,4% | |||||||||
65-69 | 25 | 28 | 53 | 1,7% | |||||||||
70-74 | 6 | 9 | 15 | 0,5% | |||||||||
75-79 | 6 | 3 | 9 | 0,3% | |||||||||
80-84 | 2 | 2 | 4 | 0,1% | |||||||||
85-89 | 0 | 2 | 2 | 0,1% | |||||||||
90-94 | 0 | 2 | 2 | 0,1% | |||||||||
95-99 | 2 | 0 | 2 | 0,1% | |||||||||
100+ | 0 | 0 | 0 | 0,0% | |||||||||
Totale | 1.838 | 1.252 | 3.090 | 100% | |||||||||
ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE CON CITTADINANZA STRANIERA |
2003 | 2004 | 2005 | 2006 | ||||
ENNA | 244 | 268 | 238 | 273 | |||
CALTANISSETTA | 629 | 762 | 894 | 1058 | |||
2007 | 2008 | 2009 | 2010 | ||||
ENNA | 413 | 560 | 619 | 704 | |||
CALTANISSETTA | 1328 | 1641 | 1947 | 2185 | |||
2011 | 2012 | 2013 | 2014 | ||||
ENNA | 606 | 641 | 793 | 924 | |||
CALTANISSETTA | 1684 | 2122 | 2571 | 3163 | |||
2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | |||
ENNA | 993 | 885 | 891 | 936 | 869 | ||
CALTANISSETTA | 3355 | 3487 | 3192 | 2598 | 3090 | ||
Dall’analisi dei predetti dati relativi all’andamento della popolazione straniera nelle due città in esame emergono alcuni dati di interesse per il presente studio. Innanzitutto si può sottolineare una sostanziale differenza tra Enna e Caltanissetta, nel primo Comune nel 2019 vi sono 869 stranieri residenti – il 3,2% della popolazione totale – a fronte del capoluogo nisseno ove sono censiti ben 3.090 il 5,1%.
Tale incontrovertibile dato fornisce una duplice chiave di lettura, la prima connessa ad una tenuta del calo demografico generale che si registra a Caltanissetta, rispetto a Enna. La seconda – di nostro interesse – relativamente all’organizzazione sociale dello spazio nelle due città siciliane.
La città di Caltanissetta infatti registra una consistente presenza di stranieri originari per il 25,9% del Marocco, per il 20,7% dalla Romania e per il 18,1% dal Pakistan. Si tratta di consistenti comunità ormai presenti da decenni a cui si affianca, come già evidenziato, una indeterminata presenza di extracomunitari richiedenti asilo collegati al C.A.R.A. di Pian del Lago, che soggiornano in attesa del perfezionamento dell’iter burocratico autorizzativo alla permanenza sul territorio europeo. Il primo gruppo, composto da nuclei familiari in particolare di origine marocchina e rumena, con la conseguente presenza di minori in età scolare, permette quindi a Caltanissetta di avere una popolazione assestata negli ultimi decenni sui 61.000 abitanti circa con positivi effetti in termini di popolazione scolastica, di attività commerciali, di mano d’opera nel settore di assistenza agli anziani e dei servizi.
Di contro a Enna l’inesorabile calo demografico della popolazione residente, difficilmente potrà essere fronteggiato a causa della limitata presenza di cittadini stranieri. Va segnalato comunque che attualmente il 30,26% è di origine marocchina e il 34,41% rumena, con una equa presenza tra uomini e donne, ma soprattutto – a differenza di Caltanissetta – ben il 20,8% appartiene alle fasce di età 0-19 anni, con possibili futuri nuovi scenari sociali.
Tuttavia dinamiche connesse alla presenza di numerosi studenti fuori sede dell’Università Kore[26] fa si che l’organizzazione sociale dello spazio ne sia positivamente caratterizzata così come successivamente analizzato.
[26] l’80% degli studenti arriva da fuori provincia.
CAPITOLO IV
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO A CALTANISSETTA
Le dinamiche demografiche, migratorie, economiche ed occupazionali – risalenti alla fine del secolo scorso – hanno fortemente caratterizzato l’organizzazione sociale della città di Caltanissetta, modificando sostanzialmente quelli che erano le relazioni umane, i luoghi, le abitudini dei nisseni. La città fino alla metà degli anni ‘50 si concentrava nei quattro quartieri del centro storico di San Rocco, Santa Croce, San Domenico e Provvidenza lungo i due assi viari principali di Corso Umberto e Corso Vittorio Emanuele.
Il restante territorio, rispetto a quello attuale, risultava da urbanizzare, eccezion fatta per quello che può essere considerata una delle prime esperienze di abitazioni sociali[27]. Infatti lungo la direttrice che conduce al limitrofo Comune di San Cataldo sorse il Villaggio UNRRA CASAS. L’United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA) era un’organizzazione internazionale istituita per assistere economicamente e civilmente i Paesi usciti gravemente danneggiati dalla seconda guerra mondiale. L’organizzazione traeva i suoi fondi da contributi di Stati che non avevano subìto devastazioni e che quindi potevano versare denaro per la ricostruzione postbellica. In un secondo momento, la sua opera venne estesa anche ai Paesi sconfitti. L’Italia ne venne ammessa nel 1946 a seguito degli Accordi di Roma. Tra gli altri in Italia fu istituita l’UNRRA-CASAS (Comitato Amministrativo Soccorso Ai Senzatetto), per la ricostruzione di case a favore dei senzatetto. All’interno del Villaggio si sviluppava l’azione dell’Assistente sociale il quale, dopo aver concentrato inizialmente il suo operato sui singoli nuclei familiari spostati dalle baracche post-belliche, si concentra sulla comunità del villaggio e poi all’intera comunità locale, quest’ultima tipicamente di piccole dimensioni dove il senso d’appartenenza poteva essere maggiormente presente rispetto ai grandi agglomerati urbani. Il bacino di utenza era costituto da persone nullatenenti, provenienti da campi profughi, tuguri e caverne a cui manca la più basica educazione in materia di igiene e alimentazione. Le famiglie venivano dunque accompagnate secondo un approccio individualizzato, caratterizzato da una forte impronta educativa, teso al cambiamento delle cattive abitudini alimentari, all’incremento della salubrità degli ambienti di vita, all’insegnamento delle norme igieniche e all’informazione circa le possibilità di fruire di interventi sanitari per ovviare alla denutrizione, attivando i servizi necessari.[28].
[27] L’alloggio tipo era costituito da un ingresso, camere da letto, soggiorno, servizi e un piccolo appezzamento di terreno;
[28] Lunetta E., “Il processo di costruzione del Servizio sociale all’interno dei centri sociali dell’UNRRA CASAS”, Università degli studi di Salerno, 2015;
In particolare il centro storico fino agli anni novanta, fulcro commerciale e sede di istituti bancari pubblici e privati, tra questi la Banca d’Italia[29], ha subito una profonda modifica dal punto di vista sociale. Progressivamente a partire dagli anni sessanta si registrava una politica abitativa a seguito della quale in particolare il quartiere della Provvidenza[30] e i rioni degli Angeli[31], di S. Salvatore32], S. Francesco[33] e Furchi[34] si sono svuotati di numerosi nuclei familiari, trasferitisi in nuovi quartieri periferici ove nel frattempo erano sorti diversi immobili di edilizia popolare.
Negli ultimi anni proprio la vecchia sede della Banca d’Italia[7] di Corso Umberto I è stata al centro di un’ipotesi di riconversione in area commerciale – purtroppo non andata in porto – finalizzata a rivitalizzare quell’area del centro in declino e spopolata. Tale soluzione avrebbe infatti potuto attrarre un maggior numero di frequentatori in questa area del centro, in tutte le ore della giornata e non soltanto la mattina, favorendo in tal modo una serie di aspetti occupazionali, sociali e urbanistici.
[29] già con sede nella centralissima Corso Umberto e ora accorpata alla Filiale di Agrigento;
[30] indicato al nr. 9 della sottonotata cartina;
[31] indicato al nr. 7 della sottonotata cartina;
[32] ricadente nel quartiere di San Domenico e indicato al nr. 4 della sottonotata cartina;
[33 ricadente nel quartiere di San Domenico e indicato al nr. 5 della sottonotata cartina;
[34 ricadente nel quartiere di San Domenico e indicato al nr. 6 della sottonotata cartina;
[35] la sede della Banca d’Italia fu ultimata nel 1969, al posto di un antico palazzo ottocentesco. Dopo essere stata per lunghi anni adoperata come sede Provinciale della stessa Banca, a causa di una riorganizzazione territoriale, nel 2009 ha cessato la sua attività, lasciando di fatto l’edificio nisseno privo di qualsiasi utilizzazione. L’edificio è costituito da 5 piani fuori terra (compreso il piano copertura) e da 2 piani interrati, con 5.000 metri quadrati di superficie e l’assenza di vincoli di carattere monumentale consentirebbe radicali trasformazioni dell’impianto interno, rendendolo idoneo ad ospitare per esempio un moderno centro commerciale;
Negli anni cinquanta, infatti, la quasi totalità della popolazione abitava nei quattro quartieri formati dall’incrocio delle due vie principali: Provvidenza, San Domenico, San Rocco, Santa Croce. Con il Piano Regolatore Generale[36] approvato nel 1967, fu “congelato” il centro storico, privilegiando le aree periferiche della città. In seguito a tale direzione dello sviluppo urbano, molti quartieri del centro storico hanno cominciato a disabitarsi, a partire dall’antico rione arabo degli Angeli.
Tra questi quartieri quello della Provvidenza, uno dei quattro quartieri antichi di Caltanissetta unitamente al quartiere di San Rocco con il quale delimita il margine occidentale della città, presenta oggi molte delle sue abitazioni abbandonate e degradate, tanto che alcune sono crollate ed interi isolati sono stati chiusi e transennati per ragione di sicurezza pubblica.
[36] il Piano Regolatore Generale (PRG) è lo strumento urbanistico di governo del territorio che regola gli usi del suolo e l’attività edificatoria a livello comunale. Basandosi sulle previsioni di sviluppo economico e demografico del territorio, disciplina la trasformazione urbanistica comunale generale e detta le linee da seguire in caso di interventi edificatori di iniziativa sia pubblica che privata. Divide in zone il territorio comunale e ne regola la destinazione d’uso; individua la rete delle principali vie di comunicazione e le aree destinate a edifici, spazi e opere di uso pubblico; indica i vincoli da rispettare, gli interventi realizzabili sul patrimonio edilizio esistente e la possibilità di sfruttamento edificatorio in ciascuna zona;
fonte: www.openstreetmap.org
Quartieri e rioni del centro storico di Caltanissetta:
1)Rione Santa Venera nel quartiere Santa Croce
2)Rione Cozzarello nel quartiere Santa Croce
3)Rione Annunciata nel quartiere Santa Croce
4)Rione San Salvatore nel quartiere San Domenico
5)Rione San Francesco nel quartiere San Domenico
6)Rione Furchi o Annunciata nel quartiere San Domenico
7)Rione Angeli nel quartiere San Domenico
8)Quartiere San Rocco
9)Quartiere Provvidenza
Tale situazione di abbandono e di degrado ha fatto si che molteplici di questi immobili ormai vuoti siano stati oggetto di occupazione da parte di immigrati regolari e non, perlopiù di origine nigeriana e gambiana, con ulteriori criticità oltre che sociali anche di sicurezza pubblica, a causa di illecite attività poste in essere e contraste costantemente dalle forze dell’ordine.
L’attuale quadro che emerge a seguito di queste dinamiche nel centro storico di Caltanissetta è poco incoraggiante poiché:
– dal punto di vista commerciale la maggior parte degli esercizi hanno chiuso i battenti, aprendo nuovi negozi nelle periferie o in centri commerciali;
– storici luoghi di aggregazione giovanili e non hanno anch’essi chiuso e oggi i nisseni preferiscono incontrarsi e socializzare presso locali siti fuori dal centro della città (Viale della Regione, Via Libertà, Via Due Fontane);
– questo spazio cittadino non registra più una consistente presenza di cittadini italiani dovuta, come sopra evidenziato, sia a fattori di nuova distribuzione territoriale, sia al calo demografico registrato;
– oltre alle criticità del descritto quartiere della Provvidenza altri Quartieri quale ad esempio quello di Santa Croce, vedono la presenza cospicua di immigrati appartenenti ad etnie pakistane (costituenti il 18,6% degli stranieri presenti a Caltanissetta) e marocchine (costituenti il 25,8% degli stranieri presenti a Caltanissetta), alcun dei quali hanno aperto piccoli esercizi commerciali per la vendita di loro prodotti, quali bigiotteria e alimentari.
– non ha mai avuto una vocazione turistica e il flusso di individui non residenti era, e oggi lo è con minor consistenza, dovuto a scarsi motivi commerciali e disbrigo di atti burocratici.
Tuttavia c’è da evidenziare che tale condizione di svuotamento sociale del centro storico di Caltanissetta, aggravatasi notevolmente negli ultimi dieci anni, è sotto i riflettori degli amministratori locali, i quali nel tempo hanno cercato di individuare possibili soluzioni di recupero sociale ed urbanistico.
Uno tra questi è il progetto “Via Mazzini Social Home” , presentato lo scorso anno, volto al recupero di nove alloggi presso il Quartiere Provvidenza e al completamento della strada “Pio La Torre” nel Quartiere “Pegni Stazzone”. Gli interventi, realizzati dallo IACP e il Comune di Caltanissetta con il co-finanziamento dell’Unione Europea – Fondo per lo Sviluppo Regionale, sono volti alla riqualificazione e alla ristrutturazione edilizia, in favore dei soggetti beneficiari di alloggi sociali al fine di garantire benessere abitativo e integrazione, grazie anche allo sviluppo di collegamenti e residenze funzionali.
L’intervento dello IACP si inserisce in un più ampio processo di riqualificazione – avviato già da qualche anno nel Quartiere Provvidenza dall’Amministrazione Comunale che ha visto l’avvio del “Progetto Pilota Provvidenza” inerente ai lavori di realizzazione di edilizia residenziale agevolata ed urbanizzazioni complementari in due isolati del Quartiere, mediante il cd. social housing Il progetto è realizzato dall’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Caltanissetta con il finanziamento dell’Unione Europea e del PO Fesr Sicilia 2014/2020 nell’ambito dell’Azione 9.4.1 che prevede “Interventi di potenziamento del patrimonio pubblico esistente e di recupero di alloggi di proprietà pubblica dei Comuni e ex IACP per incrementare la disponibilità̀ di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili per ragioni economiche e sociali” e “Interventi infrastrutturali finalizzati alla sperimentazione di modelli innovativi sociali e abitativi”.
Altro impegno di riqualificazione urbana degli spazi del centro storico con possibili riflessi sociali sono gli interventi avviati della Via Consultore Belintendi, conosciuta come “Strata ‘a foglia”, ove di giorno prende vita un colorato e rumoroso mercato di prodotti ortofrutticoli e alimentari e di sera aprono piccoli locali di ristorazione, in particolare di cibo da strada. Un tentativo promosso nel 2017 per riqualificare la «Strata ‘a Foglia» ed una grossa fetta del rione San Rocco. Si tratta indubbiamente di un forte impegno finalizzato a riportare quanta più gente possibile in centro storico.
Rapè A. Zaffuto Rovello R., “Era Caltanissetta”, Paruzzo Editore, Caltanissetta 2013;
Analizzando però l’organizzazione sociale degli spazi a Caltanissetta, ci si rende conto che centri commerciali, centri di aggregazione giovanili, luoghi di svago, palestre, spazi dedicati allo sport all’aria aperta, istituti scolastici superiori sono tutti ubicati nell’anello periferico cittadino, facilmente raggiungibili in auto o motociclo, in quartieri popolati e residenziali. Il centro storico viene quindi raggiunto e vissuto dai nisseni per pochi motivi residuali seppur importanti: il disbrigo di pratiche amministrative presso il locale Comune, la fruizione delle sale cinematografiche e teatri ivi presenti, la partecipazione alle funzioni religiose presso la Cattedrale.
Or bene dal punto di vista dell’organizzazione sociale dello spazio urbano emergono due città distinte, una riconducibile al centro storico, caratterizzata dalle saracinesche dei negozi abbassate, dai capannelli di anziani intenti a dialogare, da pakistani, marocchini, nigeriani, che gravitano nella piazza antistante la Cattedrale, dagli odori tipici di qualche venditore di kebab, da una Z.T.L. che in queste condizioni non favorisce un adeguato recupero sociale del centro storico, nonostante sia attivo un parcheggio multipiano adiacente una delle principali arterie stradali, Corso Vittorio Emanuele.
L’altra delle periferie, costituita da nuovi quartieri perlopiù residenziali e commerciali, popolato dai nisseni, con un intenso traffico veicolare, la difficoltà a trovare parcheggio, gli uffici pubblici e privati, i diversi istituti d’istruzione superiore frequentati anche da numerosi studenti provenienti dalla provincia, le strutture sanitarie, i locali di tendenza affollati, le palestre piene di giovani atleti, i nuovi negozi trasferitisi dal centro. In questo anello delle periferie bisogna distinguere oltremodo alcune zone di più recente realizzazione, ove vi sono alcune strutture di aggregazione sociale giovanili e sportive[41], altre costituenti veri e propri quartieri dormitorio[42].
Tutto ciò sta creando un effetto opposto rispetto al processo di disembedding in cui è difficile individuare chiaramente i confini delle unità sociali locali, quali ad esempio quelli di un quartiere, appaiono infatti ben evidenti le diverse connotazioni sociali in ciascun quartiere.
Inoltre la distanza spaziale viene superata dai nuovi abitanti del centro storico: grazie alle nuove tecnologie e agli strumenti di comunicazione riescono così a mantenere costanti contatti con i loro luoghi di origine, rinsaldando le loro tradizioni e costumi e neutralizzando ulteriormente qualsiasi sforzo di coinvolgimento sociale.
[41] Quartiere di San Luca, Viale Rochester e Pian del Lago;
[42] Villaggio Sante Barbara, Quartiere S. Petronilla;
CAPITOLO V
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLO SPAZIO A ENNA
Ancor prima di analizzare l’organizzazione sociale dello spazio a Enna è necessario evidenziare la sua particolare struttura orografica che di fatto ha creato nel tempo ben tre distinti nuclei stanziali: Enna Alta, Enna Bassa e Pergusa.
Enna Alta, situata nel punto più alto a 992 metri s.l.m., è costituita dal nucleo antico, con importanti siti monumentali, in cui sono integrate attività commerciali e culturali e sedi di uffici amministrativi pubblici (Palazzo di Giustizia, Camera di Commercio, Comune, Provincia, A.S.P. e gran parte delle forze dell’ordine) e studi privati. Il fatto che l’altopiano su cui Enna alta si sia sviluppata nei secoli e sia ormai completamente urbanizzato, senza ulteriori altre aree edificabili, ha fatto sì che lo sviluppo immobiliare e dei servizi si sia spostato a Enna Bassa.
Su Enna Bassa è stato infatti dirottato lo sviluppo edilizio e, conseguentemente, sono stati dislocati alcuni importanti servizi che prima avevano sede nel centro storico della parte alta. In questa parte di Enna hanno sede infatti il nuovo ospedale Umberto I[43], il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco[44], l’Agenzia delle Entrate, la caserma della Polizia di Stato, ma soprattutto l’Università Kore, con le sue diverse articolazioni e una serie di strutture commerciali.
Infine la frazione di Pergusa, che fascia l’omonimo lago con popolazione con stanzialità fissa, è caratterizzata oltre che da strutture ricettive anche da servizi per lo sport[45] e il tempo libero.
Bisogna inoltre evidenziare, per quel che concerne la parte antica, che nel corso degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso vi è stato un periodo di grandi mutamenti urbanistici e conseguentemente di trasformazione anche in termini sociali di luoghi e di spazi cari agli ennesi. Tra questi l’abbattimento del Palazzo Varisano, avvenuto nella seconda metà del degli anni 50, che sarebbe dovuto servire, in base ad un iniziale progetto del 1932, per la costruzione sul nuovo spazio ricavato del Palazzo della Prefettura. Il progetto non andò in porto e al suo posto furono costruite le sedi del Banco di Sicilia e dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. A seguire iniziò una sistematica distruzione di un gran numero di palazzi antichi che comportò “non solo la scomparsa di immobili di pregio ma anche lo stravolgimento dei luoghi, degli usi e delle consuetudini ad essi legati, che per secoli, hanno scandito la vita dei suoi abitanti”[46].
Vista l’assenza di un Piano Regolatore Generale, approvato solo nel 1979, la città subì dunque una vera aggressione del centro storico con demolizioni di palazzi storici e la costruzione di nuovi edifici L’espansione urbanistica proseguì negli anni settanta nelle aree non edificate della zona Monte e a seguire nei decenni successivi nelle zone di Enna Bassa di Sant’Anna, Santa Lucia, Ferrante.
Or bene, con il Piano Regolatore Generale progettato nel 2012 gli amministratori si ripromettevano alla luce delle citate articolazioni territoriali tra l’altro di:
- recuperare un valore di centralità regionale pere la città di Enna;
- perseguire uno sviluppo armonico e sistematico dei tre nuclei stanziali;
- potenziare e valorizzare la forte vocazione turistica del territorio (culturale, sportiva, ambientale);
- tutelare e valorizzare le aree di pregio ambientale-archeologico.
Solo nel dicembre 2017, dopo quasi trent’anni di attese e lungaggini, il commissario ad acta Mario Megna adottava ufficialmente il Piano regolatore generale di Enna, che prevedeva anche un’attenzione verso le nuove aree universitarie e l’intento di ricucire il centro di Enna bassa con la realizzazione di diverse strade.
I criteri progettuali del P.R.G. ci aiutano – unitamente ad altri importanti fattori precedentemente analizzati quali, l’andamento demografico, lo sviluppo dei servizi di Enna Bassa, la vocazione turistica del centro storico, la distribuzione dei cittadini stranieri extracomunitari – a capire l’attuale organizzazione sociale dello spazio a Enna.
[43 fino al 2005 era ospitato in una cittadella di uffici e reparti a Enna alta, attualmente è ubicato in due grandi edifici di vetro e cemento, con annessa eli-superficie;
[44] il cui trasferimento nei nuovi locali di Enna bassa è stato completato nel 2007.
[45] oltre al noto autodromo, è presente un nuovo campo in erba sintetica utilizzato anche nel periodo estivo per il ritiro precampionato di squadre di calcio di serie D;
[46] Presti S., “Enna. Il filo della memoria”, Nova Graf, Assoro, 2013;
Tuttavia, nell’analizzare l’organizzazione sociale dello spazio a Enna, bisogna in premessa evidenziare un elemento fondamentale per la città di oggi: il sorgere dapprima di un Consorzio Universitario e successivamente dell’Unikore. La nascita, lo sviluppo ed il consolidamento di questo polo universitario hanno infatti modificato gli assetti di Enna Bassa. La presenza di migliaia di studenti in gran parte fuori sede ha modificato non solo le dinamiche urbanistiche ed economiche, ma anche quelle relazionali e sociali. Non sfugge infatti la loro presenza al di fuori dell’Ateneo all’interno di nuovi luoghi di aggregazione giovanili sportivi, ricreativi e di svago. Certo sarebbe auspicabile – una volta superata l’attuale emergenza sanitaria dovuta al covid19 – l’utilizzo di spazi già esistenti ad Enna Alta e il sorgere di nuovi ad Enna Bassa. Basti pensare che l’unica sala cinematografica è situata nel centro storico.
I quartieri del centro storico, ubicati ad Enna Alta, pur risentendo di un calo di popolazione e della chiusura di attività commerciali di medie e piccole dimensioni specie lungo la principale arteria di Via Roma:
- risultano tuttavia abitati dagli ennesi appartenenti a diverse fasce sociali, a cui si sono aggiunti nuclei familiari di cittadini extracomunitari;
- sono vissuti anche da anziani, che passeggiano e gravitano nei pressi delle loro abitazioni in quartieri popolari quali quello del Monte;
- vedono la presenza nella zona del Belvedere, Piazza VI Dicembre, Piazza San Francesco di locali pubblici, bar, esercizi di ristorazione divenendo – nell’arco serale – punto di riferimento e di aggregazione per i giovani e per gli studenti universitari;
- sono caratterizzate da una serie di strade e piazze, tutte riconducibili all’asse stradale di Via Roma, facilmente percorribili a piedi e raggiungibili anche grazie ad un servizio bus navetta gratuito gestito dal Comune mediante un parcheggio di scambio. A ciò si aggiunge l’avvio di un servizio di Bike Sharing, a cura sempre dal Comune finalizzato alla mobilità sostenibile nelle aree urbane[47];
- sono frequentati da turisti attratti da monumenti e da siti d’interesse quali il Castello di Lombardia, la Rocca di Cerere, la Torre di Federico, il Duomo, con conseguente fruizione dei diversi B&B presenti.
Tali dinamiche ed iniziative hanno permesso ad Enna Alta di mantenere dunque una propria vitalità, un decoro dei quartieri che la compongono, un rapporto di vicinato tra famiglie che da generazioni vi abitano, un tessuto sociale solido, una presenza costante di persone che per vari motivi la raggiungono o la vivono: dagli impiegati che durante la giornata lavoro negli uffici pubblici o privati, ai giovani che la sera si riuniscono o ai turisti in giro per le vie principali.
[47] Sono cinque le ciclo-stazioni, dotate di totem informativo, ciascuna delle quali dispone di 10 colonnine per la ricarica e il bloccaggio delle biciclette, site rispettivamente due a Enna Alta, due ad Enna Bassa ed una a Pergusa;
Enna Bassa, caratterizzata da edilizia residenziale sorta negli ultimi decenni:
- vede la presenza di servizi e uffici. In particolare le facoltà universitarie della Kore, il nuovo ospedale Umberto I, l’Agenzia delle Entrate, le nuove caserme dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato;
- è popolata oltre che dai cittadini residenti, anche da oltre 5mila studenti universitari[48], la maggior parte fuori sede, che di fatto la animano non solo dal punto di vista culturale ed economico, ma anche da quello sociale;
- ha diverse attività commerciali, tra cui molte appartenenti alla grande distribuzione;
- risente della mancata attuazione del citato P.R.G. con la conseguente assenza di piazze, viali e luoghi di possibile aggregazione sociale e gravitazione giovanile, specie di quella universitaria, costretta a spostarsi ad Enna Alta.
Tutte le predette attività, essendo disseminate su una consistente area territoriale che si estende tra le contrade Sant’Anna, Baronessa e Santa Lucia, sono raggiungibili esclusivamente con autovetture o con trasporto pubblico, inoltre non essendoci strade idonee è impossibile qualsiasi tipo di percorso pedonale.
[48] Anno Accademico 2017/2018 iscritti 5.197 (http://ustat.miur.it/dati/didattica/italia/atenei-non-statali/enna-kore)
CAPITOLO VI
CALTANISSETTA ED ENNA A CONFRONTO
Ancor prima di entrare nel merito degli elementi di confronto sociale tra Enna e Caltanissetta, bisogna chiarire che pur essendo simili sotto vari aspetti le due cittadine hanno una diversa conformazione ed estensione territoriale che in parte ha influito su alcune loro diverse condizioni attuali. Enna, di fatto articolata sulla parte alta, bassa e la frazione di Pergusa, ha un’estensione totale di km² 358,75 e una densità di 75,9 ab./km², mentre Caltanissetta si sviluppa su km² 421,25 con una densità di 145,59 ab./km², nonché una popolazione come già riferito rispettivamente di 27.004 e di 61.064 abitanti. Ciò ha in parte favorito il permanere ad Enna Alta di rapporti e relazioni personali e comunitarie, assenti di contro nella zona di più recente realizzazione di Enna Bassa e delle periferie di Caltanissetta. Infatti la tipologia di edilizia, connotata nella parte più antica da abitazioni singole o con poche unità alloggiative e da condomini abitati stabilmente da nuclei familiari ormai da decenni, ha permesso il permanere di tale favorevole risultato.
Tuttavia come emerso dai dati acquisiti ed enunciati relativi all’andamento demografico, ai movimenti migratori e all’organizzazione sociale degli spazi, emergono alcuni aspetti comuni alle città di Caltanissetta e di Enna e altri di contro che le differenziano, dando vita – dal punto di vista della presente ricerca – ad alcuni spunti di riflessione.
Si assiste in entrambi i casi ad un calo delle nascite, in parte rimpinguato dalla presenza di nuclei familiari di immigrati, dalla ricerca occupazionale – soprattutto da parte di giovani in possesso di adeguato titolo di studio – fuori dalla Sicilia, da politiche abitative pubbliche o da iniziative imprenditoriali immobiliari che hanno modificato negli ultimi decenni gli assetti urbanistici e le abitudini, consuetudini e relazioni sociali di nisseni ed ennesi. Si assiste infatti a classi di scuole primarie meno affollate, con conseguenti accorpamenti di istituti scolastici, ad uffici pubblici provinciali accorpati nelle sedi città più grandi (Palermo, Agrigento), a quartieri o parti di essi svuotati da persone e/o esercizi commerciali, da stranieri senza lavoro gravitare in determinati spazi urbani.
Nello specifico Caltanissetta risente, come analiticamente evidenziato precedentemente, di una politica abitativa che ha svuotato il centro storico di un determinato tessuto sociale sostituito da immigrati assolutamente non inseriti nel contesto socio-ambientale. Ne consegue che gran parte degli spazi degli antichi quartieri vengono abbandonati dai nisseni, un tempo protagonisti della vita di quei luoghi, allontanarsi sempre più prediligendo spazi commerciali e di aggregazione situati nelle periferie. Certo non possiamo parlare in questo caso di villaggio globale trattandosi di condizioni, analoghe a quelle di alcune grandi città, in cui i confini dei quartieri del centro storico sono maggiormente evidenti e segnano le diverse culture di chi vi abita.
Al contrario, il centro storico di Enna – ad oggi – viene vissuto ed abitato dagli ennesi, i quali frequentano la centrale Via Roma e il Belvedere, facendo sì che questi luoghi continuino ad essere spazi di comunità locale, ove le relazioni personali dirette si concretizzano, anche in un periodo come quello attuale nel quale i mezzi di comunicazione tecnologici sono ormai diffusi capillarmente. Inoltre va aggiunta la presenza di un turismo, che seppur non agganciato ai tour organizzati, assicura una presenza nei numerosi B&B sorti negli ultimi anni.
Esistono inoltre altri aspetti che connotano gli aspetti e gli spazi sociali di Enna e Caltanissetta. Tra questi abbiamo i luoghi di svago e culturali e per il tempo libero. Entrambe le città hanno una buona tradizione culturale che trova le sue radici nella presenza di due teatri comunali, al cui interno trovano spazio cartelloni di livello nazionale, e sale cinematografiche, due a Caltanissetta ed una ad Enna, tutti ubicati nei rispettivi centri storici. Si tratta di spazi di aggregazione sociale in cui giovani, ma soprattutto meno giovani hanno possibilità di incontrarsi.
Diverso è il discorso relativo al tempo libero, specie per gli anziani. Infatti, oltre ai canonici circoli, a Enna Alta vi è una struttura al coperto data in concessione dal Comune ad una locale società bocciofila, articolata su ben cinque campi da bocce, funzionante e ben manutenzionata, inserita all’interno di un polo sportivo formato da una palestra e da diversi campi da tennis e da basket all’aperto. Ciò favorisce indubbiamente gli appassionati soprattutto appartenenti alla terza età, nell’incontrarsi e a socializzare tra loro. A Caltanissetta di contro insistono due strutture site nel centro storico, una privata nel citato quartiere degli Angeli ed una in concessione comunale gestita dal D.L.F., in condizioni di totale abbandono che fanno il paio con un bocciodromo della Provincia regionale, in stato di forte degrado, situato invece nell’immediata periferia, in un quartiere ad alto indice abitativo, che sarebbe potuto essere utilizzato da anziani dimoranti nei pressi della struttura
Inoltre si evidenzia un aspetto associativo-religioso che riguarda sia Caltanissetta che Enna, con riflessi sull’organizzazione sociale dello spazio. A Caltanissetta esiste infatti la Real Maestranza[49], formata dagli appartenenti ai vari mestieri: panificatori, idraulici e stagnini, barbieri, pittori decoratori, muratori, marmisti, falegnami ed ebanisti, carpentieri e ferraioli, calzolai, pellettieri e tappezzieri, fabbri, che trova visibilità in occasione delle celebrazioni collegate alla Settimana Santa nissena. Analogamente a Enna vi sono le Confraternite, ben sedici, inserite nella Chiesa ennese, e anch’esse presenti nelle tradizioni religiose della città. Tuttavia, nonostante entrambe abbiano una complessa e articolata organizzazione, basti pensare all’elevato coinvolgimento in termini numerici di persone di diversa età ed estrazione sociale, a differenza di altre analoghe esperienze, si pensi alle Contrade di Siena, nei nostri due casi non si riesce ad ottenere un effettivo radicamento in termini di organizzazione spaziale e di presenza sul territorio, con riverberi permanenti nell’arco di tutto l’anno solare dal punto di vista sociale. Nel caso senese infatti la vita in Contrada si sviluppa nei dodici mesi, per avere il proprio culmine in occasione dei Pali, con attività non solo ricreative e culturali, ma anche di supporto sociale nei confronti di quelle famiglie di contradaioli meno fortunati.
A questo punto è possibile delineare una città, quella di Enna, che ancora oggi riesce ad offrire una parte, quella di Enna Alta con il suo centro storico, con diversi e articolati spazi in cui si riflette una consolidata organizzazione sociale articolata su quartieri comunque abitati dagli ennesi, vie commerciali, luoghi di aggregazione sia per i giovani che per gli anziani, spazi culturali, luoghi di interesse turistico, in cui i rapporti e relazioni umane sono vive e solide, e la parte bassa, identificabile in una qualsiasi periferia urbana, comunque con importanti e determinanti servizi quali quello sanitario, si pensi al nuovo ospedale, e a quello dell’istruzione, con le strutture universitarie della Kore.
La città di Caltanissetta invece, viva e in movimento dal punto di vista commerciale e relazionale nelle periferie, con la presenza di molteplici attività che si concretizzano quali spazi sociali organizzati, registra un centro storico con quartieri svuotati decisamente degradati (Provvidenza) ed altri abitati da stranieri o da famiglie italiane in parte disagiate (Angeli). Tali deleterie condizioni hanno comportato un cedimento delle comunità locali e delle relazioni di vicinato da parte di famiglie nissene spostatesi dalle strette vie del centro ai condomini anonimi delle periferie e il contestuale sorgere di problematiche sociali scaturenti dai difficili inserimenti dei nuovi cittadini provenienti da paesi lontani. Tutto ciò come già evidenziato creando dei confini, con il rischio di futuri tensioni sociali e scontri di civiltà, già manifestatisi peraltro nelle periferie delle metropoli europee. La chiusura culturale, in un periodo storico quale quello attuale di globalizzazione, non favorisce certo lo sviluppo di una società civile e organizzata socialmente, infatti se da una parte viene alimentata una politica antimmigrazione generica, dall’altra diventa difficile intercettare situazioni di illeceità e di violazione di legge[50], ma anche di devianza e di degrado.
Or bene se per i primi due aspetti la competenza rientra nella sfera delle forze dell’ordine, per i restanti diventa compito degli enti locali e dei relativi servizi sociali intervenire.
[49] Le origini della Real Maestranza risalgono ad antiche tradizioni medievali, di cui troviamo ancora traccia nel suo attuale cerimoniale. Venne formata come milizia cittadina per difendere Caltanissetta in caso di invasione dei Turchi. Essa era formata da artigiani, i mastri appunto, divisi in varie categorie, formate interamente dai mastri che esercitavano lo stesso mestiere, e guidata da un capitano d’armi, generalmente un nobile;
[50] diversi sono gli episodi delittuosi registratisi recentemente nel centro storico di Caltanissetta. Oltre agli interventi connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti che hanno visto protagonisti nigeriani, si segnala l’omicidio di un 32enne pakistano, Siddique Adnan, ucciso il 3 giugno 2019 per aver aiutato propri connazionali vittime di caporalato. Gli aggressori, anch’essi pakistani, probabilmente procacciavano manodopera nel settore agricolo, facendo da mediatori e trattenendo parte dei salari.
CONCLUSIONI
Appare evidente che dall’analisi dell’organizzazione dello spazio a Caltanissetta e a Enna l’attenzione dal punto di vista sociale va riposta soprattutto sul centro storico della città nissena per le forti criticità finora rilevate.
Enna infatti, nonostante le difficoltà derivanti dal forte calo demografico, dalla presenza di una popolazione anziana, da una palpabile crisi occupazionale, non vive gravi squilibri sociali.
Di contro ciò che è maturato negli ultimi decenni nei quartieri nisseni della Provvidenza, della Badia o degli Angeli merita la massima attenzione in un contesto generale comunque interessato anche dalle citate dinamiche sociali che riguardano il capoluogo ennese. É dunque in una previsione futura del possibile ulteriore crescere di problematiche che l’azione dell’assistente sociale deve essere protesa, con tutte le oggettive difficoltà presenti, con il fine di colmare con i propri strumenti quei gap negativi che creano emarginazione, dilatazione dei rapporti sociali nel contesto urbano, assenza di servizi.
Da questo punto vista il Comune di Caltanissetta e la locale A.S.P., attraverso le proprie articolazioni burocratiche ed operative, si sono impegnate. Non a caso, nel 2019 hanno provveduto a redigere una “Guida ai Servizi Sociali e Socio Sanitari” [51] inquadrabile nel cosiddetto segretariato sociale. Si tratta di un opportuno strumento di comunicazione sociale con il quale rendono noti nella prima parte i servizi sociali offerti concernenti gli anziani, le persone diversamente abili, il sostegno e inclusione familiare, l’area minorile e giovanile, l’assistenza abitativa, il diritto allo studio. Nella seconda parte invece è possibile individuare – tra gli altri – i servizi sanitari in favore dei cittadini stranieri, i centri di consulenza e diagnostica (dipendenze patologiche, servizi comunità alloggio), il progetto “farmacia sociale di quartiere” in aiuto delle famiglie indigenti, svolto con il contributo dei servizi sociali.
È indubbio che in questo quadro il Servizio Sociale è chiamato a svolgere un importante ruolo, attraverso un necessario contatto diretto con le famiglie, italiane e non, residenti nei quartieri del centro storico di Caltanissetta.
Sarebbe auspicabile, come accaduto nell’ambito del progetto UNRRA CASAS sviluppatosi – come già precedentemente evidenziato[52] – nel corso degli anni ‘50 e ’60 del secolo scorso, la costruzione di un servizio sociale di comunità capace di far riappropriare e valorizzare spazi urbani oggi in pieno degrado. In quel caso, attraverso l’assegnazione di abitazioni vivibili e a misura d’uomo, si è cercato di tutelare le persone e la comunità, con il fine di “assistere e riabilitare attraverso l’edilizia”[53]. A tutto ciò si aggiungeva infatti un Servizio di Assistenza Familiare e Sociale, le cui attività iniziavano con la fase iniziale della progettazione mediante l’individuazione dei nuclei familiari destinatari del beneficio, per proseguire con approcci di tipo spiccatamente assistenziali attraverso la fornitura di arredamenti, medicinali, abbigliamento e viveri. Ma era nella vita di comunità e di ciò che avveniva negli spazi del quartiere che quegli assistenti sociali cercavano di profondere il massimo sforzo. Nacquero infatti all’interno del quartiere UNRRA CASAS anche dei Centri Sociali, ossia degli spazi collocati nei luoghi considerati più accessibili e utili alla comunità, luoghi aperti a tutti gli abitanti del territorio, all’interno dei quali venivano proposti corsi di educazione popolare, momenti ricreativi, doposcuola per i bambini, corsi di qualificazione professionale e sportivi.
Attualmente gli aspetti infrastrutturali sarebbero in parte superati, sarebbe infatti necessaria prevedere dapprima un’opportuna ristrutturazione e manutenzione di quegli spazi sociali già esistenti nei quartieri (impianti sportivi e ricreativi, luoghi di aggregazione culturale, ecc.) e quindi una loro opportuna rivitalizzazione mediante una diuturna presenza e una gestione attenta con un’azione mirata anche dell’assistente sociale, figura capace di interpretare e di intercettare tutte quelle situazioni di disagio, emarginazione e abbandono, oggi presenti.
[51] Messina R. Comune di Caltanissetta – A.S.P. Caltanissetta, “Guida Servizi Sociali e Socio Sanitari”, 2019
[52] Cfr. cap. IV “L’organizzazione sociale dello spazio a Caltanissetta”;
[33] Lunetta E., “Il processo di costruzione del Servizio sociale all’interno dei centri sociali dell’UNRRA CASAS”, Università degli studi di Salerno, 2015.
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- https://www.provincia.caltanissetta.it/;
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- ilfattonisseno.it
- radiocl1.it
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