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Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati. Parte 14°

Enna. Liceo delle Scienze Umane e Scuola dell’infanzia sfrattati. Parte 14°

di Massimo Greco

I cittadini che esercitano funzioni pubbliche, oltre ad essere ancora più fedeli alla Repubblica e ancora più rispettosi della Costituzione e delle sue leggi, sono chiamati a farlo con diligenza ed onore e nell’interesse esclusivo della Nazione. Coloro che nel contesto delle funzioni pubbliche sono chiamati ad esercitare funzioni amministrative all’interno della Pubblica Amministrazione, devono farlo, nel miglior modo, nell’interesse dell’Amministrazione ed a tutela dell’interesse pubblico, conformemente all’etica professionale, cui è correlato anche il senso morale. Nei rapporti con il pubblico, il comportamento di chi esercita funzioni amministrative in nome e per conto dell’Amministrazione presso la quale presta servizio, deve essere tale da stabilire completa fiducia e sincera collaborazione fra i cittadini e l’Amministrazione.

Se i principi normativi su indicati (alcuni dei quali di rango costituzionale) rappresentano il comune denominatore di riferimento, è nei diversi comparti della Pubblica Amministrazione che si trovano dispiegati gli ulteriori impegni richiesti a coloro che esercitano funzioni amministrative e che rilevano, soprattutto per la Dirigenza pubblica, ai fini della connessa valutazione. Nel settore Scuola, il Dirigente scolastico viene oggi valutato anche in funzione: a) delle competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell’azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell’incarico triennale; b) della valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del personale dell’Istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali; c) dell’apprezzamento dell’operato all’interno della comunità professionale e sociale; d) del contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell’ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale; e) della direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole.

Ora, non spetta a noi misurare il livello di rispondenza alla su indicata griglia normativa dell’azione dirigenziale fin qui posta in essere dalla Preside dell’Istituto scolastico Napoleone Colaianni, né lo riteniamo utile in questa sede. Ciò che, invero, ci sembra necessario rilevare, ancora una volta, è il vuoto istituzionale che si continua a registrare su questa triste vicenda. Nell’assenza della politica e nell’assordante silenzio delle Istituzioni statali, regionali e locali a vario titolo chiamate a dare il proprio contributo, a cui è seguita, quale logica e fisiologica conseguenza, la manifestazione-corteo di ieri, bisogna chiedersi se il territorio ennese può ancora ritenersi parte integrante del sistema di regole cui riposa un Paese democratico come l’Italia a cui, ironia della sorte, proprio Napoleone Colaianni diede un prezioso contributo.

 

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